SECONDO ME Chi vuole fare tutto non fa bene niente

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SECONDO ME Chi vuole fare tutto non fa bene niente

Il mercato richiede capacità di adattamento e una buona dose di dinamismo. Altrimenti, più che nuotare in acque imprenditoriali, si annaspa alla ricerca di appigli, di ritagliarsi spazi di manovra per restare in attività. Con il rischio però di stancarsi, di cominciare a boccheggiare e arrendersi lentamente. Spesso dolorosamente. Nella storia recente abbiamo assistito allo spegnersi di molte industrie, anche gloriose, ritenute inaffondabili. Ma lo era anche il Titanic, se è per quello. Che la situazione sia fluida lo dimostra pure il fatto che sempre più spesso di parla di riqualifica e di nuove competenze per poter concorrere sul mercato dell’impiego. Quando si era parlato più a voce alta di riqualifica, con non poca polemica, l’allora ministro alle Politiche demografiche, famiglia, giovani e politiche sociali (Nada Murganić, per la precisione), nel corso di una trasmissione tv aveva detto che ormai il posto di lavoro “da qui all’eternità” (intesa come pensionamento) ce lo potevamo sognare. Bisognerà cambiare. Lavoro e anche residenza. Che questo possa comportare il problema casa, sarà sfuggito. Eppoi, per rendere meglio l’idea, se ne era uscita con un esempio che potrebbe passare agli annali. In breve, non si potrà fare sempre la stessa professione, perché il mercato cambia, la richiesta altrettanto e quindi dobbiamo cambiare anche noi. “Ad esempio Modrić non potrà mica giocare calcio a 50 anni!”, aveva detto la ministro. Sì, probabilmente a quell’età, e a 15 anni dalla pensione, nell’incertezza economica, dovrà fare un corso per idraulico. Insomma, per restare sul campo di calcio, la ministro era riuscita a mancare la porta vuota da mezzo metro di distanza. Io, comunque, aspetto il giorno in cui “moj Lukica” (parole dell’ex Presidente Kolinda Grabar Kitarović), vestito da Super Mario, girerà per le case a salvare lavandini intasati. Mi sono persa. Dicevo? Ah, sì. Il mercato richiede elasticità. Ripensando al destino che ha segnato lo stabilimento navalmeccanico Scoglio Olivi, ho curiosato sull’erede di questi, Uljanik Brodogradnja 1856. C’è da dire che all’atto dell’iscrizione a Registro, chi di dovere ha messo le mani avanti per bene. L’attività primaria resta quella della costruzione di navi e natanti, ma per essere sicuri, ma sicuri davvero, l’azienda si è premurata di aprirsi le porte su un impressionante ventaglio di attività. Ricordate quando a metà anni Novanta andava di moda registrare aziende? Praticamente non c’è nessuno che non si sia lasciato tentare di inventarsi questo “Piano B” nel caso avesse voluto mettersi in attività, pensando ad affari milionari. Chi si occupava della documentazione solitamente suggeriva di prevedere nell’atto di fondazione tutto quello che scibile umano è in grado di fare. Se dovesse servire, tutto è pronto. Non dovesse servire… male non fa. Forte di questa filosofia, lo stabilimento cantieristico che dovrebbe raccogliere la gloria del predecessore e ridare lustro alla cantieristica, prevede di offrire servizio di contabilità e attività legate ai crediti (raccolta dati, analisi, informazioni sul merito creditizio di persone fisiche e giuridiche che espletano attività in proprio), consultazioni su strategie gestionali, ricerche e analisi di mercato, inchieste, compravendita, rappresentanza di aziende estere, costruzione e riparazione di navi e natanti (finalmente!), progettazione di navi e natanti, lavorazione e produzione dei metalli e costruzioni in metallo, lavori di carpenteria-montaggio-saldatura in Croazia e all’estero, cabotaggio, affitto natanti, pulizia, taratura, vari servizi marittimi, recupero navi e altri beni in superficie e sui fondali, trasporto passeggeri, produzione di porte e finestre in metallo, produzione di radiatori, caldaie, cisterne, serbatoi, lame, serrature, attrezzi e utensili, imballaggi in metallo, botti metalliche, viti e bulloni, elevatori, macchine per ufficio, componenti elettroniche; lavorazione del legno e prodotti in legno, elaborazione e amministrazione di pagine Internet, tutela dell’ambiente, smaltimento dei rifiuti, trasporto di sostanze pericolose, controllo della qualità dell’aria… Insomma, quasi un “Guerra e pace” di attività. Sorvoliamo su quella in un certo senso comprensibile, vediamo le attività come dire? più esotiche. Ad esempio, il cantiere potrà offrire servizio di security, attività psicologica (sinceramente, non abbiamo capito), servizio di traduzione, servizi audio-video, pubblicazioni elettroniche, attività editoriale, organizzazione di eventi sportivi, trasporto passeggeri su strada, preparazione di cibi e servizio catering. Mah! sembra anche a voi un pizzico esagerato? Solitamente, chi vuole fare tutto, non fa bene niente.

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