Vi è una grande domanda che gli statunitensi che viaggiano in Europa si sentono chiedere quest’estate: Trump sta tornando?. La risposta – forse – pare sbalorditiva, dopo che l’ex Presidente è stato messo sotto accusa due volte, dopo il suo tentativo di ribaltare la democrazia americana per rimanere al potere dopo avere perso le elezioni e sta affrontando due processi penali. Trump è il forte capofila della corsa repubblicana alle prossime presidenziali. Non ci sono segnali che le accuse a Trump abbiano convinto i suoi fan che avrebbe corso un rischio troppo grande per candidarsi alla Casa Bianca. In realtà, sembra che alcuni sondaggi suggeriscono il contrario. DeSantis e gli altri candidati repubblicani sostengono che sarebbero più conservatori ed efficaci se eletti rispetto alla leadership della teoria del caos di Trump. Il legame emotivo dell’ex Presidente con gli elettori repubblicani di base ultra conservatori è rimasto intatto. Siamo solo a luglio, il caldo umido dell’estate sarà lontano quando prenderanno parte ai primi caucus dell’Iowa all’inizio del prossimo anno, in inverno. Le cose potrebbero cambiare. Forse. I problemi criminali di Trump potrebbero moltiplicarsi. Lo spettacolo di un potenziale presidente sotto processo potrebbero fare aumentare le preoccupazioni di una sua fattibilità di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024, soprattutto perché ha già la sua abitudine di alienarsi gli elettori moderati e di centro che sono indecisi. Lo stato iniziale della gara dovrebbe essere un segnale per gli altri candidati repubblicani che il tempo sta finendo per fermare Trump. I democratici sono fiduciosi che il Presidente Joe Biden possa battere il suo grande rivale proprio come ha fatto nel 2020, ma lo ha fatto solo con decine di migliaia di voti, ed è vulnerabile a una possibile recessione o crisi globale che mette alla prova la sua leadership. Gli indici di approvazione di Biden sono piuttosto bassi. Tuttavia, l’alternativa sembra essere Trump, il cui culto della personalità, i cui istinti autoritari, il cui disprezzo per la democrazia e le alleanze statunitensi preoccupano noi europei con le nostre vite spesso influenzate da ciò che gli elettori statunitensi decidono ogni quattro anni ma che non abbiamo alcuna capacità di influenzare il risultato.