Crisi costituzionale. Botta e risposta tra Plenković e Milanović

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Crisi costituzionale. Botta e risposta tra Plenković e Milanović
Un'edizione deluxe della Costituzione della Repubblica di Croazia - Fotografia di Davor Puklavec/PIXSELL

Non accenna a rientrare in Croazia il durissimo confronto a distanza tra il Capo dello Stato Zoran Milanović e il premier Andrej Plenković. Stavolta il pomo della discordia è il mancato accordo sulla nomina del direttore dei Servizi segreti militari, che dev’essere controfirmata sia dal Presidente che dal premier. Zoran Milanović, che non intende prendere in considerazione il nominativo proposto dal governo, ha accusato il primo ministro di “attacco all’ordinamento costituzionale e alla democrazia”, ovvero di voler porre sotto il proprio controllo tutte le istituzioni dello Stato. Immediata è stata la risposta di Andrej Plenković.
“Ho riflettuto sulla forma usata dal Presidente per esprimere il suo pensiero, che non è irrilevante. Mi chiedevo se fosse scoppiata una guerra, se si fosse verificata una nuova epidemia, se ieri ci fosse stato un terremoto, un’alluvione, un incendio, un incidente in Croazia di cui il nostro governo non fosse venuto a conoscenza. Ho verificato che non fosse una festa. Nulla di ciò che è usuale nella forma del discorso che abbiamo visto in TV. Una forma estremamente inusuale e completamente nuova per la comunicazione da parte delle istituzioni. Suppongo che sia stato evitato il rischio di escludere la presenza di alcuni giornalisti”, ha detto il premier riferendosi al fatto che pochi giorni fa a un giornalista dello Jutarnji list non era stato permesso di partecipare a una conferenza stampa di Milanović.

MIlanović
Il Presidente Zoran Milanović – Ftgrafia di Robert Anic/PIXSELL
Plenković
Il premier Andrej Plenković – Fotografia di Davorin Visnjic/PIXSELL

«Minacce ai membri dell’Esercito»

“Per quanto riguarda il contenuto, invece di scusarsi per tutto ciò che ha detto sul governo e sui membri del governo, il Presidente vuole che ciò che stiamo ascoltando e che la Croazia sta subendo da quando lui è diventato Capo dello Stato sia considerato normale. Ma non è normale e ci sono persone che non accetteranno diffamazioni e comportamenti selvaggi. Le persone in Croazia non lo accetteranno e si opporranno a questa violenza politica”, ha detto Plenković. “Invece di scusarsi, abbiamo sentito false accuse di violazione della Costituzione, false accuse sull’obiettivo dell’HDZ di prendere il controllo delle istituzioni. Abbiamo persino sentito una minaccia rivolta ai membri dell’Esercito croato. Sta inviando un messaggio ai membri dell’Esercito dicendo: ‘Vi manderò in pensione’. Inaudito! Voglio dire ai militari di non farsi impressionare da queste minacce”, ha continuato il primo ministro.
Plenković ha anche parlato della presunta violazione della Costituzione per la quale è stato criticato da Milanović. “Mijo Validžić è stato proposto come capo del VSOA (l’intelligence militare). È un membro dell’unità antiterrosimo Lučko, un ufficiale dell’Esercito recentemente nominato nel contesto del sistema d’intelligence del Ministero della Difesa. Riguardo a questa persona, Milanović afferma: ‘Lo si butta oltre il recinto’. Al contrario, in base alla carriera di questa persona, il ministro della Difesa e il sottoscritto stanno proponendo una persona che non ha alcun coinvolgimento nella politicizzazione dei servizi”, ha aggiunto.

«Non c’è alcun complotto politico»

“Non c’è alcuna violazione della Costituzione da parte del governo. L’asserzione riguardo a un complotto politico è infondata”, ha dichiarato il primo ministro. “Invito il Presidente a prendere in considerazione la proposta Validžić: se ha un problema con quel candidato mi piacerebbe sentire quale sia. Siamo in attesa da 5 mesi di avere un suo parere sul candidato proposto. Abbiamo ricevuto una falsa accusa di violazione della Costituzione. Lo invito a considerare un candidato di qualità anziché fare falsi discorsi e permettere al VSOA di funzionare legalmente. Né io né nessuno nel governo ha il minimo desiderio di occuparsi di qualcosa che lui ha definito violazione della Costituzione o abuso dei servizi d’intelligence. Questa narrazione è falsa”, ha concluso Plenković.
Il premier ha compiuto comunque “un gesto politico” di distensione nei confronti del Presidente della Repubblica. Pur ribadendo di non volerlo incontrare di persona in assenza di scuse per “le continue offese”, Plenković ha proposto al Capo dello Stato di trovare un compromesso sulla nomina del direttore del servizio segreto militare per il tramite di emissari che dovrebbero cercare un accordo. In questo contesto ha fatto il nome del vicepremier Tomo Medved quale suo rappresentante. Se non sarà possibile un’intesa sul nome del direttore, allora il premier è disponibile anche a un accordo che permetta comunque il funzionamento del VSOA anche dopo la scadenza del mandato dell’attuale responsabile, il 10 luglio. In ogni caso il primo ministro ha ribadito che non vi è alcuna crisi costituzionale, come non vi sono neppure violazioni di legge. Milanović però non ha mollato la presa. Il suo Ufficio ha pubblicato la delibera del ministro della Difesa sulla nomina “contraria alla Costituzione” di un responsabile ad interim del VSOA. Un tentativo questo del governo, secondo il Pantovčak, per porre sotto il proprio controllo i Servizi segreti militari. Immediata la smentita del governo.

«Sessione straordinaria del Sabor»

L’opposizione ha colto l’occasione del braccio di ferro sugli 007 per chiedere la convocazione di una sessione straordinaria del Parlamento nel caso in cui la prossima settimana non dovesse essere risolto il problema della nomina del direttore del VSOA, non venisse esonerata la dirigenza dell’Ente elettroenergetico (HEP) a causa dello scandalo del gas e non dovesse avere fine la crisi della giustizia innescata dello sciopero a oltranza degli impiegati di Tribunali e Procure.

Indagini sul gas

Lo scandalo del gas resta sotto i riflettori. La Procura vuole vederci chiaro e ha chiesto all’Operatore nazionale del mercato dell’energia (HROTE) i dati sulle compravendite del metano che l’HEP ha riscattato dall’INA. Durante la conferenza stampa in cui ha risposto alle accuse del Presidente Milanovič, i giornalisti hanno chiesto al premier Andrej Plenković se ci siano novità in merito allo scandalo gas, ossia al fatto che l’Ente elettroenergetico croato (HEP) acquistava gas dalla compagnia petrolifera INA a 47 euro per megawattora, mentre poi, a causa degli eccessi nelle quantità, lo rivendeva a volte a solo un centesimo al giorno. “Non è qualcosa che può essere esaminato da un giorno all’altro. Vi prego di seguire un po’ il ritmo quotidiano degli obblighi e delle attività che abbiamo e che qualcuno scorra la pagina web del governo e veda tutto ciò che stiamo facendo. Ho chiesto al Ministero dell’Economia di fare tutte le valutazioni necessarie e quando saranno consegnate, prenderemo le decisioni’, ha detto Plenković. “Se c’è un governo che ha dimostrato di essere interessato al benessere dei cittadini, degli ospedali, dei Comuni, delle Città e delle organizzazioni non governative, questo è il nostro. Perché durante la crisi abbiamo garantito gas a tutti’, ha aggiunto. ‘Un argomento complesso come l’eccesso di gas richiede un’analisi approfondita. Quando sarà completata, allora saprete tutto’, ha chiosato il primo ministro.

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