L’INTERVENTO Covid e il modello svedese

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L’INTERVENTO Covid e il modello svedese

Per fare fronte alla pandemia da coronavirus il Regno di Svezia ha adottato una politica che pensava fosse sostenibile e adatta a salvare il maggior numero possibile di vite umane. Ne hanno riferito ampiamente i mezzi d’informazione di tutto il mondo. Gli svedesi non stavano cercando di dimostrare a nessuno quanto fossero più intelligenti degli altri. Però questo attegiamento svedese, per molti è diventato un problema. Perché la Svezia è stata cosi duramente criticata dai mainstream media? La risposta è molto semplice; perché si sono rifiutati di fare ciò che stavano facendo tutti gli altri. Si sono rifiutati di adottare una politica che spaventa la gente con l’obiettivo di sottomettere i cittadini in silenzio. E così con il tempo questo modello svedese è diventato una minaccia, perché consente alle persone di mantenere la propria libertà personale, anche durante una pandemia globale, come quella causata dal Covid-19, che stiamo vivendo ora sulla notra pelle. Le élite mondiali non vogliono nemmeno sentire parlare di questa strategia, perché non è nel loro interesse.
Il vero obiettivo è il controllo sociale che la Svezia non accetta. La Svezia non ha avuto successo nel proteggere le persone nelle sue strutture di assistenza degli anziani. Quindi un gran numero di loro è stato spazzato via durante l’epidemia. La Svezia ha fallito a questo proposito, però ha ammesso di aver fallito. Comunque questo fallimento non implica che la sua politica sia sbagliata. Al contrario. La Svezia ha optato per una politica sostenibile, che mantiene in funzione l’economia, preserva un’atmosfera di normalità, avvicinando così la popolazione all’obiettivo finale dell’immunità di gregge. Attualmente, la Svezia è molto vicina a raggiungere l’immunità di gregge. Questo vuol dire che la maggior parte dei cittadini ha sviluppato anticorpi che in futuro contribuiranno a respingere simili infezioni. In assenza di un vaccino, l’immunità di branco è la migliore che si possa auspicare. Assicura che i futuri focolai saranno meno distruttivi e meno letali.
Il dott. Michael Levitt, fisico sudafricano naturalizzato statunitense – vincitore del premio Nobel per la chimica nel 2013, assieme a Martin Karplus e Arieh Warshel –, il 4 maggio scorso. ha rilasciato un’importante intervista al quotidiano “Stanford”. Ha sostenuto l’approccio svedese di lasciare che il Covid-19 si diffonda in modo naturale nella comunità. “Se la Svezia si ferma a circa 5.000 o 6.000 morti, sapremo che hanno raggiunto l’immunità di gregge senza aver proclamato alcun tipo di blocco. La mia sensazione è che probabilmente si fermerà a causa dell’immunità di branco. Il Covid-19 è un’influenza grave, ma non distruggerà l’umanità come pensavano molti”. In altre parole, la Svezia si sta rapidamente avvicinando al gioco finale, il che significa che le restrizioni possono essere completamente eliminate e che la vita normale può riprendere. Avranno mantenuto la loro dignità e libertà, mentre non dovranno riaprire le loro scuole elementari, perché non le hanno mai chiuse. Numerose segnalazioni indicano che i bambini piccoli non sono né a rischio né trasmettono il virus ad altri. La maggior parte degli americani non lo sa perché i media di propaganda hanno omesso le notizie dalla loro copertura. Ecco una clip della “National Review” che aiuta a spiegare: “Ciò che la scienza ci dice è che esiste l’immunità. Il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone non ha avuto l’infezione non è perché si sono chiusi in casa e si sono nascosti dietro il divano, ma perché hanno già un’immunità parziale dalla loro composizione genetica o dalla precedente esposizione a Sars-CoV-2, malattia identificata nel 2002“.

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