Economia locale: ripartiamo da qui

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Economia locale: ripartiamo da qui

Lasciando per il momento da parte il grave problema epidemiologico che ci interessa tutti, vorrei soffermarmi su di una questione emersa a seguito di un incontro con una delle persone che avevano visitato una mia mostra fotografica; mi aveva chiesto qual era il mio pensiero circa alcuni problemi ambientali cui avevo fatto riferimento nelle foto: la conservazione ambientale, le tradizioni contadine, le fonti alternative fornitrici di energia in genere e quello che oggi sembra essere uno dei maggiori crucci che attanaglia la geopolitica di tutto il mondo, l’acqua.

 

Dalle domande avevo capito che esiste una vasta generalizzazione delle preoccupazioni riguardo a questi temi e che sono purtroppo espressione di una comune di apprensione. Mi era sembrato di capire che il quadro delle motivazioni e soprattutto delle fonti che alimentano i vari fenomeni di cui ci lamentiamo sia piuttosto chiaro. Alla base di tutto c’è un comportamento all’insegna dell’indifferenza e dell’ignoranza politico-sociale, del quale sembrano essere indottrinati anche alcuni di coloro che ci amministrano. Ritengo infatti che per gestire in modo appropriato le risorse ambientali, tutte le risorse ambientali, è giocoforza conoscere perfettamente l’identità del territorio sul quale si opera. Sono convinto, inoltre, che proprio nel tentativo di uscire da questa impasse di non conoscenza, che la gente ormai chiede a viva voce di abbandonare, alcuni amministratori si siano nonostante tutto incamminati su di una strada piuttosto pericolosa. Quanto pericolosa, lo stabiliranno i risultati in un futuro non troppo lontano.


Sono convinto altresì che nel mondo vi sia in atto un genocidio culturale di proporzioni enormi con lo sradicamento delle genti dalla propria terra, che si riflette in parte anche sul nostro territorio. Questa specie di “emigrazione forzata” si interseca indissolubilmente soprattutto con le problematiche ambientali. Ed ecco che queste, in concreto, si connettono poi alla conoscenza e alla capacità di risoluzione degli amministratori. Così quando sento dire che una politica delle risorse deve essere fondata esclusivamente sullo sviluppo e sulla crescita economica generalizzate, allora capisco quanto sia doveroso dubitare delle loro panacee.

Basterebbe invece che la gente avesse presente la necessità di valorizzare e proteggere le risorse primarie e i beni che sono della collettività, rendendo protagonista unicamente l’economia locale. Ciò significa farsi carico di considerare continuamente e con responsabile determinazione qualsiasi operato che non ci pare lecito o che risulti contrario alla logica, portato in atto o progettato dagli amministratori.
Ma per farlo occorre naturalmente valutare bene cosa si intenda per economia locale.

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