Sevdah e musica anni ‘60 spettacolo entusiasmante

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Sevdah e musica anni ‘60 spettacolo entusiasmante

CAPODISTRIA | “È stata un’edizione straordinaria”. Questo il primo commento a caldo su Folkest 2018 da parte di Sergio Settomini, che con Roberto e Sara Colussi, in seno all’associazione culturale AIAS, si occupano dell’organizzazione della serie di concerti capodistriani inseriti nella carovana musicale di Spilimbergo. Il trittico di eventi di quest’anno si è concluso col gran finale di sabato, quando sono stati protagonisti i “Mostar Sevdah Reunion”, gruppo della Bosnia ed Erzegovina che per il tempo instabile, dalla tradizionale location di piazza Carpaccio, è stato trasferito nel vicino ex magazzino del sale della Taverna.

“Si è trattato di un evento fantastico per il valore dei musicisti, coi due cantanti maschio e femmina, ma anche per la compattezza stilistica e ritmica della band, per il sound dentro alla struttura e per il pubblico straripante, che si è riversato anche nella piazza e in strada”, prosegue Settomini. Il gruppo, composto da musicisti esperti che hanno collaborato con artisti di fama mondiale nel campo della musica gitana, tra cui i compianti Esma Redžepova e Šaban Bajramović, è stato fondato nel 1998 da Dragi Šestić. Eseguono quasi esclusivamente brani del genere “sevdalinka”, omaggiando l’antichissima forma musicale “sevdah”, forse giunta nel Medioevo a seguito dell’arrivo degli Ottomani in Bosnia. Sono riusciti a realizzare il loro obiettivo, ossia di diffonderla nel mondo con le loro performance che affascinano il pubblico.

Shel Shapiro in piazza Carpaccio

Con “Quasi una leggenda. Dal ‘68 fino a oggi”, Shel Shapiro, all’anagrafe Norman David Shapiro (Londra, 16 agosto 1943) con la band “Bella Società”, ha riscaldato invece piazza Carpaccio venerdì scorso, con l’excursus musicale dagli Anni Sessanta in poi, proponendo brani dei Beatles, dei Rolling Stones, di Bob Dylan e suoi successi come “Che colpa abbiamo noi” e “Bisogna saper perdere”.
“Autoironicamente, Shel si prende un po’ in giro col titolo ‘Quasi una leggenda’, visto che è sulla scena musicale da oltre cinquant’anni”, rileva proseguendo Settomini. Anche in questo caso gli organizzatori non si aspettavano una tale risposta del pubblico, soprattutto in considerazione del fatto che Shapiro, dopo i primi anni sulla cresta dell’onda, ha operato maggiormente nell’ombra, come produttore per altri musicisti. Infatti, il poliedrico cantante, attore, compositore, produttore e arrangiatore britannico naturalizzato italiano debuttò nel Bel Paese nel 1963, con il gruppo “Shel Carson Combo” che, cambiando nome in “The Rokes”, accompagnò Rita Pavone nel suo spettacolo Gian Burrasca e raggiunse nel corso degli Anni Sessanta un incredibile successo, vendendo oltre 5 milioni di dischi. Si sciolsero nel 1970, ma Shapiro, come detto, si affermò come produttore, autore e arrangiatore per innumerevoli artisti della canzone italiana, tra cui Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Rino Gaetano. “Shel è veramente un istrione e nonostante i suoi 75 anni ha una straordinaria capacità di reggere il palco,
un incredibile e coinvolgente carisma, che combinato ai musicisti di grande qualità che lo affiancano, è stato la ricetta per uno spettacolo perfetto”.
Il tris di eventi era stato inaugurato in settimana presso l’estivo della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, con il concerto dei “Calicanto”, affiancati da Marino e Alenka Kranjac del gruppo “Vruja” e da Dario Marušić, tutti esperti e riconosciuti nel campo della musica tradizionale istriana. In quell’occasione, nuovamente un inaspettatamente numeroso pubblico, ha ascoltato l’eccellente viaggio tra le musiche del Mediterraneo, da Venezia alla Grecia.

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