Seconda tappa ieri a Capodistria

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Seconda tappa ieri a Capodistria

CAPODISTRIA | Nella tappa capodistriana del Forum Tomizza, svoltasi ieri a Palazzo Gravisi, sede della locale Comunità degli Italiani, si sono dati appuntamento intellettuali di spicco dell’area italiana, croata e slovena, per discutere quest’anno del tema dell’asilo in tutte le sue sfaccettature, ma avendo presente il dramma dei migranti che premono alle frontiere dei nostri Paesi. L’importanza di superare i confini, le barriere nello spirito del pensiero e della creazione letteraria di Tomizza, è stata ricordata nel suo saluto introduttivo da Irena Urbič, una delle fondatrici e delle organizzatrici principali del Forum. Ha ringraziato per l’accoglienza avuta, come spesso accade, presso la sede della CI capodistriana, intitolata al famoso medico Santorio Santorio.

L’importanza dei temi trattati

Anche i padroni di casa non hanno nascosto la propria soddisfazione per poter dare il loro contributo al Forum. Il presidente della CAN Comunale, Fulvio Richter, ha garantito il pieno sostegno dell’istituzione che rappresenta, perché si è consapevoli dell’importanza dei temi trattati, come i migranti e i confini, in questo periodo di scottante attualità. Si è detto certo che lo stesso scrittore di Matterada concorderebbe con il tema scelto dagli organizzatori e di quanto sia importante insistere negli sforzi per superare i confini che ancora ci dividono.
Di quanto nemmeno la cultura sia immune dagli attacchi della politica ha parlato, invece, il presidente del sodalizio ospitante, Mario Steffè. In piena campagna elettorale in Slovenia, alcuni circoli non hanno resistito alla tentazione di strumentalizzare il messaggio di pace e distensione del Forum Tomizza. Tra gli interventi più attesi di ieri, quello del drammaturgo, scrittore e pubblicista croato Slobodan Šnajder. Nel suo avvincente racconto ha sintetizzato le sue esperienze con persone in cerca d’asilo, la sua partecipazione alla tragedia di queste genti senza più dimora. Per illustrare questa posizione, ha richiamato alla memoria le considerazioni di Claudio Magris sul libro di Fulvio Tomizza, “La miglior vita”, dove aveva rilevato che un migrante, un esule, a prescindere da dove troverà asilo, sarà sempre a casa sua, poiché è senza dimora.

L’emergenza dei migranti

Šnajder ha rilevato che l’emergenza dei migranti non può essere risolta regolando la loro accoglienza, ma bensì lavorare perché l’asilo loro offerto non sia necessario, ossia che il loro problema sia risolto alle origini, nelle terre di provenienza. Al Forum è rimbalzata con drammatico tempismo, la vicenda di un rifugiato nigeriano, richiedente asilo in Slovenia da tre anni, che proprio in vista delle sue nozze a Lubiana, è stato deportato dalle autorità slovene. A parlare di questa storia drammatica, che ne rappresenta tante altre in corso, è stato l’attivista per la tutela dei diritti dell’uomo, Miha Blažič N’Toko. A Capodistria hanno presentato le loro relazioni anche Iva Kosmos, Franco Però, Emir Imamović Pirke e Aljoša Pužar.

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