Sandro Bastiančić. Da solista a miglior cantautore del 2022

Il leader del gruppo fiumano En Face ha vinto nei giorni scorsi il premio Music pub conferito dalla Radio croata. In un'intervista rilasciata al nostro quotidiano il musicista racconta le esperienze che l'hanno formato annunciando un anno ricco di soddisfazioni professionali

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Sandro Bastiančić. Da solista a miglior cantautore del 2022
Sandro Bastiančić. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Tra i molti complessi rock che sono nati a Fiume e hanno portato a definirla la “città del rock” c’è pure il gruppo En Face, il cui leader, Sandro Bastiančić, da poco più di un anno ha deciso di intraprendere la carriera solista. Quello che doveva essere uno sfizio musicale di breve durata è stato premiato, però, dal critico musicale Zlatko Turkalj della trasmissione radio Music pub, tanto che il nostro interlocutore è stato proclamato miglior cantautore del 2022. Sandro Bastiančić ci ha parlato della sua esperienza da solista e dei suoi piani per il futuro.

Come va ultimamente la carriera musicale?
“Molto bene. Mi è stato appena chiesto se volevo entrare a far parte della giuria regionale al Festival Dora. Ovviamente si tratta di una richiesta che non si può rifiutare e la cosa ora mi sta mettendo un po’ di ansia perché è un impegno di grande responsabilità giudicare i miei colleghi”.

Dovrebbe comunque essere una scelta quanto più oggettiva?
“Certo, ma in pratica le pressioni sono molto forti sui membri della giuria. Nel 2003 ho fatto parte della giuria che faceva le selezioni per la Dora e all’epoca tutte le candidature erano anonime e ogni artista poteva candidare più di una canzone. Appena si è saputo che facevo parte della giuria sono iniziate le telefonate di persone in cerca di una raccomandazione. Anche se le canzoni erano anonime, ovvero erano contrassegnate con una cifra, eravamo in grado di riconoscere la voce dei cantanti o lo stile del complesso. Ed è chiaro che tutti noi ci sentivamo in dovere di dare il massimo dei voti agli artisti fiumani. Ho vissuto anche una situazione molto sgradevole quando abbiamo ascoltato due canzoni molto simili stilisticamente, eseguite da cori. Eravamo quasi certi che si trattasse del complesso Putokazi in entrambi i casi, quindi abbiamo scartato una a favore dell’altra. Alla fine è risultato che la canzone prescelta era di un altro coro di Abbazia”.

In questi giorni ha vinto pure il premio Music pub come miglior cantautore del 2022…
“Sì, si tratta di un premio legato alla trasmissione del secondo canale della Radio croata (HR 2, nda) di Zlatko Turkalj. Questa trasmissione segue la produzione croata e poi la redazione decide chi premiare. Tanti anni fa l’assegnazione del premio si svolgeva con una cerimonia solenne, con tanto di concerto nella Sala ‘Vatroslav Lisinski’, a Zagabria, mentre ora il tutto si tiene in etere”.

A ottobre il secondo album
Come va la carriera da cantautore?
“Direi che sta avendo molto successo. Se penso ai primi tempi, quando reputavo che quest’avventura sarebbe stata solo una parentesi nella mia carriera con il gruppo En Face, penso che il successo sia stato veramente grande. Ho deciso di imboccare questa strada non tanto in cerca di fama, quanto per placare la mia coscienza e soddisfare un desiderio pluriennale. Una volta che l’album è uscito sia i produttori che la casa discografica hanno iniziato a farmi pressione per fare pure il secondo, che uscirà il 1.mo ottobre di quest’anno. Per ora ho terminato due canzoni in studio, altre due stanno per essere completate e il resto si farà più tardi, per un totale di dieci canzoni”.

Qual è la differenza tra la produzione in gruppo e quella autonoma?
“Non ci sono differenze sostanziali, perché comunque quando suono vengo sempre accompagnato da qualcuno. L’unica differenza è che posso prendere decisioni in assoluta libertà e posso rivolgermi a persone diverse. In occasione della promozione fiumana dell’album ‘Šlager sezone’ (Lento della stagione), avevo chiesto a Dino Ivelja di accompagnarmi al contrabbasso e ad alcune ragazze, come Nikolina Tomljanović, Nina Romić, Gordana Marković e altre, di cantare le voci d’accompagnamento. Qualche mese dopo, quando abbiamo avuto modo di esibirci nel club Palach, ho formato un’intera band con tanto di batteria, basso, chitarra elettrica. Quindi ora ho la libertà di scegliere, in base al luogo dove mi esibirò, che strumenti usare e quali collaboratori invitare. A differenza del lavoro in gruppo, ora chiamo i miei colleghi a fatto compiuto, quando è già tutto pronto, ma non ho notato da parte loro alcun risentimento”.

Una carriera in continua evoluzione
Com’è stato accettato dalla critica questo cambiamento?
“Il gruppo En Face ha sempre avuto alcuni critici, per lo più giornalisti, che ci rimproveravano alcuni aspetti della nostra musica. Le critiche erano senza mezzi termini, ma io non me la sono mai presa e ho sempre cercato di migliorare prendendo spunto da tali critiche. Ora, questi stessi giornalisti che non vedevano di buon occhio il gruppo En Face hanno accolto a braccia aperte il mio album da solista. Mi chiedo da cosa dipenda questo cambiamento d’atteggiamento, perché non credo che la modifica sia nella musica e nel materiale che produco. Penso semplicemente che i cantautori vengono visti più di buon occhio e che ora non vengo più paragonato alle altre band, ma ad altri cantautori”.

Dunque il problema stava nel gruppo En Face?
“Non saprei, ma mi viene da pensare che se paragonati agli altri gruppi rock, non venivamo considerati come una valida concorrenza. Col passare degli anni ho sicuramente ammorbidito la mia musica, ma sono ancor sempre orientato molto artisticamente. Se proprio dovessi categorizzare la mia musica direi che si tratta di soft rock, ma i critici hanno definito il mio ultimo album americano (ovvero ispirato a Neil Young), folk rock, mentre io amo definirlo una sorta di chançon alla francese, in quanto canto spesso canzoni d’amore”.

Premi e nomination ottenuti
Come mai il premio Porin non ha una categoria per i cantautori?
“Non saprei, ma credo che sia così dal buon inizio. Se non sbaglio per il Porin sono stati presi come modello i premi Grammy e dunque le categorie sono state in un certo senso ricalcate. Forse ora pure i Grammy hanno un premio per i cantautori, ma all’epoca non esisteva. Da quanto vedo il premio Porin non ha subito molti cambiamenti negli ultimi trent’anni a parte, forse, l’istituzione di un premio per il miglior album di musica urbana e da club. Personalmente, ho vinto il premio Porin per l’album ‘S dlana Boga pala si’, come pure il Music pub. Ho avuto pure molte nomination che reputo molto significative, anche se non hanno portato a un premio”.

Com’è cambiata la sua espressione musicale in questi tre decenni?
“All’epoca, quando la canzone ‘S dlana Boga pala si’ è diventata famosa, io la consideravo una sorta di compromesso musicale, perché la nostra idea era di essere un gruppo indie e non pop-rock. Dato, però, che la canzone era orecchiabile, tante persone hanno spinto perché uscisse e perché si facesse pure il video d’accompagnamento. Ovviamente mi sono sentito molto bene quando hanno iniziato a invitarci a tutte le possibili trasmissioni televisive e concerti, sia in Croazia che all’estero, ma in un certo senso abbiamo dovuto rinunciare a quell’idea che avevamo quando abbiamo iniziato. Il gruppo Laufer, ad esempio, è sempre rimasto fedele alle sue origini ed è sempre stato considerato un gruppo alternativo. Se non sbaglio ha persino vinto il premio Porin nella categoria dei gruppi alternativi. Il fatto che noi siamo entrati a far parte di una categoria più generica all’epoca mi ha un po’ scosso, ma poi ho continuato a percorrere questa strada”.

Quali sono stati i suoi più grandi successi?
“Non tutti i successi sono stati conseguiti da me personalmente. Tante mie canzoni hanno ottenuto popolarità grazie ad altri cantanti. Massimo, ad esempio, ha vinto numerosi premi con la canzone ‘Tišina’, da me scritta nel 2012; ma anche Natali Dizdar con ‘Stop’ e altri ancora”.

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