Museo civico di Spalato. Sette decenni a Palazzo Papalić

In via Diocleziano è in visione fino al prossimo 28 febbraio una mostra di fotografie e reperti che ripercorre la ricca storia dell'edificio risalente al XV secolo

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Museo civico di Spalato. Sette decenni a Palazzo Papalić
Alcune fotografie che riflettono il passato e lo stato attuale del Museo spalatino. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Mentre gli spazi del Museo civico di Spalato sono chiusi per lavori di restauro, nelle due sale al pianoterra della galleria del Museo civico di Spalato con sede in via Diocleziano, è stata aperta una mostra dedicata ai sette decenni d’attività del Museo operante negli spazi del palazzo nobile appartenuto alla famiglia Papalić. L’esposizione è dedicata alla vita del Museo civico ed è intitolata “70 anni a Palazzo Papalić”. Gli autori della mostra sono Mia Kragujević e Darka Perko Kerum mentre l’allestimento è di Dina Vuletin Borčić.

Le iscrizioni recuperate
Nella mostra sono state esposte fotografie, documenti, materiali museali e sono stati messi in risalto i personaggi che hanno dato un’impronta importante contribuendo con attività di vario tipo per l’ente museale. Nel cortile di Palazzo Papalić, già dalla metà del XV e agli inizi del XVI secolo, furono depositate numerose iscrizioni provenienti dalla città antica di Salona. Queste ultime furono raccolte da Dmine-Dominik Papalić, nobile croato, collezionista di tesori culturali che visse in quel periodo. Insieme a Marko Marulić raccolse una gran quantità d’iscrizioni per studiarle e decifrarle. Tutte le iscrizioni insieme ad altri reperti furono lasciate in seguito nel cortile d’ingresso del palazzo. In uno dei suoi scritti intitolati “In epigrammata priscorum commentarius” Marko Marulić scrisse all’amico Dmine Papalić tra il 1503 e il 1510 come segue: “Caro Dmine Papalić ho interpretato monumenti di altri Paesi e persone, ora spiegheremo quelli dei nostri antenati…”.

Un patrimonio da tutelare
A sue spese, Papalić, ispirandosi a modelli di collezioni d’antichità del passato, trasportò nel palazzo una grande quantità di iscrizioni e le inserì non solo nel cortile ma anche tra le mura del palazzo, creando una raccolta di monumenti epigrafici. Nel 1800 la collezione fu chiamata Museum Papalinum. Il palazzo venne adibito a Museo civico della Città di Spalato tra il 1950 e il 1952. Finalmente, come ricorda un’iscrizione nel cortile del Palazzo dai tempi di Dmine Papalić e Marko Marulić, dopo 400 anni, il museo diventò un’eredità da tutelare. Oggi i suoi successori festeggiano i sette decenni d’attività nei vani di Palazzo Papalić.

Un modello per gli altri edifici
L’edificio è in stile tardo gotico è fu costruito a metà del XV secolo dalla nobile famiglia Papalić di Spalato, affidando la costruzione a Giorgio il Dalmata (Juraj Dalmatinac) e ad artisti della sua bottega. Fu luogo di ritrovo del circolo umanista di Spalato. Il palazzo si presenta con un portale riccamente decorato, una loggia, un pozzo e una scalinata esterna nel cortile, un grande salone con un soffitto dipinto e una quadrifora al primo piano. Fu modello di costruzione per tutti i palazzi spalatini della seconda metà del XV secolo. Da dopo il restauro del 1950 ospita il Museo civico di Spalato. Il museo fu istituito a Spalato intorno al 1925. Aveva un’ampia sala di lettura che fu allestita al secondo piano di Palazzo Bernardi, la prima istituzione autonoma denominata “Sezione del Museo e Storia”.

Collezioni appartenute al Comune
Il Museo civico fondato nel 1946 ebbe come primo direttore Marko Uvodić. Il suo successore fu Ćiro Čičin Šain, che dedicò particolare attenzione all’archivio e nel 1950 lanciò le prime edizioni museali. Un’importante mostra storica organizzata nel 1950 su iniziativa del Ministero della Cultura, in occasione della celebrazione del 500.esimo anniversario della nascita di Marco Marulo (Marko Marulić), fu il punto di svolta per la vita futura del Museo. La mostra fu allestita al piano terra e al primo piano di Palazzo Papalić perché dopo il restauro lo spazio fu definitivamente occupato dall’istituzione museale. Il Museo, una volta aperto, aveva già al suo interno un allestimento di collezioni appartenenti allo storico Comune autonomo di Spalato e al dominio veneziano che possedeva armi utilizzate per la difesa della città. Dal 1960 al 1979 il Museo ebbe per direttore Duško Kečkemet, grande studioso della storia dell’arte locale. Quest’ultimo contribuì alla cultura della città con numerose edizioni e pubblicazioni storiche professionali.

Il messaggio di D’Annunzio
La mostra propone alcuni documenti storici dell’Istituzione con foto e depliant di mostre allestite durante gli anni passati. È stato inoltre esposto uno degli ultimi ritrovamenti moderni che appartengono al fondo museale. Si tratta di una bandiera tricolore italiana che era posta alla coda degli aerei. Vicino ad esso si trova un volantino con un messaggio scritto da Gabriele D’Annunzio, con le sue considerazioni riguardo al Trattato di Rapallo e l’incitamento ai cittadini di Fiume e Spalato ad esser vigili e pronti per eventuali azioni di ribellione. Il volantino porta la firma degli Aviatori del Carnaro. La mostra sarà aperta al pubblico fino al prossimo 28 febbraio.

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