Mirko Ilić. L’immagine racconta 120 anni di storia

Alla Galleria Filodrammatica di Fiume è allestita una panoramica del lavoro del celebre designer, da poster e copertine di giornali e riviste, a illustrazioni e fumetti

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Mirko Ilić. L’immagine racconta 120 anni di storia
”Gorbachev’s Gambit” (“The New York Times”, 1988). Foto: Željko Jerneić

Un’immagine vale più di mille parole. È il detto che descrive perfettamente l’opera di uno dei più celebri designer internazionali, Mirko Ilić, presentata nella Galleria Filodrammatica di Fiume nell’ambito della mostra “Mirko Ilić: Dalla storia della stupidità umana – la storia del mondo nel design”. L’esposizione, che rimarrà in visione fino al 1.mo luglio, presenta una panoramica del lavoro del celebre designer dai poster alle copertine di giornali e riviste, dalle illustrazioni al fumetto, realizzati dalla metà degli anni Settanta ad oggi e sistemati come un racconto del XX e XXI secolo e una possibile lettura del momento in cui viviamo. Inoltre, si tratta di opere che riflettono sulle ragioni che hanno portato al momento storico che viviamo. La mostra, organizzata congiuntamente dall’Associazione nazionale dei designer e dall’associazione “Drugo more” e curata da Marko Golub, include per la prima volta anche un gran numero di lavori originali presi in prestito per l’occasione dal Museo d’Arte moderna e contemporanea (MMSU) di Fiume.

Temi sociali e politici
Il percorso espositivo “Dalla storia della stupidità umana – la storia del mondo nel design”, come spiega Marko Golub, si basa sulla forza comunicativa del design e delle illustrazioni di Mirko Ilić, sulla loro capacità di articolare in maniera visiva alcuni dei temi sociali e politici più complessi del passato e del presente. Come designer, art director e illustratore di numerosi giornali e riviste – “Polet”, “Start”, “Danas”, “Panorama”, “Time”, “New York Times”, “Wall Street Journal” e altri – Ilić ha creato dei commenti visivi di grande impatto nell’arco di quasi cinque decenni. Questi lavori, che evocano alcune delle vicende storiche più importanti succedutesi nell’arco della nostra vita, costituiscono la base della mostra, ma osservando più attentamente l’opus completo di Ilić si possono individuare numerose riflessioni legate ad altri eventi, fenomeni e idee che vanno molto più indietro nel tempo ed erano rilevanti nel momento in cui il designer le aveva commentate. I lavori che compongono l’allestimento creano un panorama degli ultimi 120 anni (dal 1900 al 2021) osservati dall’ottica di un autore straordinario.
Ideata per un piccolo spazio espositivo, senza essere una retrospettiva, la mostra propone lavori creati nella fase jugoslava fino al 1986 e quelli realizzati negli Stati Uniti fino ad oggi, inclusi alcuni lavori raramente esposti.

Le copertine di “Time” rispettivamente nel 1990 e nel 1991. Foto: Željko Jerneić

Pensiero critico e linguaggio visivo
Le opere di Ilić sono un connubio perfetto tra il linguaggio visivo, attuale e formalmente impeccabile, e la straordinaria capacità dell’autore di riassumere ed esprimere tramite un’immagine composta da pochi, ma incisivi elementi, il suo pensiero critico e la sua filosofia ed etica. La semplicità ed eleganza delle immagini nascondono spesso un ulteriore strato di lettura che l’osservatore coglie più da vicino e che contribuisce a rendere un poster o una copertina ancora più intrigante. Spesso, però, l’osservatore ha bisogno di una spiegazione del contesto in cui è stata creata l’immagine o di conoscere la vicenda storica alla quale questa si riferisce per poter interpretare la composizione a tutti i livelli.

”New York Times Book Review” (1997). Foto: Željko Jerneić

Lo scoppio dell’epidemia di AIDS
Gli esempi sono numerosi, ma tra quelli più incisivi rientra senz’altro la copertina del “Washington Post” del 1997, con al centro la parola “AIDS”. Sedici anni dopo lo scoppio dell’epidemia del virus HIV, il quotidiano statunitense rivelava come a causa del modo in cui la diffusione del contagio veniva seguita – si basava esclusivamente sulla registrazione del numero di malati di Aids – non esisteva alcun modo per scoprire il numero reale di contagiati dal virus HIV, che causa la malattia. Nell’illustrazione di Ilić, la parola AIDS è composta da minuscole sagome di esseri umani “distese” (a simboleggiare i morti di questa malattia), mentre gli spazi intorno alla parola sono popolati da sagome “in piedi”, disposte in file regolari che, però, si perdono nell’oscurità intorno alla parola, il che sta a significare che il numero di contagiati supera di gran lunga i casi noti.

Un’illustrazione del “Washington Post” (1997). Foto: Željko Jerneić

Il ciclo «Cyberhate»
Di grande effetto anche la copertina della rivista “Emerge”, con una delle illustrazioni del ciclo “Cyberhate”, pubblicata nel 1996. Nella metà degli anni Novanta la Rete diventa sempre più mainstream e il fatto viene visto con grande ottimismo, in quanto si crede che ciò permetterà alle persone di condividere liberamente le informazioni e di comunicare più facilmente. Ben presto, però, emerse anche il lato oscuro di questa nuova piattaforma: iniziarono a sorgere nuove organizzazioni di estremisti razzisti. L’immagine di Ilić collega con grande efficacia la luce dello schermo e la tastiera del computer con l’abbigliamento dell’organizzazione razzista Ku Klux Klan (un cappuccio bianco e un paio d’occhi che fissano minacciosi l’osservatore dalle aperture nel cappuccio).

Il cartellone per lo spettacolo “Anne Frank. Foto: Željko Jerneić

«A.C. 2020», la pandemia
Ilić non ha tralasciato a commentare la pandemia, un altro evento mondiale che ha sconvolto le nostre vite, e ha scelto di farlo tramite il fumetto “A.C. 2020”, una forma alla quale ha fatto ritorno dopo diversi decenni. In quattro tavole, realizzate su un iPad, Ilić ha raccontato l’ansia, la solitudine, l’isolamento e il bisogno di contatto umano suscitati dai lockdown, quando le strade delle città sono rimaste spettralmente deserte per alcuni mesi. L’allestimento, sistemato secondo un ordine cronologico, è un viaggio impressionante nella storia mondiale del ventesimo e dei primi due decenni del XXI secolo, in quanto Mirko Ilić ha commentato tutte le maggiori vicende verificatesi nel corso dei decenni sulla scena internazionale, esprimendo attraverso le sue illustrazioni la sua posizione etica e morale, rimarcando l’importanza della tolleranza e individuando i fenomeni emergenti.

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