L’Inferno in immagini di Francesco Carbone

XXI Settimana della Lingua italiana nel mondo. La mostra «Pictura Dantis» ha inaugurato nella Comunità degli Italiani di Pola la seconda sessione del Seminario d’aggiornamento professionale

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L’Inferno in immagini di Francesco Carbone

Settantotto opere di Francesco Carbone che illustrano integralmente l’Inferno di Dante si trovano in esposizione nel Salone degli spettacoli della Comunità degli Italiani di Pola. La mostra – eccezionale – è stata inaugurata ieri nell’ambito della XXI edizione della Settimana della Lingua italiana nel mondo su iniziativa della Società “Dante Alighieri” – Comitato di Gorizia in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Pola. “Pictura Dantis” ha aperto infatti la seconda sessione del Seminario d’aggiornamento professionale dal titolo “Viaggio tra le righe degli scrittori della Comunità Nazionale Italiana. La lingua italiana quale veicolo trasmissivo e divulgativo dell’identità nazionale. Dagli obiettivi formativi del Curricolo di lingua italiana/Lingua e letteratura italiana-Lingua materna ai percorsi di interdisciplinarietà”. Presenti a Pola (ormai è un lusso) sia l’autore che il curatore della mostra, rispettivamente Francesco Carbone e Walter Chiereghin.

Walter Chiereghin e Francesco Carbone

L’illustrazione di un’opera letteraria

La decisione di celebrare Dante con un’esposizione e un catalogo di illustrazioni ispirate alla prima delle tre cantiche della Divina Commedia è nata da un incontro a casa dell’autore che, leggendo i versi di Dante, aveva abbozzato d’istinto una serie di scene descrittive dell’opera. “Dante si legge per immagini”, ha commentato Chiereghin, spiegando che tra la prima narrativa (Dante e Virgilio spettatori dell’Inferno) e la seconda (i singoli episodi e personaggi, tra cui il Conte Ugolino, Paolo e Francesca ecc.) le illustrazioni prediligono essenzialmente la prima linea. Istruttivo e divertente insieme l’intervento dell’autore. Chiamato a esprimersi su come e perché si finisce per illustrare un libro, Carbone ha risposto tra il serio e il faceto: “Perché fare qualsiasi cosa di gratuito piuttosto che inseguire il potere, ammassare denaro e dare libero sfogo al narcisismo? Rispondo con Monet quando gli posero più o meno la stessa domanda. Disse dunque Monet: ‘Perché è come fare la pipì: non è una cosa che si può trattenere’. Sono cose strane queste: fare qualcosa di gratuito quando il resto del mondo rincorre denaro e potere…”.

Certamente l’Inferno si legge per immagini. A qualunque età lo si faccia, in qualunque occasione, ognuno si crea d’istinto la propria immagine della dannazione, tale è il potere evocativo dell’oltretomba, giacché nessuno lo ha mai visto ma tutti lo temono.

Non per niente Chiereghin può tornare a constatare, come fa appunto nel catalogo di presentazione delle opere, che “la tradizione figurativa ha sollecitato l’inventiva di pittori e illustratori di chiara fama fin dal Rinascimento”, tant’è vero che pittori come il Botticelli hanno sempre attinto a piene mani al testo del poema, evidentemente “attratti dalla sontuosa coralità di molti suoi passaggi, dalla resa plastica di singole terzine, dalla complessa organizzazione dell’impianto narrativo e dalla visionarietà del testo”, il quale incanta anche a distanza di sette secoli della morte del poeta.

La copertina del catalogo che accompagna la mostra

Coltivare e tramandare la lingua

Per la cronaca, la seconda sessione del Seminario d’aggiornamento per docenti di lingua e letteratura italiana delle scuole del gruppo nazionale ha visto la partecipazione di numerose autorità che hanno inteso rendere il proprio personale omaggio al poeta e all’italiano in genere, festeggiato ogni anno in ottobre (ma quest’anno in particolare dato che ricorre il settecentesimo della morte del suo Padre spirituale).

In apertura dunque i saluti del Console Generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, colpito dall’intensità delle immagini di Carbone, che “esprimono la forza e la profondità del linguaggio dantesco”. Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha potuto rievocare la sua esperienza di insegnante di italiano e geografia proprio grazie al fatto di aver insegnato la Divina Commedia: “Non è facile insegnare Dante se volete farlo amare, ma è stato uno dei più bei ricordi della mia vita”, ha detto evidenziando il fatto che “la lingua è una parte importante della nostra identità” per cui siamo in obbligo di coltivarla, curarla e tramandarla.

Tra il pubblico autorità, insegnanti e studenti

Esercitare la democrazia

Gianclaudio Pellizzer, presidente del Consiglio regionale della Minoranza italiana autoctona, ha ampliato ulteriormente il concetto: “Dobbiamo allargare l’orizzonte culturale per poter essere in grado di valutare, discernere e scegliere, ma anche per poter esercitare la nostra democrazia in maniera consapevole e matura”. Tra i presenti in sala anche il presidente della GE dell’UI, Marin Corva e tra i discorsi di circostanza i saluti del vicesindaco di Pola, Bruno Cergnul e quelli della presidente della CI, Tamara Brussich. Nel proseguimento del seminario, che si svolge con il Patrocinio dell’Agenzia nazionale per la formazione, la Biblioteca civica, l’Università di Pola e la Società Dante Alighieri, studenti e docenti hanno assistito a distanza alla lectio magistralis “A te convien tenere altro viaggio: Dante a casa e fuori di casa” del prof. Riccardo Bruscagli dell’Università degli Studi di Firenze. A fare gli onori di casa Gianfranca Šuran, consigliera per l’istruzione in lingua italiana dell’Agenzia nazionale per la formazione. Si sono tenuti quindi gli interventi dei relatori Corinna Gerbaz Giuliano (Dipartimento di Italianistica, Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume), Gianna Mazzieri Sanković (Dipartimento di Italianistica, Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume) e della scrittrice e critica letteraria Paola Zannoner (connessione da remoto). In conclusione di giornata si è potuto partecipare a una discussione.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita…” (La selva oscura) di Francesco Carbone

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