L’italiano quale ricchezza culturale universale

A colloquio con Selma Smajić, studentessa del Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, la quale è stata insignita del Premio Cergoli per la sua tesi sulla poetica di Alessandro Damiani

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L’italiano quale ricchezza culturale universale

Gli studenti del Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, che celebra quest’anno dieci anni dalla fondazione, sono sempre più numerosi e l’interesse per la lingua italiana, ovvero per lo studio approfondito della linguistica, filologia e letteratura italiana, coinvolge non solo i ragazzi della CNI, ma anche quelli della maggioranza. Selma Smajić ha ottenuto il Premio Cergoli, assegnato dal Club Touristi Triestini, per la sua tesi di laurea triennale conseguita al Dipartimento di Italianistica sotto la supervisione della professoressa Gianna Mazzieri Sanković e dedicata alla figura di Alessandro Damiani. Abbiamo chiesto alla neolaureata come è nato l’amore per la lingua italiana e l’interesse per la produzione di uno dei nostri scrittori e poeti più poliedrici.

 

Amore per la lingua e la cultura italiane

Hai finito da poco il triennio di Lingua e Letteratura italiana a Fiume. Come mai hai deciso di scegliere questo corso di studio?

“Sin da piccola sono stata attratta dalla lingua italiana, infatti considero l’italiano da sempre una lingua sensuale, proprio come il francese. Successivamente questo interesse, soprattutto nel corso della scuola media superiore, si è trasformato in un amore vero e proprio non solo per la lingua, ma anche per la storia e cultura italiana il che mi ha spinto a proseguire con lo studio”.

È stato difficile imparare l’italiano?

“In realtà no. Pur non essendo di madrelingua italiana, ho concluso gli studi presso la San Nicolò e, successivamente, presso la Scuola Media Superiore Italiana di Fiume (indirizzo scientifico-matematico), e queste due scuole mi hanno spinto a conoscere meglio la realtà della Comunità Nazionale Italiana”.

Rapporto uomo-natura-società

Alla fine dei tre anni hai scritto una tesi su Alessandro Damiani intitolata “La poetica nella produzione matura di Alessandro Damiani”. Da dove è nato questo interesse per Damiani?

“L’interesse per Damiani nasce dopo aver letto un paio di poesie. Precisamente sono stata affascinata dal suo pensiero che viene elaborato, soprattutto, attraverso le poesie, nelle quali rispecchia con amarezza le problematiche del mondo novecentesco, denotando una verità sul rapporto uomo-natura-società e rivelando in tal modo i conflitti e le contraddizioni che, in realtà, sono temi comuni a quasi tutti gli intellettuali neorealisti del tempo. Ma quello che Damiani fa, in più, è accentuare la questione delľidentità culturale degli italiani residenti nelľarea istro-quarnerina, i rimasti”.

Tracciato il percorso ideologico dell’autore

Di che cosa parla la tesi?

“Come rivela lo stesso titolo, la tesi riguarda la poetica della produzione matura di Damiani. Lo scopo principale era quello di tracciare, mediante le poesie, il percorso ideologico dell’autore e di capire il contesto storico-culturale del periodo.
La ricerca è divisa in tre parti. Nella prima parte dello scritto viene effettuata una breve analisi della vita e delle opere del pluripremiato Alessandro Damiani, come pure una sua riflessione sul periodo storico e sulľideologia antifascista. A tal riguardo vengono rilevate le sue idee socialiste e la ragione del controesodo nell’area dell’ex Jugoslavia. La seconda parte, affronta l’analisi delle poesie tratte dalle opere: ‘Illudere parvenze di vita’, ‘Trittico’ e ‘Note di viaggio’. Attraverso ľelaborazione critica dei versi si illustrano la vita, il suo significato e la concezione del mondo delľintellettuale calabrese. Tra ľaltro, si evince la tensione delľautore nella ricerca di sé stesso, dei valori umani, sociali e morali. Nella terza parte, invece, vengono messe a confronto le poesie di Alessandro Damiani con ľampia produzione lirica novecentesca italiana. Accanto a riferimenti ermetici riscontranti in Ungaretti e Montale vengono segnalate pure influenze decadenti. Mediante queste tre fasi si riscontra un’evoluzione ideologica dell’autore, la quale da una parte, nelle opere giovanili, promuove la solidarietà e la partecipazione umana mentre dall’altra, nell’attività più matura, si presenta quale poeta legato piuttosto ai concetti di morte e di consapevolezza della sofferenza umana”.

Ora prosegui gli studi?

“Sì, da poco ho acquisito la qualifica di dottoressa in Lingua e letteratura italiana (a conclusione del biennio magistrale a Italianistica di Fiume, ndr) il che però non significa che lo studio finisce qui. Tanto è vero che il mio percorso universitario è stato soltanto uno dei tanti capitoli del libro che sto scrivendo”.

Passione per la diplomazia culturale

Quali sono i tuoi piani per il futuro? Come vorresti applicare il sapere acquisito all’Università?

“Poiché, un paio di mesi fa ho ottenuto la laurea presso l’Università di Londra, intitolata ‘Global Diplomacy – Diplomacy in the Modern world’, l’idea è di approfondire lo studio della diplomazia, precisamente quella culturale. È un qualcosa di cui mi sono interessata già da adolescente, probabilmente perché sono una persona che racchiude in sé diverse ricchezze culturali, quella araba, bosniaca, croata, ma anche quella italiana, di conseguenza il sapere acquisito all’Università lo ritengo un dono che entra a far parte del mio essere e che sarà, come tale, applicato in ogni percorso della mia vita”.

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