L’impatto delle politiche culturali sulla società

Durante la seconda giornata della Conferenza scientifica internazionale è stata presentata l'offerta delle città di Sebenico, Lublino e Novi Sad. Sottolineata l'importanza dell'impatto delle politiche culturali sulla società

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L’impatto delle politiche culturali sulla società
Ewa Orzeszko. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La Conferenza scientifica internazionale “La cultura nel periodo post-pandemico – una possibilità di crescita e nuove opportunità”, realizzata nell’ambito del progetto europeo MESOC (Mesuring the social dimension of culture – Misurare la dimensione sociale della cultura), dopo una prima proficua giornata nella Casa dell’infanzia a Fiume, ha avuto il suo prosieguo negli spazi del Ri-Hub, dove il discorso è continuato sulla scia delle buone pratiche del giorno precedente.

A parlare del progetto della “Fortezza della cultura” di Sebenico (Fortress of Culture Šibenik) è stata Đurđa Vrljević Šarić, la quale ha illustrato come creare un solido legame tra contenuti culturali e turismo. Un esempio diametralmente opposto è stato quello della città di Lublino, in Polonia, che ha realizzato ben quattro Festival culturali, cercando di non fare di loro esclusivamente un magnete per i turisti. A parlare di questa esperienza è stata Ewa Orzeszko, la quale ha esposto non solo le caratteristiche dei quattro Festival estivi: la Notte della Cultura, Different sounds, il Carnevale Sztukmistrzów e la Tradizione Jagiellonian. Orzeszko ha illustrato pure il fatto dell’inclusione dei numerosi stranieri che si trovano attualmente in città, sia che si tratti di studenti, che di lavoratori o di immigrati dall’Ucraina, la quale si trova a meno di cento chilometri di distanza. Lublino, proprio come Fiume, è stata una città multiculturale anche storicamente e prima della Seconda guerra mondiale vantava un’importante minoranza ebraica. I progetti culturali di oggi, tutti gratuiti e aperti al pubblico, puntano a riscoprire e valorizzare questi valori, motivo per cui, dal 2007, il motto di Lublino è “Città dell’ispirazione” e le tre parole chiave dei progetti sono: unicità, località e impegno.
È seguita l’esperienza di Novi Sad, Capitale europea della Cultura 2022, sulla quale si è soffermata Sara Vuletić. Novi Sad ha puntato non solo sulla cultura, ma anche sull’ecologia, concentrandosi sul fiume Danubio e sulla necessità di prevenire l’inquinamento delle sue acque. I quattro ponti che collegano le due sponde di Novi Sad sono stati intitolati: Arcobaleno, Libertà, Amore e Speranza e rappresentano un legame non solo fisico, ma anche ideale di coesione della città.
È seguito un workshop coordinato da Grazia Concilio, Irene Bianchi e Ilaria Tosoni del Politecnico di Milano. Per partecipare al laboratorio bastava fare la scansione del codice QR con il telefono. Le ricercatrici hanno caricato un questionario e le risposte fornite dai presenti si sono potute leggere in tempo reale sullo schermo della presentazione. Le domande erano legate all’accesso a corsi di perfezionamento, all’accesso alla documentazione necessaria e ai risultati dei progetti, ma anche ai regolamenti e alle leggi riguardanti le iniziative culturali. Irene Bianchi ha parlato pure dell’impatto delle politiche culturali sulla società e di come, ad esempio, il teatro può avere un influsso, seppure indiretto, sui cambiamenti sociali. Affinché la cultura possa agire in questo modo, ha spiegato, è necessaria la presenza di alcuni fattori facilitanti, come ad esempio la disponibilità politica, le risorse economiche, il sapere e l’abilità, il senso di appartenenza e una cornice legale.
In conclusione della giornata, Francesco Molinari, dell’Università di Valencia, ha tratto le somme di ciò che è stato fatto annunciando che i risultati raccolti verranno pubblicati in un manuale. Il prossimo appuntamento del progetto MESOC, si terrà a Parigi nel mese di marzo del 2023. Per comprendere meglio la portata del progetto è possibile visitare il sito toolkit.mesoc-project.eu.

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