Laureati CNI una risorsa di valore inestimabile

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Laureati CNI una risorsa di valore inestimabile

FIUME | Nel Salone delle Feste della Comunità degli Italiani di Fiume sono stati presentati giovedì scorso i risultati finali del progetto “Mappa, proiezione e universo laureati della Comunità Nazionale Italiana (1965-2016)”, una ricerca promossa dal Centro Italiano di Promozione, Cultura, Formazione e Sviluppo “Carlo Combi” di Capodistria con il sostegno dell’UI, il cui obiettivo era quello di creare un database dei laureati appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana, nonché identificare e profilare con maggiore precisione le risorse umane all’interno della CNI in possesso della laurea e per favorire il loro coinvolgimento più attivo nelle future attività della minoranza. La ricerca è stata portata avanti da Alessandra Galmonte e Tiziano Agostini, dell’Università di Trieste. Il database ha pure un ruolo pratico, in quanto consente alle imprese italiane che desiderano investire in Croazia o in Slovenia e che hanno bisogno di risorse umane laureate di individuare i possibili candidati.

A salutare i presenti all’inizio dell’evento è stata la presidente della CI, Melita Sciucca, la quale ha definito estremamente interessante il tema della ricerca. “Essa ci permette di capire dove siano oggi i laureati della CNI, quale sia il futuro dei nostri asili e delle scuole e se ci sia spazio per recuperare queste persone”, ha dichiarato.

Tema molto attuale

Il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, ha innanzitutto voluto ringraziare il Centro “Carlo Combi” per la collaborazione su quest’importante progetto e gli studiosi che hanno svolto il lavoro di ricerca. “Per la Giunta esecutiva dell’UI questo è un tema molto attuale e lo avevamo proposto anche nell’ambito del secondo Attivo consultivo del Settore scuola perché ci siamo resi conto che ci sono ancora tanti nostri connazionali laureati che hanno studiato con le borse di studio erogate dall’UI, ma che non hanno ancora trovato un lavoro – ha precisato Corva –. Il nostro obiettivo è quindi proseguire su questa strada e cercare di capire in che modo migliorare le condizioni dei nostri laureati”, ha concluso Corva, mentre il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, ha osservato che la ricerca è importante per la CNI, ma rende pure possibile presentare concretamente i risultati del sostegno finanziario delle istituzioni italiane all’opinione pubblica italiana. “È importante presentare i risultati che sono stati raggiunti nei decenni”, ha concluso Palminteri.

Un quadro della situazione

Il direttore del Centro “Carlo Combi”, Kristjan Knez, ha rilevato che esiste un rapporto di collaborazione tra il Centro e Fiume. “Abbiamo allargato l’orizzonte collaborando con le scuole e gli asili – ha rilevato Knez –. Nel 2014 abbiamo coinvolto la SMSI di Fiume in un progetto quinquennale sulla Prima guerra mondiale, conclusosi nell’ottobre 2018, mentre nei prossimi due anni lavoreremo con i ragazzi al progetto che avrà come tema Fiume alla fine del Primo conflitto mondiale, in quanto questa città fu al centro dei contenziosi politici dell’epoca. Sappiamo, inoltre, come la CNI sia diventata una minoranza, ma non siamo a conoscenza di ciò che è riuscita a costruire negli anni. Con il tempo, grazie all’UI, siamo riusciti a creare una base di laureati e intellettuali. Pertanto, questa ricerca non è fine a sé stessa, ma vuole soprattutto offrire un’opportunità di lavoro ai nostri laureati. Implementare questo progetto vuol dire fare in modo che i laureati si possano inserire nella banca dati e avere così una fotografia della situazione in questo contesto”, ha concluso Knez.

Un mondo quasi sconosciuto

Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha rilevato che nel corso dei decenni l’UI ha realizzato tanti progetti strategici: ha costruito scuole e sedi delle varie Comunità degli Italiani e quant’altro, ma non ha investito a sufficienza nella risorsa più grande – i connazionali. “Il Centro ‘Carlo Combi’ ha svolto un lavoro molto accurato e oggi abbiamo una fotografia dell’universo dei laureati CNI dal 1965 al 2016 – ha puntualizzato Tremul –. Ciò che emerge è un mondo per certi aspetti quasi sconosciuto. Dal 1979, l’UI, in collaborazione con l’UPT, ha elargito 612 borse di studio per le Università italiane, croate e slovene, 82 borse di studio per il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Duino, 28 borse di studio per master e dottorati di ricerca, quattro borse di studio per le eccellenze e un numero elevatissimo di contributi finanziari per il conseguimento dell’equipollenza dei titoli di studio, per gli esami integrativi e per l’ottenimento delle necessarie competenze pedagogiche”, ha precisato Tremul, aggiungendo che questa ricerca comprova la bontà delle scelte fatte e offre delle possibilità a coloro che cercano un impiego. Ha inoltre accennato alla situazione attuale in Croazia e Slovenia, dove i giovani scelgono sempre più spesso di andare a lavorare all’estero, il che crea ulteriori problemi alle istituzioni della CNI.

259 laureati

La raccolta dei dati per la ricerca è stata svolta mediante un lungo questionario diviso in quattro parti: il profilo anagrafico, quello degli studi, seguito da quello lavorativo, mentre si conclude con la parte dedicata alle opinioni dei rispondenti sulle attività della CNI. Hanno iniziato a compilarlo 268 persone, di cui 259 hanno risposto alla prima domanda, che serviva da filtro per selezionare soltanto coloro che erano in possesso di almeno un diploma universitario. Di questi, 174 hanno dato l’autorizzazione a essere inseriti nel database. La cittadinanza più rappresentata è quella italiana, seguita da quella croata e infine quella slovena. Riguardo alla doppia cittadinanza, la maggior parte degli intervistati possiede la doppia cittadinanza croato-italiana, seguita da quella slovena-italiana. I rispondenti risiedono in prevalenza in Croazia, in minima parte in Slovenia, mentre un numero esiguo risiede in Italia.

Orgogliosi dell’appartenenza alla CNI

Quasi due terzi del campione si colloca nella fascia d’età che va dai 27 ai 45 anni, con un picco di rispondenti over 51. Più della metà dei partecipanti al questionario è in possesso di una laurea con il vecchio ordinamento (ovvero, che non prevede il modello 3+2 caratteristico per il processo di Bologna). Di questi, un po’ meno della metà si è formata in area umanistica, seguita dall’area scientifico-tecnologica, da quella giuridico/economica/sociale e infine da quella medico/sanitaria. La maggior parte dei rispondenti si dichiara molto soddisfatta del tipo di lavoro che svolge, della sua adeguatezza rispetto al livello d’istruzione.
Per quanto riguarda la parte del questionario che indagava le opinioni sulla CNI e le sue attività, solamente poco più di un decimo dei rispondenti dichiara di non essere a conoscenza delle attività della CNI e la maggior parte giudica positivo il suo operato.
Dalla ricerca emerge pure un estremamente elevato senso d’appartenenza alla Comunità, in quanto la maggioranza dei rispondenti si dichiara estremamente orgoglioso di far parte della CNI e di dichiararlo.
Il sito del progetto è www.laureaticni.eu, dal quale poi si accede al database dei laureati.
I risultati della ricerca verranno presentati anche in Slovenia, precisamente il 19 febbraio (ore 11) presso il Dipartimento d’Italianistica della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università del Litorale a Capodistria.

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