L’aggressività dei bambini: come nasce e in che modo gestirla?

Ha avuto luogo negli ambienti della Facoltà di Scienze per la formazione di Pola il Seminario di aggiornamento per le educatrici che lavorano presso le istituzioni prescolari della CNI organizzato dall’AZOO e realizzato grazie ai fondi dell’Unione Italiana

0
L’aggressività dei bambini: come nasce e in che modo gestirla?
Nevia Močinić, Renata Martinčić e Patrizia Pitacco. Foto: Arletta Fonio Grubiša

Insegnanti ostaggi di allievi insolenti e violenti, vittime di minacce, atti di bullismo tra coetanei in aula, genitori assenti o invadenti: che cosa sta succedendo alla scuola oggi, o meglio, cosa sta capitando all’intera società odierna quando nella cronaca degli ultimi anni fioccano casi di violenza che altro non sono se non la spia di un fenomeno in crescita sfuggito di mano, difficile da capire e da riportare sotto il livello di guardia. Ci si chiede da dove cominci l’aggressione? Dal nucleo familiare, dalla strada, dalle istituzioni formative?

Saper riconoscere il problema
In ogni caso, ieri negli ambienti della Facoltà polese di Scienze per la formazione è stata compiuta un’operazione di specifica differenziazione: una cosa è la violenza a scuola, un’altra è l’aggressività che si manifesta nell’”età dell’innocenza”, nei soggiorni delle istituzioni prescolari. Da qui il grande ruolo che gli educatori possono rivestire nell’aiutare i genitori a riconoscere un eventuale problema sul nascere, fare da correttivo e prevenzione, partendo dalla necessità di comprendere le ragioni che si celano dietro ai comportamenti aggressivi, certi diremmo normali e di appannaggio dell’età della crescita, altri già insoliti e che richiedono un intervento correttivo e di aiuto per i bimbi alle prime.. armi con il mondo che li circonda.

Un appuntamento tradizionale
Un contributo alla comprensione è arrivato proprio ieri in sede di Seminario di aggiornamento per le educatrici che lavorano presso le istituzioni prescolari della Comunità Nazionale Italiana, appuntamento tradizionale ad ogni fine settembre, prima dell’avvio dell’anno accademico che stavolta ha trattato il tema “L’aggressività dei bambini da uno a otto anni” illustrato ampiamente e da tutte le prospettive dalla prof.ssa Renata Martinčić, con laurea magistrale in psicologia e dottorato di ricerca in Neuroscienze e scienze cognitive.
Parole di benvenuto per un seminario dai connotati di vera e propria tavola rotonda tra addetti al mestiere dell’educazione, sono state espresse da Nevia Močinić, docente collaboratrice della Facoltà di Scienze per la formazione, in presenza della vicepreside Lorena Lazarić e di Patrizia Pitacco, consulente superiore per la CNI in seno all’Agenzia per l’educazione e la formazione (AZOO) cui si deve l’organizzazione dell’appuntamento in collaborazione con l’Ateneo, la Facoltà ed i finanziamenti dell’Unione Italiana.

Teoria, pratica e laboratori
Come da indicazioni fornite dalla consulente, la mattinata si è sviluppata attraverso tre sessioni di 90 minuti, che hanno visto impegnati ben cinque gruppi di lavoro, via via intercalando lezione teorica, pratica e da laboratorio. Quello che è stato notato fin dall’inizio è lo spirito della collaborazione e l’interazione stabilita tra relatore e ascoltatori per un reciproco scambio di esperienze, una condivisione di conoscenze, di idee e ricerca, di possibili soluzioni alle impasse della prima età.
La prof.ssa Renata Martinčić ha spaziato entro i meandri dell’argomento inquadrando i tipi di aggressività, la prevalenza, rispondendo alla domanda se i bambini “nascano buoni” o meno, inquadrando i disturbi legati all’aggressività, i fattori di rischio e di protezione, le basi neurali dell’aggressione fino a passare alle esercitazioni concrete. Interessante la categorizzazione degli scopi della rabbia nei pargoli, che l’esperta in psicologia dell’età evolutiva ha individuato e gli educatori riconosciuto nella propria esperienza personale di ogni giorno. Tutta una questione di catarsi (eliminazione del “fastidio” chiamato collera), di spostamento (scelta di un altro bersaglio), di lotta per l’ottenimento della posizione preminente nel gruppo (che associa alla mentalità di branco), di difesa da un’altra aggressione, di ottenimento di un vantaggio per sé stesso e per il proprio gruppo (e qui si dirà che tutto il mondo è Paese e che l’ingordigia dei potenti si generi dalla culla). La rabbia proattiva, reattiva, diretta o indiretta che si conosce, insomma mille sfaccettature, ed ha un’età precisa.

Differenza tra maschietti e femminucce
Come sentito ieri, nei bimbi in fasce (asilo nido), non esiste ancora aggressività verbale e dopo i 2-3 anni tutto può manifestarsi con un… morso per esprimere deliberatamente le proprie emozioni, imporsi e intimidire il prossimo. Mentre l’adulto investe nel rispetto della parità di genere, dall’asilo scaturisce la prova esatta per cui tra piccoli uomini e piccole donne ci sta eccome la differenza. Se i maschietti fanno più a pugni per impossessarsi dell’oggetto voluto o per garantirsi l’egemonia, le femminucce sono più artiste dell’aggressione verbale e della manipolazione con la parola, senza risparmiare offese di tipo animale (oca o gallina) alla rivale, collega di soggiorno.

Gestire i conflitti
Sentiti ieri tanti suggerimenti sul come gestire i conflitti d’asilo, calmare le acque con cognizione di causa e sensibilizzare i genitori nei confronti di certi problemi reali che esulano dalla “norma”, in maniera tale da scoprire per tempo il problema e avviare un trattamento di soluzione precoce ed efficace. È cosa risaputa che le impasse nascono soprattutto nella famiglia e che troppo spesso la mancata “ammissione” e volontà genitoriale di cercare una soluzione per tempo, finisca per mortificare gli sforzi messi in campo dalle istituzioni prescolari, successivamente da quelle scolastiche. Renata Martinčić, ieri, ha sicuramente dato una mano in fatto di approccio all’aggressività, un termine spesso frainteso, di spiegazione delle cause e sintomi, di ragionamento sulle reazioni dei bambini, della famiglia, dell’ambiente sociale e sul come rispondere con calma e gesso per placare l’ira, non ancora funesta, dell’età puerile.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display