Il fascino dell’arpa raccontato in musica

Alla CI di Fiume ha avuto luogo il concerto di Diana Grubišić Ćiković e dei suoi ospiti zagabresi

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Il fascino dell’arpa raccontato in musica
L’arpista Diana Grubišić Ćiković con il pubblico fiumano. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

“A nome della Comunità degli Italiani desidero dare il mio benvenuto e ringraziare tutti per essere venuti. Siamo lieti di accogliervi e spero che vi sentirete bene. Sono onorata di ospitare una grande artista quale è Diana Grubišić Ćiković e i suoi bravissimi ospiti e sono sicura vi godrete questa bellissima serata” – con queste parole la presidente del sodalizio fiumano, Melita Sciucca, ha aperto il raffinato concerto offerto dai tre artisti, realizzato grazie al contributo della Città di Fiume. A seguire l’arpista, dopo aver magistralmente proposto il Pavana e variazioni di Antonio de Cabeyon, ha spiegato al pubblico di voler raccontare, attraverso il concerto, lo sviluppo dell’arpa nella sua ambizione di diventare flessibile e armonicamente immaginabile in tutte le sue tonalità in quanto, nella sua storia, è stata sempre ritenuta uno strumento dalle modeste possibilità che, fino al Medioevo, faceva solamente da accompagnamento ai cantanti e/o alle voci. In tale contesto ha rilevato che “Con questo programma ho voluto illustrare la crescita di questo strumento, da quello cromatico spagnolo, costituito da due file di fili, come nel brano di de Cabezon, fino a quelli successivi, le cui caratteristiche sono udibili nelle altre melodie”. Le stesse sono consistite nel Concerto per arpa op. 4 nr. 6 in b-maggiore (Andante, Larghetto, Allegro moderato) di Georg Friedrich Haendel, nella Grande sonata per arpa in Es-maggiore di Jan Ladislav Dussek (Allegro brillante, Andantino, Rondeau) e nella Fantasia in c-minore del tedesco Ludwig Spohr. Nella seconda parte della serata, dopo aver riportato altre interessantissime nozioni relative al più antico strumento musicale a corde conosciuto, la bravissima artista ha presentato una delle opere più belle per arpa solista del periodo tardo-romantico, Une chatelaine en sa tour op.110 di Gabriel Faure, dedicata, come quella successiva, la Impromptu, alla famosa arpista Micheline Kahn, seguite dalla composizione fortemente evocativa Au matin di Marcel Tournier. In conclusione dell’elegante appuntamento musicale all’artista si sono uniti la flautista Tamara Coha Mandić e il violista Krešimir Petar Pustički, entrambi zagabresi, i quali hanno affrontato la Sonata per flauto articolata in tre movimenti (il “Pastorale” – Lento, dolce rubato, l’“Interludio” – Tempo di minuetto e il “Finale” – Allegro moderato ma risolto) di Claude Debussy.

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