Violino! Come te non c’è nessuno

Oggi viene celebrata la Giornata mondiale del più famoso degli strumenti ad arco. Ce ne parla Giuditta Rossi dell’Orchestra sinfonica dello «Zajc»

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Violino! Come te non c’è nessuno
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

I l violino – possiamo dirlo liberamente, senza timore di smentita – è lo strumento ad arco più conosciuto al mondo e non sorprende che abbia una giornata dedicata alla sua esistenza. Dopotutto, dalla musica classica occidentale e indiana al bluegrass e al jazz, tutto sarebbe impensabile oggi senza il violino. Si tratta probabilmente dello strumento più versatile al mondo in termini di repertorio, ed è forse per questo che c’è una giornata speciale tutta sua, per celebrarne le doti. Il violino stesso sembra essersi evoluto da strumenti medievali simili ai violini. Ha assunto la sua forma distintiva nel XV secolo, diventando lo strumento virtuoso più popolare in Europa entro gli anni ‘60 del XVII secolo. La maggior parte dei violini prodotti oggi sono copie di Stradivari o Amati, quest’ultimo attivo come costruttore di violini nel XVI secolo. La storia del violino nasce nel XVI secolo: secondo alcune fonti fu Andrea Amati di Cremona a creare il primo violino della storia, altri sostengono sia stato Gasparo da Salò di Brescia, ma non si conoscono date precise: probabilmente i due artigiani fissarono alcuni criteri base per costruire quello che oggi conosciamo come violino e i loro successori hanno a mano a mano modificato in meglio la loro bozza. Di sicuro si sa che il violino più antico è del 1564 e fu realizzato da Andrea Amati, ma nello stesso periodo si hanno testimonianze di liutai a Parigi, Lione, Bruxelles, Anversa e Praga.

Un pilastro della musica
Oggi, il violino non solo rimane un elemento indispensabile della musica classica occidentale, ma ha trovato la sua strada anche in varie forme di musica classica e popolare in tutto il mondo, così come in vari altri generi. Ci sono molti violinisti e suonatori di violino in tutto il mondo oggi, quindi è facile capire perché la Giornata del Violino abbia avuto successo! In effetti, il violino è presente nei gruppi musicali più prestigiosi al mondo. Uno strumento con origini umili è diventato un pilastro importante della musica classica. Il violino è uno strumento musicale ad arco, facente parte della famiglia delle viole, costruito principalmente in legno, con quattro corde accordate per quinte (mi, la, re e sol) tese su un punticello. Lo sfregamento delle corde con un archetto produce delle vibrazioni che, trasmesse al corpo, producono il suono che tutti conosciamo. In Italia c’è una grande tradizione di liutai, i violini più famosi del mondo sono stati realizzati in Italia da Antonio Stradivari, mentre il violinista più famoso al mondo fu Niccolò Paganini. Sebbene il violino fosse usato principalmente per allietare le danze, in Italia iniziò una vera e propria scalata verso ruoli ben più nobili, come l’impiego nelle corti e nelle chiese. Vi è prova che nel 1530 a Brescia un violino ha suonato durante una messa; circa dieci anni dopo a Venezia troviamo diverse scuole e lo strumento appare anche in diverse processioni. Per ragion di merito ricordiamo che la vera culla della liuteria è l’Italia, con le famiglie Stradivari, Guarneri, Amati, Montagnana, Gagliano…. Proprio i grandi nomi della liuteria italiana sono oggetto di importanti aste e compravendite in tutto il mondo.

Com’è fatto?
Il violino è composto da una cassa armonica e dal manico innestato nella parte superiore della cassa. La cassa armonica, tradizionalmente di lunghezza compresa tra i 34,9 e i 36,2 centimetri, è costruita in legno di abete rosso e la forma ricorda vagamente un otto. Il fondo, la parte posteriore, e il piano armonico sono convessi e vengono lavorati magistralmente per avere uno spessore uniforme con la sgorbia e la pialla. Il violino ha solamente due aperture, chiamate effe. Per distribuire la pressione generata dalle corde (tese come… corde di violino) nella parte interna troviamo un listello in legno di abete che ha anche la funzione di distribuire uniformemente le vibrazioni su tutto il piano armonico. La tavola armonica e il fondo sono collegati tra loro, oltre che dalle fasce laterali, anche da un listello cilindrico di abete di circa 6 mm di diametro, chiamato anima, posto all’interno della cassa armonica. L’anima è incastrata (notare bene “incastrata” non incollata) fra tavola e fondo in una precisa posizione, vicino al “piede destro” del ponticello. Grazie a essa le vibrazioni sono trasferite anche al fondo dello strumento. La posizione dell’anima influisce sulla resa sonora, sarà dunque fondamentale posizionarla correttamente! Il manico, in acero, è innestato sulla parte superiore della cassa armonica e termina nella cassetta dei piroli. Sulla parte superiore del manico è incollata la tastiera, realizzata in ebano, sulla quale vengono premute le corde. Le corde passano dai piroli a un sostegno all’inizio del manico, chiamato capotasto, scorrono sopra la tastiera, poggiano sul ponticello e vengono fissate alla cordiera, che per mezzo di un cavo viene collegata al bottone.

Una toscana a Fiume
Noi abbiamo voluto condividere la Giornata mondiale del violino con qualcuno che del violino ha fatto il suo “compagno di vita”, uno strumento che, come un vero compagno di vita, ti sa dare soddisfazioni, ma ti può anche far arrabbiare, farti ridere e un momento dopo piangere. Resta, però, un compagno inseparabile. Abbiamo parlato con Giuditta Rossi, violinista nell’Orchestra sinfonica del TNC “Ivan de Zajc” di Fiume dal 2020, mentre il marito, Alessandro Saraconi, cornista, era venuto a Fiume un anno prima. Nata a Figline Valdarno, cittadina di circa 13.000 abitanti del comune di Figline e Incisa Valdarno nella città metropolitana di Firenze, è originaria di Faella, località di circa duemila anime del comune di Castelfranco Piandiscò, nella provincia di Arezzo, in Toscana. “Avrò avuto sì e no nove anni quando nella chiesa del mio paese venne a suonare un’orchestra formata da giovani. Mi sembrava come se tutti respirassero insieme. Rimasi affascinata e quell’evento indirizzò praticamente la mia vita. Continuai a parlarne tutti i giorni e i genitori mi chiesero se volessi suonare qualcosa. Dissi di sì”. Inizia così il racconto di Giuditta Rossi e inizia così quella che sarebbe divenuta poi la sua scelta di vita.

La… reimpostazione
Il primo strumento menzionato fu il pianoforte – “ma dai, avere un altro mobile in casa non è proprio il massimo” –, ma alla fine prevalse il violino. “Mi portarono a una scuola di musica nel paese vicino e lì mio padre mi disse che i violini erano i più numerosi – ci racconta Giuditta –. Capii subito che mi interessava soltanto far parte di un’orchestra. Era quello il mio sogno. Insomma, passarono due anni, ma io non progredivo. Il mio babbo – il linguaggio familiare toscano è profondamente radicato in Giuditta – mi disse che la ‘salvezza’ si trovava forse nel paese vicino, dove c’erano un violinista famoso, Roberto Michelucci, livornese di nascita, e sua moglie, nonché allieva, Christine Geismann. Papà chiese, e ottenne, un’audizione. Mi presero come allieva, ma non prima di avermi detto che ero… tutta da reimpostare. È lì che iniziò seriamente il mio percorso formativo. Mi seguiva la moglie, svizzera di Lugano e mi diplomai prima con lei e poi con Michelucci”. Giuditta Rossi ha cercato poi di inserirsi in un’orchestra e venne selezionata per l’Orchestra Giovanile Italiana, per passare poi all’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, “dove mi hanno insegnato il lavoro vero e proprio all’interno di un’orchestra. Seguirono poi diverse audizioni e orchestre, e Giuditta passò così a Cagliari, poi a Milano e Venezia, poi all’Orchestra regionale della Toscana. “Poi ho vinto il concorso per l’Orchestra sinfonica di Roma – ci racconta ancora Giuditta Rossi – ed è lì che ho conosciuto Alessandro”. Alessandro “andava molto in giro” e dopo la chiusura dell’orchestra, nel 2014, Giuditta ha tirato un po’ i remi in barca dedicandosi al figlio Elia e… all’insegnamento. Nel 2019, però, con due violiniste dello “Zajc” in maternità, ha colto la palla al balzo e ha cominciato a suonare a Fiume. Dall’estate 2020 è membro fisso dell’orchestra ma è appena nel 2022 che ha vinto definitivamente il concorso, potendo finalmente stare assieme ad Alessandro ed Elia.

Ore, ore, ore e ore di studio
Ma cosa significa suonare il violino, questo strumento magico? “Ore, ore, ore e ore di studio al giorno – ci dice Giuditta –. È un percorso estremamente difficile e si arriva al punto che alcune cose ti possono sembrare tecnicamente insormontabili. Per questo motivo, la mia vita sociale in fase adolescenziale e anche dopo era praticamente ridotta a zero. I miei compagni si trovavano, uscivano, mentre io, col violino in mano, a studiare, studiare e studiare”. Giuditta cominciò a suonare con un violino… cinese. Poi il Mº Michelucci le prestò il violino “testa di leone”, di cui parla con molto affetto. “Da loro acquistai poi un violino del liutaio Lapo Casini del 1974 e ne sono molto, ma molto gelosa – ci confessa Giuditta Rossi –. Sentivo poi la necessità di avere uno strumento più antico, per il suono caldo, e ne trovai uno di fine ‘700 di un anonimo tedesco con il quale suono ancora ogni tanto. Come i vecchi, anche lui sente i cambiamenti del tempo. Quando arriva la bora ne risente… Il Casini, invece, è delicato con le vernici, tendente al craquelé…”.

Il «dottor» Rusi
Se il violino si “ammala”, bisogna trovare un dottore? Eh sì! E il “dottore” di Giuditta Rossi si chiama Rusi Slavov, nato a Karlovo, in Bulgaria, ma cremonese di adozione. “Ho imparato la liuteria a Cremona, dove vivo e da sempre costruisco i miei strumenti secondo il metodo e lo stile cremonese; in omaggio all’antica tradizione, ho italianizzato il mio nome e firmo i miei strumenti con il ‘nome d’arte’ di Rosario Salvi”, scrive Rusi sul suo sito. E cosa ci può dire Giuditta di questo liutaio. “Quando il mio violino antico si era scollato – ci racconta –, dovevo assolutamente trovare un liutaio. Il suono ne risentiva parecchio e percepivo costantemente delle vibrazioni, come un ronzio. Alcuni miei colleghi dell’orchestra mi dissero che Rusi avrebbe potuto risolvere i miei problemi e lo chiamai. Senza neppure conoscermi, mi disse che mi avrebbe prestato un suo violino. E lo fece. Era uno strumento pieno di armonici, caldo… Poi l’ho conosciuto di persona e da allora è il mio ‘dottore’”. Potremmo parlare ancora tanto di questo meraviglioso strumento. Lasciamolo suonare…

Curiosità
Il violino, nella sua forma moderna, emerse nel XVI secolo in Italia. L’artigiano Andrea Amati è spesso considerato uno dei primi costruttori di violini. I membri della sua famiglia, tra cui suo figlio Antonio Amati e il famoso Niccolò Amati, contribuirono a perfezionare il design dello strumento. Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri sono due dei liutai più famosi nella storia del violino. I loro strumenti sono considerati tra i migliori al mondo, e i violini Stradivari, in particolare, sono oggetto di venerazione. Il “Messiah” di Stradivari è uno dei violini più conosciuti e preziosi mai costruiti.

Il Re dei Violinisti
Niccolò Paganini è spesso chiamato “Il Diavolo del Violino”. La sua tecnica virtuosistica e il suo carisma lo resero famoso in tutta Europa. La leggenda narra che avesse venduto l’anima al diavolo per ottenere la sua straordinaria abilità.

Il “Red Violin”
Il “Red Violin” è uno strumento leggendario costruito dal liutaio Nicolò Bussotti nel 1681. La storia di questo violino è raccontata nel film “Il violino rosso” del 1998. L’incredibile storia attraversa secoli e continenti, seguendo le vite di coloro che possiedono questo strumento.

Il Violino di Einstein
Albert Einstein, oltre a essere uno dei più grandi scienziati della storia, era anche un appassionato suonatore di violino. Si dice che amasse suonare per rilassarsi e liberare la mente dalle complessità scientifiche.

Il Violino di Sherlock HolmesNelle storie di Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle, Holmes era un abile suonatore di violino. Spesso, nelle pause delle sue indagini, estrae il suo violino per riflettere e concentrarsi.

Il Violino Stradivari “Il Cannone”
“Il Cannone” di Giuseppe Tartini è uno Stradivari famoso. La storia vuole che Tartini abbia sognato il diavolo che suonava un brano incredibile al suo violino, ispirandolo a comporre il celebre “Sonata del Diavolo”. Questo violino è oggi custodito a Genova, a Palazzo Tursi, in una teca blindata che lo mantiene a temperatura costante per preservarne l’elasticità del legno. Ha qualcosa di magico, di demoniaco, e senz’altro di divino. Solo a guardarlo si avverte tutto il suo mistero e la sua potenza evocativa.

Questi sono solo alcuni degli aneddoti affascinanti legati al mondo del violino. Ogni strumento ha la sua storia unica e contribuisce in modo significativo alla ricchezza della musica e della cultura.

Tipologie di violino
Non tutti i violini sono identici tra loro, esistono versioni alternative e modelli che presentano materiali e forme completamente lontane da ciò che si è abituati a vedere oggi. Ma quali sono le tipologie di violino più importanti? Violino. Partiamo dalla versione più piccola e più conosciuta dello strumento a corde. Il violino tradizionale si suona tenendo il manico con la propria mano sinistra e poggiando delicatamente la base dello strumento musicale sulla spalla. La struttura viene tenuta ferma dalla guancia del violinista. Grazie alla mano destra, che impugna l’archetto, si possono generare le melodie sfruttando le quattro corde del violino, queste ultime identificate con le note di sol, re, la e mi.

Viola
Come la storia insegna, la viola è una tipologia molto vicina al violino. Sebbene le dimensioni siano simili, entrando nel dettaglio la viola mostra una struttura, sia questa in legno oppure in un altro materiale, leggermente più grande. La differenza principale con il violino tradizionale risiede nel fatto che sia accordata una quinta sotto; quindi, genera un suono più caldo e profondo, adatto soprattutto per delle melodie meno penetranti. Violoncello. Una delle tipologie più celebri del violino è il violoncello, strumento musicale dalle dimensioni importanti che cambia completamente il modo di suonare. Il violoncellista ha la necessità di sedersi su uno sgabello, premunendosi di tenere le gambe allargate per sostenere lo strumento in piedi tra le ginocchia. Il violoncello si caratterizza per una lunga punta che permette al musicista di tenerlo sollevato da terra senza sforzo. Il suo utilizzo è particolarmente versatile, si può legare a un contesto orchestrale oppure semplicemente a un’opera popolare, è un tuttofare perfetto per qualsiasi contesto musicale.

Violone
Non tutti sono a conoscenza di questo strumento musicale, sebbene sia poco utilizzato nelle orchestre, in molti casi viene confuso con un violoncello. Infatti, il violone è tecnicamente un violoncello più grande, ma che produce delle note più basse. La difficoltà nel reperirlo l’ha reso di fatto uno strumento raro, a cui si preferisce il contrabbasso, dotato delle stesse capacità, ma con un ingombro minore.

Contrabbasso
Questa tipologia di violino ha origini dalla famiglia delle viole da gamba ed è uno degli strumenti musicali più presenti nelle orchestre sinfoniche. Oltre all’impiego nelle orchestre sinfoniche, usualmente viene utilizzato anche nei generi più popolari come il jazz. Le dimensioni sono simili a quelle di un violoncello e anche la forma è similare.

Violino elettrico
Il violino è da sempre considerato come quello strumento musicale con una forma ben definita e una struttura in legno che attraverso le corde genera il suono, ma in realtà esistono anche violini elettrici. Questi sono privi di cassa di risonanza e non sono vincolati a specifiche forme per il corpo. Si possono acquistare violini elettrici minimal con forme particolari o con strutture completamente vuote. Sebbene siano sempre più acquistati, i puristi della musica, soprattutto del genere classico, preferiscono ancora affidarsi al violino tradizionale in legno.

Violino a cinque corde
Tutti sono abituati a pensare che il violino debba essere realizzato con le canoniche quattro corde, in realtà è possibile acquistare anche una tipologia a cinque corde. La quinta corda viene denominata la corda di Do basso e consente di suonare linee di basso usualmente presenti proprio su bassi elettrici o nelle chitarre. Non è semplice reperire questa variante nel formato in legno, è molto più semplice invece trovarla nei modelli elettrici.

Violino muto
Una delle tipologie più interessanti e particolari del violino è quella del violino muto. Questa singolare versione non ha alcuna cassa armonica, o in alcuni modelli ne presenta una molto piccola, ed è utilizzata per eseguire l’esercizio musicale in completa silenziosità. Moltissimi professionisti si esercitano quotidianamente con il violino muto, con lo scopo di eseguire al meglio le loro melodie senza disturbare gli altri, mantenendo il ritmo e la concentrazione.

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