Guardare al futuro senza rivangare il passato

Ha preso il via il programma di appuntamenti intitolato “Fiume libera”, dedicato alla Giornata della Liberazione del capoluogo quarnerino

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Guardare al futuro senza rivangare il passato

Ha preso il via ieri il ricco programma di appuntamenti intitolato “Fiume libera”, dedicato alla Giornata della Liberazione del capoluogo quarnerino, che ricorre il 3 maggio, e alla cui organizzazione hanno collaborato la Società Rijeka 2020, la Città, la Fondazione Friedrich Ebert di Zagabria, le Associazioni dei combattenti antifascisti e degli antifascisti, nonché la Federazione regionale degli antifascisti e la Società cittadina degli storici.
Il programma, che si protrarrà fino al 6 maggio, è stato inaugurato con la conferenza dello storico Tvrtko Jakovina intitolata “La vittoria della città che scorre. Fiume 1945-2019”, che si è svolta nella gremitissima Aula consiliare. Jakovina, professore di storia alla Facoltà di Filosofia di Zagabria, ha definito la Seconda guerra mondiale un evento tragico e senza precedenti, visti la sua durata e il numero di vittime, che si aggira sui 65 milioni. “Anche per questi motivi questo tema continua ad essere presente e discusso nella vita di ogni giorno. Purtroppo, a volte il modo nel quale l’evento bellico viene presentato e interpretato non ci aiuta per quanto riguarda il futuro. Perché se continuiamo a tornare e rivangare il passato non possiamo creare una società felice e appagata – ha detto Jakovina –. Dobbiamo infatti tenere conto che se il mondo, così come è stato creato e concepito dopo il 1945, in particolar modo per quanto riguarda le piccole nazioni, venisse messo in discussione, ovvero se tornasse ‘di moda’ il nazionalismo, allora nessun Paese di dimensioni minori potrebbe avere un futuro roseo. Mettendo in discussione i confini, i diritti delle minoranze e parlando di odio, potrebbero venir coinvolte tante altre nazioni, mettendo a repentaglio la sicurezza. Penso che si debba insistere su quello che oggi l’Europa moderna richiede, ovvero i confini aperti, il rispetto delle minoranze e del diverso in generale. Oggi le cose sono cambiate rispetto a 80 anni fa, però bisogna rimanere fedeli ai valori emersi durante la Seconda guerra mondiale, come ad esempio l’antifascismo”, ha concluso Tvrtko Jakovina.
All’evento hanno preso parte anche Dinko Tamarut, presidente dell’Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della nostra Regione e la prof. Maja Polić. Presenti in aula, tra gli altri, il sindaco Vojko Obersnel con i suoi vice Marko Filipović e Nikola Ivaniš.

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