Gli imbianchini non hanno ricordi. Spettacolo scoppiettante, colorito e spassoso

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Gli imbianchini non hanno ricordi. Spettacolo scoppiettante, colorito e spassoso

FIUME | Una farsa in stile buffonesco dal titolo ambiguo ma dall’effetto comico assicurato, con situazioni e gestualità clownesche e tanto gusto per la battuta. Si presenta così il brillante allestimento del Dramma Italiano di Fiume, la commedia “Gli imbianchini non hanno ricordi”, di Dario Fo, per la regia di Mario Kovač, che ha debuttato sabato al TNC “Ivan de Zajc”. Il pubblico ha accolto calorosamente lo spettacolo apprezzando le scene vivaci, i colpi di scena e le “gag” che si sono susseguiti nel piacevole intreccio di personaggi.

Un divertimento semplice e intelligente

Al centro uno dei lavori “minori” del premio Nobel per la letteratura nel 1997, che lo scrisse giovanissimo nel 1958, come una divertente storia a metà tra commedia e opera circense, lontana da quella carica sociale e di satira politica che contraddistingueranno la maggioranza dei lavori successivi. Ma è anche un testo che in mano alla regia di Mario Kovač – che reinterpreta questo classico senza travolgerlo mantenendo al contempo uno stile proprio – lascia tanto spazio ai meccanismi del teatro fisico, dei giochi di parole, della pagliacciata e di altri generi teatrali negletti. Da qui nasce tutta una serie di splendidi giochi scenici che s’innestano in precise situazioni, a cominciare dal classico esempio del camuffamento o della confusione sull’identità dei personaggi sfruttato in ogni possibile gamma, dal travestimento allo scambio di persona. E il divertimento, semplice e intelligente, è servito su un piatto d’argento.
Uno stratagemma del tutto particolare
Il lavoro è ambientato in una “casa di piacere” degli anni Cinquanta, nel periodo immediatamente successivo alla Legge Merlin, che ne decretava la chiusura. Due spensierati perdigiorno – impersonati dagli encomiabili Mirko Soldano e Giuseppe Nicodemo –, spacciandosi per imbianchini, si ritrovano coinvolti nei traffici, poco chiari, della “padrona di casa”. Quest’ultima – interpretata da una brillante Ivna Bruck –, che passa per una povera vedova, tiene in realtà prigioniero il marito Giorgio – uno smagliante Andrea Tich –, con uno stratagemma del tutto particolare e assolutamente inimmaginabile. Periodicamente gli inietta dell’insetticida e spaccia a tutti il suo corpo paralizzato per una statua di cera. I due sedicenti imbianchini, tra mille peripezie e colpi di scena, riusciranno a risolvere il caso, liberando il “marito” e conquistando l’affetto delle signorine della casa.

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Brillante interpretazione degli attori

In questo lavoro abbiamo potuto ammirare un brillante gruppo di attori, affiatato e splendidamente amalgamato come non mai, che rappresentano la garanzia artistica per il futuro della compagnia di prosa in lingua italiana di Fiume. A partire dai già menzionati Ivna Bruck, Mirko Soldano, Giuseppe Nicodemo e l’attore ospite Andrea Tich, i quali con gestualità, espressioni, interpretazione, tono e colore della voce, riescono a trasmettere tutta una serie di splendida gioviale comicità.
Ivna Bruck si cala perfettamente nel ruolo della protagonista, una Vedova severa dal carattere forte e dominante, ma in realtà profondamente logorata dalla gelosia. Mirko Soldano e Giuseppe Nicodemo sono i due imbianchini che con slanci acrobatici e fisici, danno il meglio di sé.
A loro, una volta “liberato” dal sotterfugio dell’imbalsamazione, si affianca nel ballo delle acrobazie, Andrea Tich. Le loro scene, assieme a quelle di Ivna Bruck, sono i momenti più belli e divertenti dell’allestimento. In questo attento lavoro di precisione di movimenti c’è di tutto, dalle vecchie comiche alla Charlot fino a Frankenstein Junior.
Non da meno sono poi Serena Ferraiuolo, Leonora Surian Popov, l’attrice del Dramma Croato, Sabina Salamon, qui rilegate nelle parti da attrici spalla, quelle delle “signorine”, e anche Anton Plešić in quella del Signore, l’abituario frequentatore della casa sin dalla giovinezza.
A rimpolpare la commedia anche le scene coreografiche di sei ballerini del Corpo di Ballo dello Zajc.
La regia di Mario Kovač, come scritto già, non si basa su una reinterpretazione o attualizzazione del testo, bensí si concentra piuttosto sui giochi che intercorrono tra gli attori, presi dalla commedia dell’arte, ma comunque sempre moderni.

Senso di leggerezza

Il cast tecnico artistico è composto da Davor Prah, il quale firma i costumi e la semplice ma funzionale scenografia, Tomislav Babić è autore delle musiche originali che non mancano di commentare l’intera azione, Branko Banković cura la coreografia e i movimenti scenici, mentre il disegno luci è di Alen Marin.
In definitiva, uno spettacolo scoppiettante, colorito, vario e molto veloce, dove ci si diverte tanto a seguire il brillante gruppo di attori in scena, e che come risultato porta nello spettatore un senso di leggerezza e soddisfazione. Cosa che in questi tempi non sempre ideali, non è da poco.

JAELE FO 02
Alla prima di sabato presente tra il pubblico anche Jaele Fo, la nipote dell’autore

Tra il pubblico della prima di sabato sera erano presenti tantissimi connazionali e diverse autorità, tra cui il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, accompagnato dalla consorte, Alessandra Argenti Tremul, ma anche la nipote dell’autore, Jaele Fo, che abbiamo raggiunto per una breve dichiarazione a caldo.
“Ho trovato l’allestimento del Dramma Italiano molto bello e divertente – ha detto –. Mi sono piaciute la reinterpretazione, le coreografie dei ballerini e le ‘gag’ inscenate dagli attori. L’intero gruppo è stato molto bravo, tanto da riuscire a trasmettere al pubblico il suo divertimento nell’interpretare i diversi personaggi. È stata una bella visione, molto piacevole e artistica”, ha aggiunto Jaele Fo, spiegando che è questa la prima volta che segue uno spettacolo del Dramma Italiano di Fiume. “Mi sono trovata benissimo e ho avuto occasione di incontrare una realtà teatrale italiana che non conoscevo”, ha detto infine.

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