Opere artistiche. Il recupero si avvale della tecnologia

Al centro dell’attenzione della restauratrice Nevena Krstulović è stata la statua «La Pietà di Cristo con santa Maria Maddalena» datata tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo

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Opere artistiche. Il recupero si avvale della tecnologia
L’autore dell’opera analizzata è sconosciuto. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Sembra incredibile, ma esistono tutt’oggi magazzini e depositi nei quali si trovano opere d’arte dimenticate dal tempo. Qualche anno fa all’attenzione dei conservatori fiumani è giunta una scultura in legno, la quale è stata datata tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. L’Istituto per il restauro ha iniziato subito una serie di accertamenti e procedimenti per la conservazione e i risultati dei primi rilevamenti sono stati presentati dalla restauratrice Nevena Krstulović nella Sala dei marmi del Palazzo del Governo di Fiume. Il titolo dell’opera è “Oplakivanje Krista sa svetom Marijom Magdalenom” (La Pietà di Cristo con santa Maria Maddalena).

Danneggiata la scultura in legno
“A Fiume esistono solo tre sculture di questo tipo – ha puntualizzato l’esperta -. La prima è una Pietà del XV secolo conservata al Museo di Marineria e Storia del Litorale croato, la seconda è una Madonna di Slunj conservata nel Santuario mariano di Tersatto e la terza è un Crocifisso conservato nella Cattedrale di San Vito. Nel 2019 siamo stati contattati dal mons. Francetić della Chiesa di San Giovanni di Scurigne, il quale aveva rinvenuto una scultura antica e voleva un parere sul suo valore. L’altezza della scultura è di un metro e già da una prima occhiata era chiaro che i danni sulla superficie erano ingenti. Dato che la scultura è in legno, il materiale era stato reso friabile dall’azione dei tarli e altri parassiti del legno, quindi il primo intervento è stato quello di disinfestazione grazie a raggi gamma all’Istituto “Ruđer Bošković” di Zagabria. La parte più danneggiata era la base, ma crepe profonde si possono notare anche sui tre personaggi raffigurati, Cristo, Maria e Maria Maddalena. È stato subito evidente che la scultura ha subito diverse riverniciature nel corso dei secoli, probabilmente col desiderio di conservare le parti ancora sane del legno”.

Un lungo processo di ripristino
Il primo passo fatto dai conservatori, a parte i procedimenti per fermare il degrado, sono stati alcuni interventi di analisi e studio dell’opera. Il rinvenimento non è propriamente una scultura, in quanto ha la parte posteriore piatta per poter essere collocata nelle nicchie nei pressi dell’altare, ma si potrebbe considerare piuttosto un rilievo alto effettuato su due pezzi di legno di tiglio tagliati verticalmente e uniti con una tela di lino tipica del periodo rinascimentale.
Prima di iniziare gli interventi i conservatori hanno fatto una lastra dell’opera e hanno notato una serie di chiodini conficcati nelle gambe del Cristo che probabilmente venivano usati per appendervi i doni votivi. La scansione della scultura con raggi UV non ha portato alla luce nuove scoperte, come nemmeno quella a raggi infrarossi. Krstulović ha spiegato che i raggi infrarossi vengono riflessi dai pigmenti più scuri e sono molto utili nella rilevazione di scritte o disegni negli strati più profondi delle opere. In questo caso, però, le riverniciature hanno avuto soltanto l’effetto di cambiare l’aspetto dell’opera, non di nascondere messaggi o disegni. Se il colore originale degli abiti delle due donne era dorato, successivamente è stato ricoperto con un azzurro molto forte. Anche i corpi dei personaggi hanno subito almeno tre riverniciature, cambiando man mano la tonalità.

Importante analisi stratigrafica
L’esperta si è soffermata in particolar modo sulle numerose analisi dei diversi strati di vernice e sull’impossibilità di rimuovere chimicamente soltanto uno strato in quanto i solventi avrebbero danneggiato anche quelli inferiori. Visto che lo strato originale era praticamente inesistente si è deciso di rimuovere i due strati più recenti e lasciare solo quello della prima verniciatura. Questo procedimento è stato di carattere meccanico e ha richiesto tanta pazienza da parte dei conservatori, i quali hanno grattato manualmente tutta la scultura. Una volta ottenuto l’aspetto originale, l’opera è stata passata con un miscuglio di consolidanti per il legno.
Il complesso lavoro degli esperti, però, non è ancora terminato. Al prossimo consiglio si dovrà decidere come procedere alla ricostruzione, ma visto che i danni sono così importanti, Krstulović ha spiegato che probabilmente verranno ricostruite solo quelle parti delle quali si può presupporre l’aspetto originario. Una volta ricostruiti questi elementi, alla scultura verrà ridato il colore originale, compresi gli elementi dorati delle vesti.

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