Fauré, Saint-Saëns, Ravel: belle ed eleganti idee musicali

Il Maestro Ville Matvejeff, «Dux» e motore del tutto, con la sua totale comprensione delle partiture e la sua straordinaria capacità di vivere e comunicare i contenuti della musica, è riuscito a creare l’immagine complessiva di ogni brano

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Fauré, Saint-Saëns, Ravel: belle ed eleganti idee musicali

È stato tutto all’insegna della raffinata musica francese della seconda metà dell’Ottocento e inizio Novecento il concerto sinfonico al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” che si è tenuto sabato scorso, il cui programma prevedeva brani di Gabriel Fauré, Camille Saint-Saëns e Maurice Ravel. Sul podio direttoriale abbiamo visto con gran piacere il Maestro Ville Matvejeff, beniamino del pubblico fiumano, che pure in quest’occasione, con la sua maestria e carisma, ha offerto una preziosa serata sinfonica.
Non possiamo che approvare la scelta del programma in quanto i citati autori vengono eseguiti ben di rado nel Teatro fiumano. A parte ciò, tale compilazione ha permesso una più vasta panoramica nell’affascinante mondo della musica francese ottocentesca.

 

Fine linguaggio armonico
In apertura abbiamo avuto Gabriel Fauré con il suo raffinatissimo linguaggio armonico, timbrico, melodico. Ormai lontano dagli empiti passionali giovanili in “Pelleas et Melisande” offre il quadro della foresta, luogo dell’incontro tra Goulard e Melisande, l’immagine della leggiadra filatrice, la celebre e morbida “Siciliana” – un elogio al flauto – e infine la morte di Melisande. Matvejeff e l’Orchestra di Fiume hanno reso in maniera coerente, suggestiva, curata questi quadri rilevando sia la grazia e le varie sfumature sia l’intensa drammaticità dell’ultima immagine.

Va detto che sia in questo primo brano che nei successivi Matvejeff, “Dux” e motore del tutto, con la sua totale comprensione delle partiture e la sua straordinaria capacità di vivere e comunicare i contenuti della musica, riesce a creare l’immagine complessiva di ogni brano, come pure a plasmare compiutamente la fisionomia musicale nel suo continuo divenire.

Il Maestro Ville Matvejeff ha diretto un’eccellente esecuzione del programma

Il più tedesco dei compositori francesi
Saint-Saëns, grande propugnatore della musica tedesca – fu definito il più tedesco dei compositori francesi per la particolareggiata elaborazione delle sue partiture – influenzò fortemente la musica francese. La sua Seconda sinfonia in la minore op. 55 abbonda di belle ed eleganti idee musicali, appunto dettagliatamente sviluppate. Grintosa ed agguerrita l’orchestra, fin dall’attacco del primo movimento – che rimanda alla Quarta sinfonia di Brahms – che si è fatta valere in tutte le sue sezioni, nel procedere compatto nel secondo movimento, nella poderosa drammaticità dello Scherzo, per infine scintillare nel virtuosistico ultimo movimento Presto, ottenendo i più calorosi consensi del pubblico.

Magico mondo infantile
La seconda parte del concerto prevedeva “Ma mère l’Oye” (Mia madre l’oca) di Maurice Ravel, scritta nel 1908 come suite per pianoforte a quattro mani destinata ai bimbi, per quindi trascriverla per un ricco organico orchestrale (tra cui timpani, grancassa, tam-tam, piatti, triangolo, xilofono, glockenspiel, celesta, arpa). “Mia madre l’oca” ricrea il magico mondo infantile tramite cinque momenti favolistici ben precisi a ispirati a Perrault. La Pavana della Bella addormentata evoca un mondo di sogno per mezzo di sonorità delicate e diafane. Pollicino vive di un tappeto sonoro realizzato dagli archi in sordina, su cui si stagliano con i legni le voci della foresta.
Scintillante mondo orientale
In Laideronnette, principessa delle pagode, ricrea lo scintillante mondo orientale con l’impiego dei timbri acuti dell’ottavino, della celesta, dello xilofono e del glockenspiel. La Bella e la Bestia si realizza tra un valzer per la Bella e l’impiego grottesco del controfagotto, che simboleggia la Bestia. Nel Giardino fatato la Bella addormentata si risveglia in un contesto sonoro che diventa da tenue sempre più sfolgorante e sfavillante.

Matvejeff e l’orchestra, cogliendo lo spirito di queste pagine – trapuntate di mille dettagli e sfumature – sono riusciti a ricreare e trasmettere la fantasia, il sogno, il favoloso immaginario infantile. Un elogio particolare va al primo violino Anton Kyrylov per gli assolo fatti con suono brillante e pieno.
Il pubblico ha espresso il suo vivo apprezzamento per l’affascinante e sapiente esecuzione con entusiastici e prolungati applausi.

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