Diego Belci. Il design grafico tra sogno e realtà

Lo studente della quarta classe del Liceo linguistico della SMSI «Dante Alighieri» di Pola rivela quali sono i suoi interessi oltre allo studio e che cosa vorrebbe fare in un prossimo futuro

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Diego Belci. Il design grafico tra sogno e realtà
Diego Belci. Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

Una nuova edizione del Concorso d’Arte e di Cultura “Istria Nobilissima”… un altro premio per Diego Belci. Dopo che alle scorse edizioni si era aggiudicato già un Primo premio, il giovane polese vince ancora. Questa volta gli è stato conferito il Premio “Adelia Biasiol” nella Categoria Premio giovani della sezione Pittura, scultura, grafica, arte digitale e video della Categoria Arti visive. Il suo lavoro grafico, “Tradizioni e valori di vita istriani” si è distinto “per la resa delle tradizioni a mezzo di tecniche contemporanee utilizzando un linguaggio personale e di valore estetico”. Niente di strano per Diego Belci, che, innamorato del design grafico, partecipa da anni a varie gare e concorsi che interessano il suo settore, portando spesso la vittoria. Nel cassetto, il sogno di uno studio grafico tutto suo. Prima, però, lo attende l’Università. Lo incontriamo per parlare dell’ultimo Premio “Istria Nobilissima” e per scoprire di più sulle sue attività, idee, altri riconoscimenti e gli ormai vicinissimi studi universitari.

Quale scuola frequenti e quali sono i tuoi interessi? Oltre ad occuparti di design grafico, come trascorri il tempo libero?
“Frequento la quarta classe del Liceo linguistico della Scuola media superiore italiana ‘Dante Alighieri’ di Pola. Per quanto riguarda i miei hobby, per ora li ho messi un po’ da parte. Sono impegnatissimo a scuola, ci sono esami da sostenere e da pensare già a quelli d’ammissione alle varie Facoltà che mi interessano. Ma sì, per anni ho fatto pallacanestro al club ‘Stoja’ e canottaggio al club ‘Istra’, conseguendo ottimi risultati. Quindi, per ora, esami e design. Al design grafico non rinuncio”.

Parlando di design grafico, al Concorso hai partecipato proprio con un disegno che hai realizzato. Ce lo presenti?
“Sì, praticamente si trattava di realizzare un lavoro che rappresenti l’Istria. Per prima cosa, ho fatto una ricerca in Rete per trovare delle vecchie fotografie di personaggi istriani. Le ho tagliate, includendole in un collage. Poi ho caricato il tutto su un photo editor, lavorandoci attorno agli effetti”.

Un hobby nato alle elementari
E l’effetto è piaciuto, portandoti la vittoria nella Categoria. Ma quando nasce la tua passione per il design grafico?
“In effetti, già da piccolo mi piaceva disegnare. Poi, andavo spesso a Londra da mia zia, che è un insegnante di arte. D’estate organizzava dei workshop, cui partecipavo anch’io. Si lavorava attorno a varie cose, ed è proprio lì che mi sono innamorato del disegno. Alle elementari ho un po’ trascurato questo mio hobby, per riprenderlo più seriamente alle medie superiori. Sono stato pure a istruzioni dal prof. Denis Sardoz, mentre adesso lavoro con la prof.ssa Roberta Weissman Nagy”.

Quanto tempo si impiega per realizzare un disegno grafico? Quanto ci hai messo per realizzare il lavoro vincitore?
“Dipende. Per il lavoro in questione, ci ho messo cinque giorni. Visto che si trattava anche di fare un lavoro di ricerca per trovare le foto, è lì che ho impiegato la maggior parte del tempo. Poi a tagliarle, lavoro di composizione, photo editor… In realtà, ne avevo realizzati vari di lavori, per poi portare avanti quello che consideravo migliore”.

È la prima volta che hai partecipato a “Istria Nobilissima”?
“No, vi ho partecipato pure nel 2021, sempre nella Categoria Arti visive, ottenendo il Premio giovani”.

Da dove trai ispirazione per i tuoi lavori?
“A ispirarmi è sicuramente l’Istria. Poi, i miei viaggi. Ovunque vada, cerco sempre le gallerie da visitare. In un modo o nell’altro, finisco sempre in una galleria”.

Attratto dal collage
Che cosa ti piace creare di più?
“Al momento sto provando cose diverse, proprio per vedere quello che mi piace di più. Quello che magari un giorno potrei approfondire. Sono abbastanza concentrato sui collage, l’uso di Photoshop e di Adobe illustrator. Un’altra cosa che mi piace fare è la realizzazione di logo. Due anni fa avevo pure partecipato al Concorso bandito dall’Unione Italiana per la creazione del nuovo logo dell’UI, aggiudicandomi il secondo posto”.

Accanto ai laboratori assieme alla zia, da piccolo, e le lezioni dei professori, più tardi, hai seguito altre educazioni sul design?
“Altre educazioni per il momento no, ma me ne occupo tanto nel mio tempo libero, studiando i vari programmi grafici, da solo, a casa. Un po’ da autodidatta”.

Sei al quarto anno del Liceo linguistico. L’Università è alle porte. Hai già fatto la grande scelta?
“Sicuramente studierò in Italia. Quello l’ho deciso. Ora, si tratta di vedere in quale città. Dipenderà dagli esami di ammissione. Nel mirino, Venezia, Bolzano e Milano”.

Preparativi in corso
Fammi indovinare: design?
“Certo! Mi sto già preparando per gli esami d’ammissione. In realtà, quello all’Università di Milano l’ho già sostenuto, ora mi attendono gli altri due atenei. Le prove si svolgeranno il mese prossimo”.

Impegnativi?
“Abbastanza, c’è tanta cultura generale, logica, storia dell’arte, design, architettura, un po’ di matematica. Poi c’è da realizzare un video di presentazione, l’esecuzione di un compito di design e infine un colloquio. Dipende anche dall’Università”.

Ipoteticamente, vieni ammesso a tutte e tre le Facoltà. Venezia, Bolzano, Milano. Quale città scegli?
“Sarà tosto. Bolzano mi ha sorpreso molto. È grande, quasi quanto Fiume. Si tratta di una città esteticamente molto bella, eco-friendly e situata praticamente in una conca tra montagne. Con tanti studenti e tante possibilità quanto a sport sulla neve in zona. Milano, d’altra parte, è una città dove hai la possibilità di crearti un nome. Una città dinamica. Una giungla, un caos. Un caos che però mi piacerebbe conoscere, magari anche solo negli ultimi due anni di studio, per la Laurea magistrale”.

E Venezia, città d’arte?
“Bellissima, l’unico problema è forse l’eccessivo numero di turisti. E i prezzi”.
Hai qualche conoscente o amico che studia già in Italia? Ti attende qualcuno?
“No, mi butto da solo. Mi butto e vedo che cosa ne esce fuori”.

Il design è una disciplina in parte tecnica e scientifica, in parte sociologica e umanistica, è anello di congiunzione tra ingegneria e arte, tra invenzione e stile, tra produzione e mercato. Punti esclusivamente su quello grafico?
“Beh, visto che si tratta di un campo vastissimo, dal product design all’interior design al design delle automobili… al design grafico, mi piacerebbe intanto ricevere le basi e poi specializzarmi in un particolare settore”.

Il tuo sogno?
“Avere una ditta. Dove potrei gestire le cose da solo, a modo mio. In collaborazione con altri partner e brand. Creare varie cose. Anche abbigliamento, perché no”.
Intanto, le idee ci sono.
Complimenti ancora per il Premio… nobilissimo. E un grande in bocca al lupo per l’avventura italiana!

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