«Se gavemo incrostulà» conquista Momiano

Grande successo della commedia brillantre proposta dalla filodrammatica «Circolo Zavata» della CI di Torre

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«Se gavemo incrostulà» conquista Momiano
Il cast di “Se gavemo incrostulà” alla CI di Momiano. Foto: CI TORRE

“Se gavemo incrostulà” o più semplicemente, “Ci siamo innamorati”. Questo il titolo della commedia brillante proposta dal gruppo di filodrammatica “Circolo Zavata” della CI di Torre negli ambienti del sodalizio momianese, nella quale s’intrecciano gli affetti, le passioni e gli intrighi, che mettono in luce la forza dell’amore che supera le barriere sociali. Nel suggestivo scenario del castello di Torre, la storia si apre sul ritratto di una giovane contessa, figlia dei potenti conti del castello, innamorata perdutamente di un umile pescatore di Abrega.
L’amore travolgente tra la contessa e il pescatore viene subito contrastato dai conti, che per la loro figlia desiderano un partito migliore. Le scene si animano con siparietti comici e situazioni esilaranti, mentre i conti cercano in ogni modo di separare i due amanti, intrecciando sottili inganni e intrighi. E quando sembra che l’ostacolo sociale sia insormontabile, arriva un colpo di scena inaspettato. Dal lontano continente americano, il pescatore riceve una lettera che rivela una sorprendente notizia: dalla defunta zia gli è pervenuta una cospicua eredità. Questa improvvisa ricchezza sconvolge tutta la storia, ribaltando le aspettative e aprendo nuovi orizzonti. Dopo una serie di divertenti controversie e situazioni, i conti si trovano costretti a cedere di fronte alla potenza dell’amore e alla nuova condizione economica del pescatore. La commedia culmina in un finale esilarante, dove i conti, felici dell’amore autentico della figlia, accettano con gioia che questa si sposi con il “finalmente ricco” pescatore di Abrega.
Con un mix di umorismo, romanticismo e saggezza, la commedia “Se gavemo incrostulà” celebra la capacità dell’amore di superare ogni ostacolo, dimostrando che, alla fine, ciò che conta davvero è il cuore e non il patrimonio.
Ad affiancare la capogruppo Ružica Bibulić Knapić, che ha interpretato Nina, la nipote della serva dei conti, sono stati Gaetano Benčić (il conte Carlo), Lina Tomasov (la contessa Beatrice), Linda Mušković (Marisa, la figlia dei conti), Morena Simonović (la comare di Marisa), Franko Kodan (il pescatore Livio), Gianni Pomasan (Gino, il papà di Livio), Dina Žužić (Rita, la mamma di Livio), Antica Gašparini (Katarina, la serva dei conti) e Alan Knapić (il postino Sergio). Ad applaudirli tra il pubblico pure Roberta Stojnić, presidente della CI di Torre, che a fine serata, durante lo scambio dei doni, ha ringraziato i connazionali momianesi per l’invito e l’apprezzamento nei confronti del “Circolo Zavata”.

Un talento collettivo
Dal 2011 il gruppo di torresani, appassionati del teatro amatoriale, ha dato vita a un progetto artistico straordinario, nato dall’amore per la recitazione e dalla volontà di creare qualcosa di unico e coinvolgente per il pubblico locale. Guidati da una fervente creatività, i membri del gruppo, hanno unito le loro menti brillanti per scrivere dieci commedie originali in dialetto istroveneto, che hanno toccato il cuore e rallegrato le persone, dimostrando che la creatività e la passione possono superare qualsiasi limite.
Ciò che rende questo gruppo così speciale è il fatto che tutte le commedie sono state interamente scritte dai membri stessi. Ciascuno ha contribuito con le proprie idee, creando uno spettacolo collettivo che riflette la varietà e la profondità delle loro personalità e visioni artistiche.
Difatti, come sottolineato da Arijana Brajko Gall, presidente della CI di Momiano, affiancata dalla sua vice, Elda Sinković, dopo aver ospitato il “Circolo Zavata” in occasione delle ultime festività di San Martino, su richiesta dei connazionali momianesi, il gruppo torresano ha ricevuto un nuovo invito.
Oltre alle rappresentazioni locali nei sodalizi istriani, la filodrammatica della CI di Torre ha portato le proprie commedie in giro per l’Italia, dimostrato che il teatro amatoriale può essere coinvolgente e professionale quanto quello delle grandi compagnie.

Arijana Brajko Gall, Roberta Stojnić ed Elda Sinković.
Foto: CI MOMIANO

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