Necessaria la standardizzazione dei termini giuridici

Alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università «Juraj Dobrila» di Pola il prof. Sandro Paolucci ha parlato di traduzioni in italiano nelle istituzioni bilingui

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Necessaria la standardizzazione dei termini giuridici
Ivana Lalli Paćelat e Sandro Paolucci. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Sandro Paolucci, docente di italiano e traduzione presso il Dipartimento di Traduzione della Facoltà di Lettere e Filosofia e di terminologia giuridica italiana presso la Facoltà di Giurisprudenza di Lubiana, è stato ospite della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola, dove nel primo pomeriggio di ieri ha tenuto un’interessante conferenza dedicata alla traduzione in italiano degli organi costituzionali sloveni in diversi tipi di testi giuridici.

Un comune progetto di ricerca
L’ospite è stato presentato agli studenti dalla prof.ssa Ivana Lalli Paćelat, docente presso la Facoltà polese, che assieme al prof. Paolucci lavora a un singolare progetto bilaterale di ricerca tra la Croazia e la Slovenia intitolato “La traduzione nelle istituzioni bilingui dell’Istria croata e slovena: stato attuale e prospettive”, il cui obiettivo è accertare ed esaminare la situazione attuale e, ove possibile, creare le condizioni affinché nelle istituzioni bilingui dell’Istria croata e slovena si possano acquisire maggiori competenze e strumenti per offrire ai cittadini traduzioni quanto più chiare e trasparenti.
Dopo aver ricordato che il progetto è la naturale continuazione di un’altra iniziativa bilaterale portata avanti tra il 2018 e il 2019 dagli stessi Ivana Lalli Paćelat e Sandro Paolucci e intitolata “Bilinguismo ufficiale nell’Istria croata e slovena – esempio di traduzione dei testi amministrativi”, la docente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Pola ha quindi rilevato che Sandro Paolucci si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Perugia e ha conseguito il dottorato di ricerca in Traduttologia presso l’Università di Lubiana. Accanto agli impegni universitari, il docente ha tenuto numerosi seminari e conferenze, principalmente riservate a traduttori e interpreti giudiziari, a Lubiana, Capodistria, Pirano, Trieste, fiume e Pola. È autore o coautore di numerosi articoli scientifici in materia di diritto, traduzione giuridica e traduttologia, ma anche di diversi libri di testo, in particolare per studenti di italiano commerciale presso le facoltà di economia.

Serve una terminologia normata
La parola è stata quindi ceduta al prof. Paolucci, che ha esordito dicendo che la conferenza dedicata al problema delle traduzioni in italiano degli organi costituzionali sloveni in diversi tipi di testi giuridici in lingua italiana (o in un altra lingua) trae spunto dalla sua tesi di dottorato, discussa anni fa e riguardante il problema tangibile dell’uniformità della traduzione di determinati termini. Il relatore ha quindi proseguito evidenziando che una delle più grandi problematiche legate alla traduzione è il fatto che, spesso, determinati termini si prestano a essere tradotti in più modi (in un certo qual modo tutti accettabili) da diversi traducenti.
“Tuttavia, almeno per quanto riguarda i testi normativi (come gli atti vincolanti) è fondamentale e necessario trovare un punto d’incontro affinché la terminologia venga normata in modo tale da far sì che il destinatario della traduzione abbia sempre e solo un unico termine a disposizione. Che nel caso dei testi giuridici trattasi spesso di termini che devono essere osservati obbligatoriamente”, ha spiegato Paolucci, la cui ricerca esamina non soltanto la traduzione dei testi normativi, ma anche quella di altre tipologie di testi, come ad esempio quelli informativi, cioè quelli usati dai giornalisti.
La situazione è migliorata
“Naturalmente, servono strategie traduttive diverse”, ha sottolineato il professore, che per quanto riguarda la traduzione in italiano delle denominazioni degli organi costituzionali sloveni ha rilevato che la situazione attuale è migliorata decisamente rispetto a una decina di anni fa, anche grazie alla tecnologia.
“Tuttavia – ha continuato il relatore –, il problema permane, nel senso che molti termini continuano a essere tradotti con traducenti diversi e che il destinatario della traduzione si trova di fronte a due, tre, o magari più soluzioni che lo inducono a chiedersi se si tratta sempre dello stesso organo o dello stesso concetto, oppure no”. “Questo è il problema, anche in Croazia, dove dalle ricerche che sto portando avanti assieme alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Pola emerge che la tendenza è analoga”. Così Sandro Paolucci, che ai presenti ha fornito anche alcuni esempi. A tale proposito ha citato il Sabor croato o il Državni zbor sloveno, le cui traduzioni corrette che dovrebbero sempre comparire nei testi giuridici sono Assemblea nazionale o Camera di Stato.
“Per quanto riguarda i testi informativi possono essere liberamente usati anche i sinonimi, che agevolano e rendono il testo più fruibile. Successivamente, il professore ha rilevato che il problema della traduzione dei testi normativi è un problema comune, soprattutto nel passaggio tra lingue di ceppo diverso come, per l’appunto, dallo sloveno e il croato all’italiano. “La nostra proposta è quella di costituire gruppi di lavoro e che questi procedano a standardizzare e a normare determinati termini”, ha concluso l’ospite.

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