«Decameron.hr» bilinguismo senza intoppi

Nello spettacolo non hanno predominato né l’italiano né il croato e i sottotitoli hanno accompagnato pedissequamente ciò che è stato pronunciato in scena

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«Decameron.hr» bilinguismo senza intoppi
Andrea Tich nei panni del cavallo e Giulio Settimo, l’Azzimato. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Buonasera sopravvissuti. Dobra večer preživjeli”. Con queste parole, Aleksandar Cvjetković, nei panni di Giovanni Boccaccio, ha salutato il numeroso pubblico alla prima dello spettacolo “Decameron.hr” del regista argentino Luciano Delprato. Già da questo caloroso benvenuto bilingue si è potuto capire in che direzione si sarebbe sviluppato il secondo adattamento del “Decameron” proposto dal Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. In primo luogo, si è trattato di uno spettacolo interamente bilingue, nel quale non hanno predominato né l’italiano né il croato e i sottotitoli hanno accompagnato pedissequamente ciò che è stato pronunciato in scena; in secondo luogo, definendo gli spettatori “sopravvissuti”, l’autore ha voluto tracciare una linea chiara di separazione dal clima pandemico di due anni fa (quando ha avuto luogo la première del primo adattamento del “Decameron”).

Scherzosamente, Boccaccio ha fatto i complimenti a tutti coloro che sono usciti indenni dalla quarantena, spiegando che Dante stesso sarebbe impazzito a dover rimanere chiuso per cinque settimane con degli scolari che studiano in DAD (didattica a distanza, nda). E anche se la medicina ha salvato tantissime vite, è la poesia a renderle degne di essere vissute.

Mano ai telefoni
Un’altra grande novità della messinscena che ha inaugurato la nuova stagione teatrale è l’uso dei telefoni per interpellare il pubblico sulle sue preferenze. Agli spettatori è stato presentato un breve riassunto dei racconti preparati e tra due proposte il pubblico ha potuto scegliere quella che preferiva. Seppur simpatico e divertente, al sondaggio non hanno potuto prendere parte coloro che non avevano uno smartphone, non avevano una connessione a Internet, oppure avevano un telefono troppo lento, che non riusciva a caricare la pagina nei 15 secondi messi a disposizione per il voto. Nel primo voto, dunque, ai presenti in sala è stato chiesto di scegliere tra la storia del Cavallo e Alatiel, nel secondo tra Ciappelletto ed Emoticon, nel terzo tra Calandrino e l’Usignolo, nel quarto tra Dijete (Figlio) e Zid (Muro) e nel quinto tra Mitridate e DJ. Sul maxischermo il pubblico ha potuto leggere i risultati del voto in percentuale, ma purtroppo non sappiamo quanti sono stati gli spettatori ad aver votato.

Il Dramma Italiano da dieci e lode
Il fatto che il “Decameron.hr” si sia fatto sia in italiano che in croato e che i biglietti fossero gratuiti per tutti gli interessati, ha portato a Teatro centinaia di persone, che in questo modo hanno potuto vedere sulla scena gli attori della nostra compagnia. Particolarmente spigliata è stata Serena Ferraiuolo che non solo ha parlato in lingua croata, ma ha dichiarato, scherzosamente, di aver insegnato qualche frase di italiano pure a Mario Jovev, attore del Dramma Croato. Il bilinguismo, applicato con successo e senza intoppi, quasi si trattasse di una lingua sola, è stato un’ottima occasione per avvicinare gli spettatori della maggioranza alla produzione e alla qualità del Dramma Italiano. I desideri e le affinità del pubblico, però, hanno decretato che la prima messinscena avrebbe visto cinque racconti nei quali, purtroppo, non hanno preso parte gli attori del DI, salvo come comparse. Per quanto, dunque, sia stata interessante l’iniziativa di dare voce al pubblico, in pratica ciò ha significato un dispendio di energie, andate purtroppo sprecate.

Racconto storie, dunque sono
Volendo parafrasare il detto “Cogito, ergo sum” (Penso, quindi sono), la formula con cui Cartesio esprimeva la certezza che l’essere umano fosse un soggetto pensante, l’attore del Dramma Croato, Edi Ćelić, si è rivolto al pubblico alla fine dello spettacolo e ha dichiarato che il bisognio di raccontare storie indica che siamo ancora vivi. A ciò si è ricollegato Boccaccio (Cvjetković) spiegando che i fiori si possono ammirare anche se non abbiamo l’olfatto e possiamo ridere di gusto anche sotto le mascherine. Se ci mancano gli altri possiamo piangere, ma l’importante è non perdere la gioia di vivere, la forza motrice che ha fatto superare all’umanità innumerevoli pandemie. Il pubblico fiumano ha premiato gli attori con un lungo applauso e con ovazioni prolungate: Aleksandar Cvjetković, Denis Brižić, Serena Ferraiuolo, Ivna Bruck, Mirko Soldano, Giulio Settimo, Andrea Tich, Stefano Surian, Jasmin Mekić, Edi Ćelić, Mario Jovev, Giuseppe Nicodemo, Ana Marija Brđanović e Deni Sanković sono stati affiancati pure dal regista, Luciano Delprato, il quale si è inchinato in segno di ringraziamento. Il “Decameron.hr” andrà nuovamente in scena domani, 10 settembre, con inizio alle ore 19.30.

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