Consiglio teatrale: «Pressioni dalla Città»

Il Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume è ancora al centro delle polemiche. Zvonimir Peranić e Maša Magzan parlano di presunte attività illecite in atto al suo interno

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Consiglio teatrale: «Pressioni dalla Città»
La sede del Teatro «Ivan de Zajc». Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Si è tenuta ieri la conferenza stampa alla quale hanno preso parte il presidente del Consiglio teatrale, Zvonimir Peranić, e Maša Magzan, consigliera indipendente e presidente del Consiglio culturale cittadino, per mettere in guardia i cittadini sulle presunte attività illecite che sarebbero in atto tra la Città di Fiume e il Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. La conferenza è stata indetta, hanno spiegato, per segnalare la sparizione o piuttosto l’occultamento di importanti documenti legati all’attività dello “Zajc”, l’istituzione culturale più grande e più importante finanziata dal bilancio cittadino.

Maša Magzan e Zvonimir Peranić.
Foto: RONI BRMALJ

”Il nostro desiderio in questa sede è invitare la Città di Fiume a iniziare a occuparsi delle problematiche in seno al Teatro – ha sottolineato Magzan -. Recentemente, il ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, ha affermato che nei teatri non c’è spazio per la politica, ma purtroppo possiamo vedere che ciò non corrisponde alla verità. Nel 2016, Marin Blažević è stato confermato sovrintendente dello ‘Zajc’, nonostante le rimostranze di quello stesso HDZ che in questo momento lo sta appoggiando nella persona del ministro. Mi sono rivolta personalmente sia alla direzione del Teatro fiumano che alle autorità cittadine e ho richiesto di poter visionare i documenti inerenti le ispezioni e le revisioni interne allo ‘Zajc’, ma non solo non mi è stato concesso di accedere ai documenti, bensì molte mie e-mail non hanno avuto alcuna risposta. Alla fine mi sono rivolta direttamente al Ministero della Cultura e dei Media per scoprire che sia la Città che il TNC ‘Ivan de Zajc’ sono in possesso della documentazione”.

La supervisione dell’ente
Zvonimir Peranić si è collegato al discorso di Magzan spiegando che il Consiglio teatrale era venuto al corrente della supervisione del Teatro soltanto dai media, anche se nello stesso periodo i membri dell’organo avevano incontrato sia il sindaco Marko Filipović che il capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar. Il 5 settembre è giunta la risposta ufficiale della Città che confermava che il processo di ispezione della gestione del Teatro è ancora in atto e che dovrebbe concludersi alla fine di ottobre. Il resoconto dell’ispezione inviata dal Ministero, però – così Peranić -, ha rivelato una serie di irregolarità, che non sono state rese note come dovuto. Innanzitutto, lo Statuto del Teatro non è in sintonia con la Legge sui teatri nei punti che riguardano la nomina e la destituzione del sovrintendente, Il Regolamento sul lavoro non rispetta le normative della Legge sul lavoro, il Regolamento sulla tutela sul lavoro non è in sintonia con la Legge sulla tutela sul lavoro e via dicendo.

Richieste senza risposta
“Ciò che personalmente mi sorprende – ha continuato Peranić – è l’atteggiamento della Città di Fiume, che qualche anno fa era nello stile ‘laissez-faire’, ovvero i membri del Consiglio teatrale godevano di piena fiducia in quanto esperti del settore, mentre ora si è trasformato in un controllo e una pressione costanti. In questo momento, però, non solo la Città non sostiene i membri del Consiglio teatrale scelti dai cittadini fiumani per tramite del Consiglio cittadino, ma si rifiuta di rispondere ad alcune nostre richieste, come ad esempio di fornirci informazioni inerenti al numero dei processi giudiziari nei quali è coinvolto il Teatro, che cosa si trova nella dichiarazione scritta del direttore del Dramma Italiano, Giulio Settimo, sulle condizioni di lavoro, o come vengono finanziati il programma ‘Kamov’, lo Studio Giorgio Surian o la Galleria del Teatro”.
Peranić e Magzan hanno concluso affermando che se il Consiglio cittadino dovesse destituire Blažević, ma la decisione venisse respinta dal ministro Nina Obuljek Koržinek, ci troveremmo de facto in una situazione senza precedenti nella quale un ministro si rifiuta di rispettare la decisione di un organo scelto direttamente dai cittadini.

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