Cultura e vita quotidiana… quando il dialogo è in versi

L'evento si è tenuto sul terrazzo del bar Dnevni boravak in via Ciotta e vi hanno preso parte Darija Žilić e Zorka Jekić di Zagabria, nonché Laura Marchig, Magdalena Snježana Košta e Mirta Mataija di Fiume. Lo scrittore istriano Marijan Grakalić ha presentato il suo nuovo libro

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Cultura e vita quotidiana… quando il dialogo è in versi

In un’epoca in cui le serate letterarie sono vietate in quanto rischiose per la salute, i circoli di scrittori e poeti improvvisano incontri all’aperto per promuovere le nuove pubblicazioni. È ciò che è avvenuto sulla terrazza del bar Dnevni boravak in via Ciotta, dove hanno letto le loro opere Darija Žilić e Zorka Jekić di Zagabria, nonché Laura Marchig, Magdalena Snježana Košta e Mirta Mataija di Fiume. Le poesie sono entrate a far parte del quarto numero dell’antologia di liriche delle poetesse della regione. A presentare il volume “U mreži stih” (Un verso nella rete) è stata l’editrice, nonché promotrice dell’incontro, Šura Dumanić. Si tratta del quarto libro di una vasta raccolta che comprende più di 140 poetesse dall’ex Jugoslavia.

L’antologia poetica e la raccolta di racconti ispirati all’Istria

La cultura come ponte
“L’antologia, ovvero la quarta parte di una ricca raccolta poetica, è stata pubblicata in questi giorni e abbiamo approfittato del bel tempo per presentarla all’aperto e per incontrarci e scambiare due chiacchiere leggendo le nostre poesie più belle. Sono molto contenta che lo scrittore istriano Marijan Grakalić abbia accettato il nostro invito a presentare il suo nuovo libro ‘La morte di James Joyce’ – ha dichiarato Šura Dumanić – e che l’invito sia stato colto pure da Bosiljko Domazet, presidente della Società degli scrittori delle minoranze, fondata recentemente”. L’orientamento di base dell’editore Shura Publikacija è, infatti, l’instaurazione di un dialogo culturale tra la Croazia e i Balcani e il Mediterraneo e l’Europa, non soltanto a livello delle élite intellettuali, ma anche tra la cultura quotidiana dei cittadini europei. Per questo motivo, per mezzo delle sue pubblicazioni, l’editore mira ad avvicinare la realtà culturale e ideologica dell’Europa e del suo stile di vita ai cittadini dei Balcani e a trasmettere le idee, le paure e il modo di pensare di questi ultimi al mercato europeo per mezzo di traduzioni e dibattiti transfrontalieri. Dumanić ha concluso dichiarandosi felice di aver realizzato un incontro dal vivo nonostante le difficoltà del lockdown, il quale ha danneggiato gravemente la cultura e gli operatori culturali.

Šura Dumanić

L’identità istriana in una nuova luce
Nella seconda parte del programma, Marijan Grakalić ha parlato di quella che è stata definita una guida magico-realistica all’Istria e che in realtà è una raccolta di brevi racconti che si appoggiano alle poesie della raccolta “Pjesme izgubljenih ljeta” (Poesie degli anni perduti).

“Il mio libro parla dell’Istria in una maniera particolare – ha spiegato Grakalić -, ovvero si sofferma su alcuni momenti storici di rilievo del XX secolo. Ho cercato di non limitarmi soltanto ad alcune parti della penisola, ma ho parlato dell’Istria nella sua interezza, arrivando persino a Fiume. Si tratta di un’importante mitopoetica che sta alla base dell’identità istriana e che ho cercato di raccontare in una maniera diversa rispetto alla storiografia ufficiale. Ogni singolo racconto è scritto in un registro diverso, il che li rende unici sia nello stile che nella lettura. Matko Laginja, ad esempio, è un personaggio storico e la sua biografia è nota, ma nel racconto a lui dedicato ho cercato di presentare degli aspetti inediti della sua vita. Penso che il mio libro sia una descrizione anche spiritosa della realtà istriana e che offra molti spunti di riflessione, soprattutto per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia della storia di questa splendida penisola che non a caso chiamiamo Terra Magica”.

Laura Marchig

Laura Marchig: «Fiume come centro dell’Europa»
All’incontro ha preso parte pure la scrittrice e poetessa connazionale Laura Marchig, la quale ha colto l’occasione per commentare la prima dello spettacolo “Alfa Romeo Jankovits”, di cui è autrice e che andrà in scena sabato alle 19.30 al TNC “Ivan de Zajc”. “Non ho avuto il piacere di assistere alle prove, sia per il Covid-19 che per evitare di farmi influenzare dal processo di preparazione – ha spiegato -. Mi recherò a teatro sabato per assistere al prodotto finale, ma mi dispiace sinceramente che a causa della pandemia non sia più possibile frequentare il teatro come una volta. Devo dire che il regista Tommaso Tuzzoli ha svolto un lavoro molto intenso, anche di consulenza, e che è intervenuto sulla drammaturgia per adattarla alla sua visione del progetto. È stato un processo molto lungo, che per me è iniziato qualche anno fa dalle ricerche di Zoran Petrović Bebe e che è continuato con la stesura del testo, volendo far conoscere questa storia fiumana straordinaria. Si tratta di una vicenda che era stata dimenticata, ma che vale la pena di portare alla luce, perché ci fa vedere Fiume come centro dell’Europa, in cui si sono verificate tantissime novità e scoperte scientifiche e tecnologiche. Il tema della meccanica è molto complesso e ho dovuto studiare bene le teorie della debordanza e di tutti i fenomeni fisici affini, ma il problema era anche quello di portare questa scienza a teatro. Non abbiamo voluto rinunciare a questo aspetto anche perché Trieste Capitale europea della scienza aveva presentato il progetto in questo contesto. Quindi abbiamo puntato alla precisione e all’esattezza e secondo me è un momento molto interessante perché riflette l’ossessione dei due fratelli fiumani per l’automobile. Perché l’’Alfa Romeo Jankovits’ è fondamentalmente una storia di passione e può essere letta sia attraverso la scienza, che attraverso le emozioni”.

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