Conoscere e approfondire la storia che ci accomuna

Si è conclusa a Palazzo Gravisi-Buttorai di Capodistra la seconda edizione del Seminario «Le due Rive: Venezia, Istria, Fiume e Dalmazia» dedicato a docenti veneti e della CNI

0
Conoscere e approfondire la storia che ci accomuna
I partecipanti a Palazzo Gravisi

Il Seminario di studio “Le due Rive: Venezia, Istria, Fiume e Dalmazia”, promosso dall’Unione Italiana in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), dopo la tappa a Buie si è concluso ieri a Capodistria. È stato Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della locale CI “Santorio Santorio”, a ospitare il corso di aggiornamento per docenti veneti e omologhi delle materie identitarie presso le scuole elementari e medie superiori della Comunità Nazionale Italiana delle Repubbliche di Croazia e Slovenia.

Un’identità che ci accomuna
Accolti da Mario Steffé, in veste di presidente del sodalizio e vicesindaco di Capodistria, oltre alla settantina di docenti e relatori, anche ospiti e autorità che hanno dato vita all’uditorio d’eccezione, coinvolto, attento e particolarmente interessato ai temi proposti. Steffé, dopo un breve saluto ripercorrendo le problematiche dei confini permeabili e l’unicità della storia della CNI, ha voluto sottolineare come fosse palpabile sul territorio d’Istria e Dalmazia il lascito veneziano in ambito artistico e architettonico, simbolo dell’identità che ci accomuna. A tale proposito, l’assessore della Città di Venezia, Renato Boraso, ha voluto donare in ricordo del seminario al presidente Steffè l’emblema per eccellenza della venezianità, il “Leone con il libro aperto”.

Mario Steffè e Renato Boraso

Prospettive e interpretazioni nuove
Moderato da Stefano Antonini, del Comitato provinciale di Venezia dell’ANVGD, un breve intervento sugli esuli emigrati nel dopoguerra è stato fatto anche dal presidente della “Famea Capodistriana”, Piero Sardos Albertini, che ha ricordato l’importanza di conservare la storia nei luoghi e il contributo fondamentale di Venezia in quest’immane opera. L’esodo e la storia tramandata dai custodi della memoria, è la “tragedia nazionale rimossa” esposta dal relatore Lorenzo Salimbeni, storico, ricercatore e giornalista, un prezioso contributo che sottolinea quanto l’interrelazione tra le genti, intercalata in un contesto più ampio, generico e quasi incollocabile, possa sgretolare convinzioni e certezze riportati dai libri di storia dando vita a nuove prospettive e interpretazioni subordinate agli eventi vissuti. Diverse prospettive per raccontare l’ampio panorama degli avvenimenti che hanno preceduto e seguito le vicende particolarmente drammatiche durante l’epilogo della Seconda guerra mondiale, dalla Venezia Giulia alla tragedia di Trieste, raccontate dalla prospettiva dei “liberati” e dei “rimasti” in Istria e a Fiume.
Salimbeni ha voluto contrapporre l’entusiasmo della liberazione di Trieste alla delusione degli istriani assoggettati ad un regime oppressivo e privati dalle più elementari libertà di pensiero ed espressione. Arresti, infoibamenti, deportazioni nelle operazioni di epurazione politica che con la firma del Trattato di Osimo, diktat dalle conseguenti mutilazioni territoriali, ha condotto un popolo alla disperazione. La storia, secondo Salimbeni, è una questione di percezioni, Zona A e Zona B, sulle cui pagine, nell’indifferenza generale, è calato spesso un silenzio tombale dove soltanto la Giornata del Ricordo ridà dignità a esuli e vittime.

La figura di Nazario Sauro
A Kristjan Knez, storico e direttore del Centro italiano “Carlo Combi” di Capodistria, il compito di analizzare la figura del patriota capodistriano Nazario Sauro: uomo, comandante marittimo, militare e una tra le figure più importanti dell’irredentismo italiano nonché massimo esponente di quello istriano, ma soprattutto, come sottolineato da Knez, lungimirante precursore dei tempi. L’approfondita presentazione delinea un italiano, nato a Capodistria il 20 settembre 1880, su suolo assoggettato all’Impero austro-ungarico che, allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruola nella Regia Marina italiana. Catturato durante una missione nel luglio 1916, meno di un mese più tardi venne condannato per alto tradimento dalla corte imperiale, che lo giustiziò a Pola il 10 agosto. Sauro, insignito di “medaglia d’oro al valor militare alla memoria” ebbe innumerevoli occasioni per manifestare la sua contrarietà all’occupazione asburgica del suolo istriano e la fervente italianità. Per Knez, Sauro non si piegò alla legge anti-italiana né alle forti pressioni esterne, preferì entrare in conflitto con ogni tipo d’istituzione osteggiando l’imposta sottomissione ad un programma di cancellazione della sua identità nazionale. Esule a Venezia nel 1914, assieme ad altri istriani elencati da Knez, Sauro sostenne l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austro-Ungheria ancor prima della prudente politica estera italiana. Solo grazie al coordinamento dell’Associazione Partigiani Italiani di Pola, fu possibile l’esumazione dal cimitero istriano e la traslazione della salma di Nazario Sauro che, dal 9 marzo 1947, riposa nel Tempio votivo del Lido di Venezia.

L’intervento di Kristjan Knez su Nazario Sauro

Metodi d’insegnamento innovativi
Alla docente Rossella Zanni, la presentazione dei due quaderni didattici per le Scuole già anticipati nella giornata di ieri, inerenti “La frontiera Adriatica” e “Il Novecento e il Confine orientale”, reperibili online e attinenti al Seminario, che ben si sposano con le uscite o la mostra interattiva e laboratoriale M9 allestita nel primo museo italiano del ‘900. Gli opuscoli, i Meta Liber, consentono con l’uso di una “app” più congeniale alle nuove generazioni, di approcciare a parole chiave o argomenti difficili, associando cause e conseguenze, promuovendo la ricerca e adattandoli a metodi d’insegnamento innovativi dove la storia può essere rappresentata in musica andando ad alleggerirne i contenuti. Tradizioni, stili, costumi, un bagaglio di contorno che arricchisce e invoglia i ragazzi al lavoro di gruppi e che significano “uno stimolo a conoscere e approfondire la nostra storia – ha sottolineato la Zanni – ma che rappresentano un ottimo veicolo per diffondere le conoscenze acquisite”.
Prima del rientro alle rispettive destinazioni i docenti hanno potuto visitare, sotto la guida di Kristjan Knez, il centro storico di Capodistria e i luoghi legati a Sauro e alla carrellata di illustri capodistriani elencati riconducibili al patriottismo e alla storia locale approfonditi dalle fonti storiche a supporto visivo della sua presentazione, certi che l’intreccio di conoscenze, esperienze, interessi e valori, rappresentano il seme della nostra cultura. Starà a noi coltivarlo grazie alla cooperazione, all’interscambio e all’amicizia perché la cultura “germoglia e cresce” in ogni territorio.

I docenti che hanno preso parte al seminario

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display