Ivana Peranić e il teatro che parla con il pubblico

La fondatrice del Laboratorio creativo di teatro contemporaneo KRILA racconta gli alti e i bassi della scena teatrale alternativa, in questi tempi di pandemia in... arresto

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Ivana Peranić e il teatro che parla con il pubblico

La scena culturale fiumana non è composta solo da cinema, teatri e musei. Esistono numerose associazioni, organizzazioni e gruppi di appassionati che si dedicano anima e corpo ad attività che spesso vengono marginalizzate, in quanto troppo alternative. Il Laboratorio creativo di teatro contemporaneo KRILA ha operato per quasi un decennio all’ombra del TNC “Ivan de Zajc”, ma quest’anno il programma di Fiume CEC ha dato la possibilità a numerosi artisti e teatri indipendenti di rivolgersi al pubblico nel corso del Festival TranziT. Ivana Peranić, una delle fondatrici di KRILA, ci ha rivelato come si fa a sopravvivere senza delle entrate fisse, ma facendo con dedizione ciò che si ama.

Com’è nato il Laboratorio creativo di teatro contemporaneo KRILA?

“KRILA è un’organizzazione artistica fondata a Fiume all’inizio del 2011. Con tantissimo entusiasmo io e Jorge Corre Bethencourt (dalla Spagna), in qualità di artisti e pedagoghi, dopo aver vissuto per un periodo a Londra, abbiamo deciso di trasporre tutta la nostra ispirazione, il nostro sapere e l’esperienza, in un programma artistico ed educativo, che sta alla base del teatro KRILA. Il nostro lavoro è incentrato sulla promozione di pratiche progressiste e sulla creazione di lavori artistici impegnati, soprattutto a livello locale, e rivolti ai cittadini di Fiume, ma anche a sostegno dei professionisti e dei piccoli artisti europei a livello dei teatri contemporanei”.

Quali sono i progetti più importanti realizzati negli ultimi dieci anni?

“Innanzitutto vorrei sottolineare il nostro Programma educativo di laboratori teatrali per bambini, ragazzi e adulti, iniziato già nel 2011. La parte educativa di tale programma porta allo sviluppo personale e professionale dei bambini e degli adulti. Cerchiamo di proporre sempre contenuti teatrali educativi in sintonia con i loro interessi e bisogni, ma tenendo a mente pure le pratiche teatrali contemporanee, la collaborazione, l’impegno e l’inclusione.L’idea principale è modificare l’atteggiamento dei frequentanti nei confronti del teatro in quanto arte esclusivamente classica e da ‘consumare’ in maniera passiva. Vogliamo avvicinare il teatro soprattutto ai bambini e ai giovani. I laboratori si tengono nella Casa croata di cultura (HKD) di Sušak ogni settimana a parte il periodo delle vacanze scolastiche. Finora abbiamo realizzato dieci programmi di questo tipo nell’arco di un decennio, abbiamo avuto 520 frequentanti, che hanno preso parte a 32 produzioni educative – spettacoli teatrali a conduzione professionale ma nati dalla collaborazione tra frequentanti e artisti/educatori. Sono stati 3753 gli spettatori a Fiume, Abbazia, Laurana e Pinguente ad avere assistito alle nostre esibizioni. A parte questo, abbiamo realizzato pure sette laboratori professionali per 52 artisti e sette intensi laboratori creativi per bambini, con 86 partecipanti. Sommando tutte le cifre, possiamo dire che i nostri laboratori hanno avuto più di 650 partecipanti attivi e direttamente impegnati”.


Com’è la situazione per quanto concerne la produzione artistica?
“Annualmente presentiamo almeno una première, su diverse scene o teatri cittadini. A volte debuttiamo nell’HKD di Sušak, altre volte nella Galleria Kortil, nel Museo d’arte moderna e contemporanea (sia nella vecchia che nella nuova sede), nella Filodrammatica o nel Ri Hub. Devo dire che la sfida più grande finora è stato il progetto ‘Make a move’, ovvero l’incubatore artistico di teatro europeo extraistituzionale finanziato dalla Commissione europea con 370mila euro in seno al concorso Europa creativa. KRILA è stato il coordinatore del progetto, mentre i partner principali erano l’Università di Arte Targu – Mures (Romania), l’Istituto d’Arte di Barcellona (Spagna) e The Galway Theatre Festival (Irlanda). ‘Make a move’ è un progetto che ci ha permesso di mettere alla prova un incubatore artistico per le piccole organizzazioni e gli artisti indipendenti. L’idea era di guidarli dallo sviluppo del proprio potenziale e delle proprie idee, fino alla produzione di un progetto, l’analisi del mercato, la ricerca di concorsi e l’accesso ai fondi”.

“Alla chiusura dell’incubatore – spiega Ivana Peranić – 45 artisti teatrali da 12 Paesi europei (Austria, Croazia, Irlanda, Francia, Irlanda del Nord, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovenia e Spagna) hanno acquistato visibilità a livello europeo. Il pubblico fiumano, d’altra parte, ha potuto assistere a quattro lavori che si sono svolti a settembre dell’anno scorso: ‘I’m Listening’ di Nicole Pschetz e Miguel Bonneville in collaborazione con Maja Kalafatić e Miljena Vučković; ‘Rijeka’s Roof’ sul tetto del Centro commerciale RI di Rodrigo Pardo e James Riordan, in collaborazione con Uroš Mladenović e Iva Korbar; ‘Last Summer’ di Dmitrije Rekatchevski in collaborazione con Fran Medeni, nella vetrina del Centro commerciale Varteks e ‘And Then There Was a Space – fragments of a transformation’ nell’edificio dell’Opera del Teatro Fenice. Quest’ultimo pezzo è stato realizzato da un gruppo di autori, tra cui Julianne Bloodgood, Anne Corté, Johannes Schrettle, Sanna Karolina Toivanen, Janaine Tupan, Sendi Bakotić, Andreja Crnković, Nika Korenjak, Maja Kovač e Kristina Paunovski.

Il Festival “TranziT” è stato prodotto da voi. Come siete giunti all’idea di voler aderire ai programmi di Fiume CEC 2020?
“Visto che per molti anni ho vissuto e lavorato a Londra, ho tantissimi colleghi dall’Europa e dal resto del mondo che volevo coinvolgere nei nostri progetti. I programmi di Fiume CEC sono stati un’occasione unica per riallacciare i rapporti. Il Festival TranziT promuove gli artisti e teatri europei indipendenti che fanno parte del settore culturale non istituzionale e quindi marginalizzato. Ho proposto l’idea per il Festival, ma la realizzazione è stata un processo collettivo tra il teatro KRILA e i collettivi ACTS di Oslo, MOVEO di Barcellona, Platform 88 di Montpellier, Poulpe Electrique di Arcueil, ToTum TeaTre di Barcellona e Workinglifebalance Ltd. di Graz”.

Ivana Peranić

Chi è maggiormente interessato alle attività che proponete?
“Per quanto riguarda il programma educativo i più interessati sono i bambini in età scolare e i giovani dai 18 ai 35 anni. Le produzioni artistiche attirano, invece, gli amanti dell’arte contemporanea e del teatro contemporaneo, della danza, del movimento, nonché studenti e giovani creatori”.

Come avvengono gli incontri?
“Ogni produzione è una storia a sé stante, ma diciamo che il filo rosso che le accomuna è la liberazione dell’essenza creativa. Coi bambini si punta di più sul gioco, ma li incoraggiamo pure ad assumere un atteggiamento di curiosità e ricerca, a valorizzare la spontaneità e l’essenza nel momento. Nelle produzioni professionali ci dividiamo in piccole squadre d’autore e poniamo l’accento su una produzione comune, un approccio analitico, la realizzazione di lavori d’autore e la rinuncia ai parametri teatrali classici in favore della sperimentazione con spazi nuovi e un nuovo dialogo con il pubblico”.

Quali sono state le conseguenze della pandemia e quali sono i piani per l’autunno?
“Anche noi siamo stati colpiti dalla pandemia, proprio come tutto il resto del settore culturale e artistico. Abbiamo dovuto arrestare la maggior parte delle attività e cancellare il resto. Ora tutti i programmi devono rispettare le prescrizioni degli esperti, il che ci ha costretti a modificarne pure il concetto artistico. Lo stesso è toccato pure al festival TranziT che è stato ridotto drasticamente a uno spettacolo e una presentazione. Quando si organizzano eventi con artisti dall’estero bisogna seguire attentamente tutte le regole ai confini, garantire i tamponi all’entrata e all’uscita dalla Croazia e contemporaneamente ripensare il rapporto con il pubblico. Alla ripresa delle attività autunnali continueremo a rispettare pedissequamente tutte le direttive ufficiali”.

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