BOOST5 Per un futuro esperienziale e sostenibile (foto)

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BOOST5 Per un futuro esperienziale e sostenibile (foto)
La comitiva nella zona industriale della città

Il turismo responsabile ha acquistato, negli ultimi anni, sempre più valore e, a dimostrarlo, è il sempre maggior numero dei viaggiatori attenti al rispetto del territorio e alla sostenibilità ambientale. In tale contesto è stato ideato il BOOST5, ora in fase conclusiva, un progetto teso a migliorare la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, industriale e naturale dei territori coinvolti e incoraggiare lo sviluppo economico sostenibile, utilizzando i risultati di cinque progetti completati nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia.
Località abbandonate
Le aree incluse sono state zone naturali turistiche trascurate, luoghi dimenticati e patrimoni con un’offerta digitale bassa o frammentata. In seno allo stesso, al fine di dare luogo a uno scambio di buone pratiche e all’istituzione di rotte turistiche sostenibili, il Parco Scientifico e Tecnologico STEP RI dell’Università di Fiume e la Città di Fiume, quali suoi partner, hanno organizzato un’interessantissima visita studio giornalistica intitolata “Scoperta del patrimonio culturale e industriale della città di Fiume”, alla quale hanno preso parte anche i partner italiani (Tecnopolis PST – Bari, Friuli Innovazione, SIPRO Agenzia Provinciale per lo sviluppo – Ferrara, Regione Marche, Regione di Zara, ERPAC – Ente Regionale Patrimonio Culturale FVG).
Fiume tra il XVIII e il XXI secolo
L’incontro è partito dall’area del complesso Benčić di Fiume, comunemente chiamato Quartiere artistico e, nello specifico, dal Palazzo dello Zucchero (una delle sedi del Museo civico di Fiume), il segmento più prezioso nella ricchissima storia industriale del capoluogo quarnerino. Qui i visitatori, attraverso il suo allestimento permanente, hanno avuto modo di viaggiare nel tempo e assaporare i graditi e sapienti racconti della bravissima guida, Kristina Pandža, collaboratrice esterna del Centro per il patrimonio industriale dell’Ateneo quarnerino, relativi alla storia della città dal XVIII al XXI secolo, coprendo i suoi sviluppi economici, politici, culturali, educativi, scientifici e sportivi. Negli stessi sono state toccate svariate tematiche inerenti all’invenzione del siluro, all’Accademia di Marineria, alla storia del Teatro fiumano, ai grattacieli, alla musica, alla scena rock fiumana, alla storia dei grandi stabilimenti industriali come la Cartiera, la Fabbrica tabacchi, lo Zuccherificio e altri, nonché lo spaccato dedicato ai dipinti dei fratelli Gustav ed Ernst Klimt e a Franz Matsch, che decorano il soffitto del TNC “Ivan de Zajc” – “Il Klimt sconosciuto: amore, morte, estasi”.
Un tuffo nel passato
A seguire, la comitiva ha raggiunto in autobus la zona industriale nella parte orientale della città, dove gli ospiti, accompagnati da Kristina Pandža e dai rappresentanti del succitato Parco, la vicedirettrice e responsabile, Jana Blažević Marčelja e il collaboratore ai progetti europei, Mario Vukelić, hanno fatto una lunga passeggiata lungo le iconiche Via dell’Acquedotto e Ružić, sincere testimonianze della Fiume che fu, che ospitavano diverse fabbriche tra cui il dopolavoro dell’ex Fonderia Skull (già Fabbrica di pellami), i resti del Bagno Ilona, la casa costruita nel 1872 da Juraj Ružić, proprietario della Fabbrica di pellami, inizialmente uno stabilimento industriale per poi essere convertita, nel 1876, in un condominio, come pure quelle di ghiaccio, sapone, pasta, vetro, specchi, pavimenti in terrazzo, parquet e l’ex Macello, un padiglione in stile Liberty di grande valore artistico, progettato da Carlo Pergoli. Particolare attenzione è stata rivolta all’ex Cartiera, triste derelitto di quella che, una volta, fu la seconda più grande fabbrica di carta europea, uno dei simboli del capoluogo quarnerino.
Un patrimonio interessante e complesso
I succitati partner quarnerini del progetto BOOST5, in conformità con le sue linee guida, non hanno lasciato nulla al caso e, per coronare l’importante ed emozionante esperienza territoriale dei visitatori hanno pensato a un approfondimento via mare, organizzando una gita in barca partita dal molo Carolina e, soffermandosi di fronte ai famosi e ultimamente tanto discussi magazzini Metropolis, al faro di Mlaca, a tutta l’area in cui operava l’industria petrolifera, al leggendario Hotel Emigranti, alla stazione di lancio dei siluri, al cantiere navale del 3 Maggio, al porticciolo e alle ville di Cantrida, Costabella e Volosca e, a suon di musica italiana, ha raggiunto Abbazia. Il mare era calmo, la brezza tipicamente fiumana e, nel corso del percorso di rientro, non sono mancati gli scambi di idee, gli sguardi verso le isole di Cherso e Veglia e la voglia di tante nuove collaborazioni.
A tale proposito, Jana Blažević Marčelja e Kristina Pandža, ci hanno spiegato che “Nell’ambito del progetto BOOST5 abbiamo voluto illustrare ai nostri partner esterni ciò che offre la Fiume post industriale in quanto a patrimonio culturale e industriale. In questo contesto un ruolo importante lo ha il Centro per il patrimonio industriale dell’Università di Fiume il quale ricerca, collabora e si adopera nella realizzazione di svariati progetti, mirati alla valorizzazione dell’eredità industriale e all’uso del potenziale relativo al turismo industriale. Per farlo si avvale di svariati siti Internet, applicazioni e di tutti i possibili segmenti essenziali per lo sviluppo dello stesso”. Sulla scia delle loro parole il prof. Massimo Sargolini, dell’Università degli Studi di Camerino (UNICAM), ha rilevato che “Abbiamo vissuto due giornate molto significative, anche se il momento finale di un progetto è contemporaneamente bello, perché si porta a termine un lavoro importante, e malinconico, in quanto molto spesso si chiudono dei contatti che, per un periodo, sono stati molto intensi. Infatti, durante lo stesso, si sono condivise sensazioni, emozioni, impressioni, sentimenti e anche interpretazioni di luoghi il che, dato che da più di 30 anni mi occupo di pianificazione di paesaggi, è il mio tema. In questo senso BOOST5 è stato un progetto interessante in quanto abbiamo cercato di dare quella visione di paesaggio che è propria della Convenzione europea del paesaggio, che ho contribuito a scrivere e secondo la quale lo stesso è solo il frutto dell’interazione fra uomo e natura: il paesaggio cartolina non è paesaggio. Quello che abbiamo visto inerente a Fiume è tanto interessante quanto complesso, dato che quando si va a toccare un ambito così ampio non è facile trovare quelle funzioni capaci di ridare un nuovo universo di senso allo spazio che ne aveva uno enorme. Se le stesse non ci sono le cose vanno demolite, dato che restaurare qualcosa senza funzione è una follia”.
Riflessioni finali
Prima di lasciare Fiume i partecipanti hanno avuto modo di seguire la conferenza conclusiva “Promozione del turismo sostenibile attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale” (Boosting sustainable tourism by valorising cultural and natural heritage), relativa al progetto, nel corso della quale hanno riflettuto su una serie di argomenti, quali la rivitalizzazione e i percorsi alternativi italiani e croati del patrimonio culturale e naturale, le opportunità finanziarie nel settore turistico e la cooperazione transnazionale per lo sviluppo sostenibile. È stata, quest’ultima, l’occasione per presentare i principali risultati del programma concentrati, nello specifico, sulle buone pratiche di rivitalizzazione e valorizzazione, sugli strumenti e metodi atti alla progettazione di percorsi naturalistici e culturali alternativi nell’area italiana e croata, sulle opportunità finanziarie per il settore turistico nel periodo di programmazione 2021-2027 e sulle possibilità di cooperazione transnazionale per fare del patrimonio naturale e culturale un motore per lo sviluppo sostenibile.

La “visita” alla città in barca
La salita a bordo della “Melkior”
Massimo Sargolini
Jana Blažević Marčelja e Kristina Pandža
L’ex stazione di lancio dei siluri vista dal mare
Una sosta tra le mura abbandonate
Kristina Pandža indica gli edifici che ospitarono alcune delle fabbriche fiumane più note
Una “lezione” nella sala del Museo civico

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