A Pola il Seminario di aggiornamento per educatori della CNI

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A Pola il Seminario di aggiornamento per educatori della CNI

POLA Un’immersione nella variopinta dimensione del teatro di figura, quello di un’arte particolare che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre, oggetti, come protagonisti dello spettacolo e segni di un linguaggio fortemente visivo e sensoriale, non è un privilegio di tutti. È una singolare opportunità di perfezionamento del ruolo educativo, proposta per aiutare meglio i bambini a crescere; una strategia didattico-pedagogica aggiuntiva, da inserire nel lavoro quotidiano prescolare, un bagaglio di conoscenze e informazioni in più con cui arricchire, adeguare e correggere con buona metodologia l’offerta formativa in funzione dei giovanissimi: questo e tanto altro è stato fornito nell’arco di una sola preziosa giornata di aggiornamento professionale promossa dall’Università degli studi di Pola, specificatamente dalla Facoltà di scienze della formazione – Sezione di studi magistrali ed educazione prescolare in lingua italiana, in collaborazione con la Società di studi e ricerche “Pietas Julia”, l’Agenzia per l’educazione e la formazione – Dipartimento di Fiume.

Il corso abbinato a esperienza da laboratorio, sostenuto dai finanziamenti del Ministero degli Affari Esteri Italiano e della Cooperazione Internazionale per il tramite della collaborazione tra Unione Italiana e Università Popolare di Trieste, ha visto presenti a Pola – molto partecipi – oltre una ventina di educatori, psicopedagogisti e direttori delle istituzioni prescolari della Comunità Nazionale Italiana. In aula pure la consulente superiore per la CNI, Patrizia Pitacco. Assolte le allocuzioni di saluto da parte di Iva Blažević, vicepreside della Facoltà di scienze della formazione, e di Nevia Močinić, a capo della Sezione italiana, e responsabile della Società “Pietas Julia”, la parola è andata a Petra Bernarda Blašković, protagonista in assoluto della giornata di apprendimento e perfezionamento professionale in aula universitaria

Pedagogia teatrale e ascolto attivo
Poche note biografiche, presentate dalla caposezione, già bastano per comprendere la validità di quanto trasmesso al pubblico dei nostri educatori: la connazionale polese Petra Bernarda Blašković, personalità poliedrica, mente aperta e curiosa, vanta corsi di specializzazione in Italia e Germania, studi di danza-terapia con Maria Fux, laurea conseguita presso l’Accademia di belle arti di Osijek, dove fa parte della compagnia teatrale, è assistente alla regia, attrice, danzatrice e come tale collabora con Istria Inspirit e con il Teatro istriano. Per quest’occasione, si punta soprattutto sui suoi quindici anni di intensa attività in Italia, dove si è occupata in maniera particolare di pedagogia teatrale quale metodologia per educare all’ascolto attivo, alla relazione empatica, all’assunzione di responsabilità e strumento utile per affrontare e risolvere situazioni di disagio emotivo, difficoltà di apprendimento e insegnamento, nonché contribuire al superamento delle barriere che ostacolano i rapporti tra culture differenti, tra ragazzi e tra ragazzi e insegnanti.

«Pupazzi e bambini»
Come sottolineato al corso di aggiornamento – che la Sezione è riuscita a organizzare per il settimo anno consecutivo, facendolo diventare un appuntamento tradizionale e quanto mai utile per gli educatori delle scuole d’infanzia italiane dell’Istria e di Fiume – si è compiaciuti di poter trarre giovamento dall’esperienza di un’artista che ha alle spalle una ricca attività di formazione con insegnanti, bambini ed educatrici sia in Italia che in Croazia. E si parla di tematiche che riguardano l’impiego del teatro a scopi pedagogico-didattici. L’argomento del seminario “Pupazzi e bimbi: insieme per crescere felici” la dice già lunga sulle modalità scelte per “giocare” assieme, liberare l’attore-interprete nascosto dentro ogni educatore, che sciogliendo le briglie alle proprie emozioni, esprimendosi con voce, corpo e attraverso la musica, può stimolare i bimbi a fare altrettanto. Spiega Petra Bernarda Blašković, che la sua è una proposta formativa che rappresenta un approfondimento dell’argomento già presentato in sede di laboratori per educatori alla Rassegna della letteratura per l’infanzia “Monte librić”.

Animazione e comunicazione
“Il teatro – dice – non è inteso come strumento di produzione di spettacoli, ma come mezzo per avvicinare in maniera individuale ogni bambino, per insegnargli la comunicazione con l’altro, con il mondo che lo circonda e con sé stesso. L’accento non viene posto sul risultato, ma sulla strutturazione di un processo ludico basilare di qualità che, in quanto tale, porta a un buon esito ed esclude l’ansia da prestazione”.
Nella sessione mattutina teorica, quando si è già instaurato un rapporto di comunicazione attiva e diretta tra relatrice e partecipanti, è stata presentata la storia del teatro di figura e di animazione, parlando del perché, del dove e del come è nato, presentandone le diverse tipologie nel mondo. Nel pomeriggio, la grammatica è stata abbandonata per dare spazio alla pratica, con educatori invitati a creare pupazzi di persona con materiali di riciclo, a imparare le basi dell’animazione con particolare accento sulla necessità di concentrarsi sul percorso educativo con piena consapevolezza degli obiettivi da raggiungere.

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