SEI «Giuseppina Martinuzzi», auguri con fantasia e bravura

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SEI «Giuseppina Martinuzzi», auguri con fantasia e bravura
Il coro delle inferiori. Foto: Fredy Poropat

È stato uno spettacolino all’insegna della fantasia, dell’entusiasmo e del divertimento e sopratutto un’occasione per porgere gli auguri di Natale e felice Anno nuovo, quello offerto venerdì sera dagli alunni della SEI “Giuseppina Martinuzzi” nella Sala maggiore, gremita, della Comunità degli Italiani di Pola. Nell’insieme, un potpourri di canzoni, scenette, danze con l’immancabile dedica a Pinocchio, nell’anniversario del 140° anniversario dalla “nascita”. A presentare la serata, con schiettezza e leggerezza, sono stati gli alunni Samuel Uliana dell’VIIIb e Kalista Rakitovac della VIb, che hanno augurato ai presenti un Natale di pace, pandoro e panettone, prima di dare la parola al direttore dell’istituto scolastico, Luka Brussich, che ha definito la “Martinuzzi” come “una grande famiglia, che quindi necessita di avere un grande proprio salotto, qual’è la sede della CI polese. In futuro ci attendono molte sfide, che sapremo superare assieme. Chiudiamo anche quest’anno in bellezza e quindi colgo l’occasione per porgere gli auguri per queste festività a tutti voi”.
Ad esibirsi per primo è stato il coro delle inferiori, ben preparato e diretto dalla maestra Samantha Rocco Popović, che ha intonato “È la notte di Natale” e “Lo scriverò nel vento”, tratte dal vastissimo repertorio dello Zecchino d’Oro. Ha fatto seguito la scenetta intitolata “I giocattoli in soffitta”, proposta dalle seconde classi e seguite dalle insegnanti Barbara Brussich Markulinčić e Barbara Jurman. Simpatica la trama, che vede i moltissimi giocattoli (orsacchiotti, fatine, maghi, ballerine, batman, camion, automobili, pecorelle e via dicendo), soli e dimenticati in soffitta, addormentarsi. Succede che i nipotini vengano in visita ai nonni, con l’intenzione di fare la pizza (dialoghi in dialetto polesano), però di tempo ce ne vuole, quindi al nonno viene l’idea di far vedere ai nipotini i giocattoli della mamma e delle sue amiche lasciati in soffitta. Sulle note di “Carissimo Pinocchio” i giocattoli si risvegliarsi e raccontano i propri aneddoti. Infine, decidono di giocare nuovamente insieme e di divertirsi, per cui chiamano Babbo Natale. Giunto sul palco, ridà vita ai giocattoli ed è balletto sulle note di “Il Natale è vivo in città”. Intanto la pizza è pronta.
Poi tre filmati dedicati a Pinocchio, realizzati con l’IA e relativi alle storie reinventate del burattino: “L’imbroglio del telefonino” scritta da Cora Andačić, “Pinocchio nella preistoria” di Laura Štifanić e “Pinocchio nello sweet shop” di Marina Verko, del Gruppo di scrittura creativo della CIP, seguito da Alessandro Lakoseljac Ukmar. Alla scenetta “Letterine a Babbo Natale”, da quelle con desideri modestissimi a quelli più esigenti, ma sempre divertenti, è seguita l’interpretazione vocale di Elen Dabić, della Va, che ha cantato “Una parola magica” (Zecchino d’Oro). È stata la prima in assoluto in qualità di solista per la talentuosa alunna, sostenuta dal folto pubblico con scroscianti applausi. A chiudere la gradita serata è stata l’orchestrina di flauti dolci, che ha proposto due brani, “Girotondo” e “Batti quattro”. Sentiti auguri a tutti quindi e arrivederci all’anno prossimo.

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