Pola. Odore e sapore di ciccioli: è festa sia

Il Festival UcvirkenFest quest’anno è giunto alla sua 20ª edizione. Agli interessati accorsi distribuite 400 porzioni

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Pola. Odore e sapore di ciccioli: è festa sia
Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Vent’anni di ciccioli in tutte le salse. La sagra polese di uno degli ingredienti più calorici della cucina casereccia ha raggiunto, contro ogni previsione, i suoi primi vent’anni di vita. Sabato mattina l’appuntamento con UcvirkenFest in piazza Primo maggio ha calamitato nel centro città una folla di amanti del prezioso alimento. “Prezioso” ora anche in senso letterale, visto che il prezzo dei ciccioli – non si sa come né perché – hanno raggiunto nel frattempo quota 20 euro, ed equivale praticamente al prezzo del prosciutto crudo. In effetti, gli ultimi vent’anni di sagra sono stati testimoni di questa singolare trasformazione della pietanza da “povera” e “contadina” a “elitaria” e “costosa”. Il promotore, Budimir Žižović, affiancato dai cuochi e dal personale del Rock Caffè, lo ha fatto notare in più di un’occasione e così anche sabato mattina: “È vero: il prezzo dei ciccioli è salito alle stelle, ma UcvirkenFest non c’entra, anche se ne ha riacceso il desiderio. Il problema sta nella riduzione degli allevamenti e dei capi di bestiame, per cui si ricorre all’importazione dall’Austria per soddisfare il fabbisogno locale. Sono stati gli austriaci a decretare l’aumento dei prezzi e l’entità del fenomeno è davvero sorprendente. La consolazione è che non si tratta di cibo di cui abbiamo bisogno ogni giorno per sfamarci: ne bastano pochi per toglierci lo sfizio e poi basta”. Insomma, i ciccioli non sono più una necessità della civiltà contadina né tantomeno un’urgenza della società moderna: per assurdo, sono diventati quello che in altri tempi sarebbero stati i cioccolatini e oggi forse i tartufi: una leccornia, uno strappo alla regola, una rievocazione culinaria dei tempi che furono nella sovrabbondanza gastronomica generale dei tempi che corrono.

Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

E così sabato mattina l’ex giornalista radiofonico e promotore di eventi gastronomici Budimir Žižović ha promosso il suo ventesimo UcvirkenFest, che dalla sua prima edizione (elitaria) in ristorante al suo pendant popolare (di massa) in piazza Primo maggio ne ha fatta di strada, contro ogni previsione negativa. Nemmeno la pausa di due anni dovuta alla pandemia ha cancellato la festa dal cartellone invernale degli eventi di Pola. Il padellone gigante solitamente usato per le maxi frittate (di Natale e di Pasqua) ha inghiottito, insomma, una quarantina di chilogrammi di patate, altrettanti di verza, in aggiunta al soffritto ipercalorico di ciccioli per regalare ai polesi qualcosa come quattrocento porzioni di un piatto unico, accompagnato solo da pane casereccio, cotto con strutto, sale e peperoncino in polvere (anche questo un vanto della civiltà contadina andato in disuso). I piatti sono stati distribuiti gratuitamente al pubblico, che ha gradito il gesto (e il gusto), senza la minima obiezione anche perché a “caval donato non si guarda in bocca”. Guai. Che la scorpacciata di verza e ciccioli sia gratuita per i commensali non significa ancora che non sia stata pagata dai contribuenti e dai consumatori per interposta persona: la festa polese dei ciccioli nota come “UcvirkenFest” è stata promossa dalla municipalizzata Tržnica col patrocinio dell’Ente turismo della Città di Pola.

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