Pola. Il teatro in dialetto: un’idea che piace

Per il secondo anno consecutivo la CI ha ospitato la Scuola estiva. Mentori Petra Blašković e Luka Juričić

0
Pola. Il teatro in dialetto: un’idea che piace
Petra Blašković accompagna i ragazzini ne “Il gatto e la volpe”, con Luka Juričić (a destra). Foto: FREDY POROPAT

Per il secondo anno consecutivo, ad agosto nella Comunità degli Italiani di Pola si è svolta la Scuola estiva di teatro in dialetto, ossia dei laboratori teatrali finalizzati a valorizzare e a insegnare il dialetto ai più giovani, che in futuro dovrebbero essere i “custodi” di questo nostro patrimonio linguistico. Dopo appena tre giorni di laboratori, seguiti davvero con destrezza dagli attori e registi polesi Petra B. Blašković e Luka Juričić, i frequentatori della Scuola ieri nella Sala maggiore della CI di Pola hanno proposto ai propri cari (genitori, parenti e amici) nientemeno che il celebre romanzo fantastico per ragazzi “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi. Ovviamente in versione riadattata considerata l’età dei piccoli attori, 17 in tutto, tra i 6 e i 12 anni, della Scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi”. Tanto per illustrare in breve lo spettacolino, questo è stato un vero e proprio musical, quanto scorrevole tanto divertente, sia per i ragazzini, che per gli autori e gli altri presenti. Dunque, si parla di dialoghi (ovvero di recitazione), scene anche mimiche e balli accompagnati dalla musica (con in sottofondo brani di Saint-Saens, una tarantella, la canzone “Il gatto e la volpe” di Bennato…).
“Questa xe la storia de Pinochio – inizia così il testo scritto congiuntamente dalla Blašković e Juričić con il quale è stato aperto e chiuso lo spettacolino – de legno un buratin che voleva diventar bambin. Ma trope bugie el diseva e el naso ghe creseva. Ghe ne ga combinà de tuti i colori, la sua vita no iera rose e fiori, per fin una balena lo ga magnà, fin che bel e bravo no el xe diventà.” Quale curiosità (dovuta alla specificità nel riadattamento dello spettacolino da parte degli autori), il fatto che in pratica tutti i ragazzini erano un “Pinocchio” con il naso (fatto a mano con la carta, il nastro adesivo e l’elastico) e poi si cambiavano i rispettivi ruoli, sia del personaggio principale, che di Mastro Geppetto, del Gatto e della Volpe. Ma non sono mancati nemmeno il Grillo parlante, Mangiafuoco, Lucignolo e le fatine, che hanno trasformato Pinocchio, divenuto somaro nel Paese dei balocchi (senza scuola e insegnanti, ma solo divertimento) in bambino. Nel gran finale Pinocchio e Geppetto, che si cercavano a vicenda, s’incontrano e si abbracciano nel ventre della balena (si sa, per vivere poi felici e contenti).
“Luka ed io siamo davvero molto soddisfatti di questo bellissimo gruppetto di bambini – ha spiegato Petra Blašković alla fine della scena –, che hanno mostrato molta pazienza e fantasia tanto che i reciproci dialoghi li hanno inventati da soli, e ciò che conta maggiormente, uno spirito e un lavoro di gruppo, che è un fattore essenziale per fare teatro. Quest’anno il gruppo era più numeroso di quello precedente e visti gli impegni che entrambi ci troviamo, la Scuola in quest’edizione è durata solamente tre giorni. D’altra parte, considerata l’elevata affluenza e l’interesse, l’anno prossimo abbiamo intenzione di lavorare con due gruppi, speriamo per più giorni e ovviamente con idee nuove. Quest’ultima era ancora un’altra bella e gradevole esperienza con i bambini, nella quale ci siamo divertiti tutti. Con i giovani attori dialettali ci rivediamo dunque il prossimo anno”, ha concluso l’inesauribile Petra Blašković.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display