Pola. Case di riposo: situazione critica

Soltanto nel caso di Pola ci sono 2.660 richieste di ricovero nelle strutture per anziani

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Pola. Case di riposo: situazione critica

Una vera e propria emergenza anziani. La mancanza di posti di soggiorno per le persone non autosufficienti nelle Case di riposo di Pola, ma anche su tutto il territorio istriano è purtroppo una realtà consolidata da anni. I numeri impietosi evidenziano che le strutture accreditate non hanno posti a disposizione a fronte di tantissime persone che compongono le liste d’attesa. Soltanto nel caso di Pola, stando agli ultimi dati si parla di 2.660 richieste di ricovero nelle strutture per anziani. La realtà che potremmo definire drammatica è stata oggetto d’attenzione all’ultima riunione dell’Assemblea regionale che ha affrontato tematiche di tutela sanitaria e sociale cercando di spiegare le necessità di individuare un’adeguata e quanto più tempestiva pianificazione dei servizi pubblici che offrono degenza alla terza età.

 

 

I costi nelle strutture private
“Non possiamo più aspettare. Noi anziani, non vogliamo morire da soli e ci meritiamo una Casa di riposo”: è l’appello lanciato dal consigliere Bruno Stermotić del Partito dei pensionati (HSU), segnalando la carenza di posti che si registra da anni e che in futuro sarà ancora più evidente soprattutto per Pola che conta ben 16mila quiescenti, mentre è risaputo che la vita media delle persone si allunga sempre di più aumentando il bisogno di più strutture, magari di tipo differente, disponibili. D’altra parte, come segnalato da Sanja Radolović (SDP), una famiglia media non sempre riesce a gestire tranquillamente i costi delle degenze soprattutto nel caso di strutture private che impongono rette mensili da 6-7mila kune. È così che, pur potendo contare sulle prestazioni del settore privato, si continua a verificare l’accumulo di richieste inevase nei confronti del settore pubblico. Ragionando sulle vie d’uscita dall’impasse si sono sentiti inviti a richiedere dall’Istituto croato per l’assicurazione pensionistica di cedere demani di sua proprietà alle unità locali a titolo di costruzione di strutture per anziani e di pensare alla loro eventuale collocazione fruendo dei terreni circostanti il nuovo ospedale polese. D’altra parte si è ragionato in termini d’attivazione di un sistema convenzionato come passaggio decisivo nella gestione della realtà mediante contratti di sovvenzionamento delle degenze presso strutture private, così come proposto da Silvano Hrelja (HSU). Il medesimo ha anche posto in evidenza che sarebbe utile pensare anche a una nuova forma di struttura intermedia per anziani autosufficienti e persone che necessitano solo di assistenza intesa come la visita di un’infermiera che somministra i farmaci quotidiani.

L’inclusione sociale degli anziani
Appello alla razionalità, in detto caso, dal momento che l’edilizia costa ed è difficile pensare alla costruzione di nuove Case di riposo. D’altra parte, con l’intervento di Irena Peruško (IDS-DDI), è emerso un problema di fondo: la politica di coesione dell’Unione europea sostiene l’inclusione sociale delle persone anziane e delle fasce deboli di utenza, il monitoraggio, l’assistenza, il supporto, la riabilitazione e la somministrazione di terapia in ambiente domestico. Detto altrimenti la propensione è quella di limitare l’assistenza istituzionale a favore di un sistema di tutela e sostegno basato sulla famiglia e sulla comunità. Parola d’ordine deistituzionalizzazione, che tradotto in termini concreti significa una cosa soltanto: i fondi europei che, nel caso di Pola assegnano fior di finanze in favore della gioventù (leggi Campus studentesco, progetti di scambio e ricerca) non staccano alcun assegno per la costruzione di Case di riposo. È invece cospicua la fonte da cui si può attingere a titolo di abbandono dell’assistenza istituzionale. Come scaturito in sede di Assemblea, attraverso i meccanismi ITU (Investimenti Territoriali Integrati), si stanno attingendo 2,5 milioni di kune che andranno a beneficio della Casa di riposo Alfredo Štiglić di Pola, ma esclusivamente per un impiego nella prestazione di servizi non istituzionali. Il piano finanziario include anche il Centro di soggiorno di San Policarpo. Attraverso una pianificazione del settore d’assistenza per anziani, la Regione istriana intende indirizzare gli sforzi proprio negli aiuti a domicilio cercando di sostenere gli anziani rimasti in lista d’attesa per il ricovero senza mai arrivare di turno. Riflettendo in merito ad altre possibili soluzioni, Vanda Poropat (IDS) ha dirottato l’attenzione sulla precarietà economica, che potrebbe rendere fragile il settore delle Case di riposo private i cui costi elevati, non possono certo rappresentare la soluzione principale ai problemi. Considerati, quindi, gli anziani rimasti senza parenti, in una situazione di non autosufficienza, soli e non in grado di pagare un servizio privato, la costruzione di strutture destinate all’istituzionalizzazione resta e diventa un necesse est.

La ritrosia dello Stato
L’intervento della vicepresidente della Regione Sandra Ćakić Kuhar, ha dato modo d’intendere quali saranno i prossimi passi della politica regionale in materia d’assistenza agli anziani, comunicando che l’Istria, più che cosciente delle proprie manchevolezze, sta costruendo a piccoli passi ma in maniera sicura il proprio sistema assistenziale rivolto agli anziani. La propensione è quella di trattenerli quanto più a lungo nelle loro case. L’aiuto a domicilio e il soggiorno in alberghi diurni vengono individuati come buone forme d’assistenza semi-istituzionale. In secondo luogo, la via d’uscita al problema non dovrebbe mancare: sono previste costruzioni di nuove case di riposo a Pisino e ad Albona inclusi ampliamenti nel caso delle Case già esistenti a Pola e Pinguente. L’Assemblea, infatti, ha appena votato la sottoscrizione dell’accordo per l’assegnazione di un aiuto a favore dell’estinzione del credito attinto per la ricostruzione e l’ampliamento della Casa pinguentina mediante investimento di 13,3 milioni di kune. Sono progetti questi che potrebbero fronteggiare le rallentate modalità d’ingresso e la cronica assenza di posti letto nelle strutture istriane. Continua invece a preoccupare la ritrosia dello Stato nell’istituire un sistema assistenziale per gli anziani realmente efficiente, demandando ogni incombenza alle autonomie locali.

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