Pola. Bagni pubblici in centrocittà, un problema di lunga data

Pola non può farsi vanto con toilette a sufficienza, rispettose delle regole del decoro e dell’igiene. La questione è stata trattata in Consiglio, ma senza proposte concrete

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Pola. Bagni pubblici in centrocittà, un problema di lunga data

Pola è città con l’anfiteatro vespasiano ma senza… vespasiani. Vediamo. La qualità dello spazio pubblico e la possibilità per i cittadini di viverlo collettivamente passa anche dal numero e dalla qualità dei bagni pubblici. E in detto caso non si è esattamente una città europea che può farsi vanto con toilette a sufficienza, rispettose delle regole del decoro e dell’igiene. La faccenda è diventata oggetto di un vivace dibattito all’ultima riunione del Consiglio cittadino, quando le nuove formazioni politiche che si sono conquistate un posto al sole in seno al mini parlamento municipale, sembravano avere eletto la mancanza dei gabinetti a principale problema della Città di Pola. Quanto mai ripresa l’ex amministrazione cittadina per non aver provveduto alla sua soluzione. Motivazioni di rivalità politica a parte, la questione è tutt’altro che trascurabile, quanto mai in questo periodo di stagione turistica di punta e non solo durante l’ordinario scorrere della vita cittadina. Esiste il bagno pubblico integrato nell’edificio dei mercati centrali (il pagamento per usufruirne è di due kune) ereditato dall’Austria con tutta la struttura, il wc allestito in Carolina, gli orinatoi in muratura lungo la Riva d’epoca italiana sui quali sarebbe meglio soprassedere. L’unico modo per trovare rimedio all’urgenza fisiologica è quello di precipitarsi in un caffè bar dove consumare velocemente una bibita e conquistarsi il diritto di correre ai ripari nel wc.

 

È andata buca anche con la ricostruzione del bagno pubblico ai Giardini, incorporato dentro al torrione quadrangolare delle storiche mura. Il suo guaio è rappresentato proprio dall’illustre sistemazione. La necessità di provvedere alla ristrutturazione ha comportato l’intervento degli archeologi e addetti alla conservazione del patrimonio storico-culturale, che hanno individuato le modalità di procedere con l’inserimento di una pavimentazione in cemento e l’adozione di accorgimenti necessari alla conservazione della struttura architettonica originaria. Per salvare la tranquillità estiva però, l’intera manovra è stata rimandata all’autunno prossimo. Portare pazienza servirà, perché la soluzione non è lontana. D’altra parte, dei servizi igienici verranno inseriti in parallelo con gli interventi all’altezza del Castello, nell’ambito della progettazione “Zerostrasse”. Ciononostante non potremo ancora dire che Pola avrà finalmente abbracciato una maggiore cultura del bagno pubblico. Basta frequentare più assiduamente la centralissima area dei Giardini, per notare qualcuno che si toglie d’impaccio alla luce del sole, orinando nel canale a ridosso dell’antica cinta muraria…

La coda per i bagni pubblici ai Mercati cittadini

D’altra parte è curioso poter scoprire che esiste persino un World Toilet Day, promosso dall’organizzazione mondiale della toilette (WTO) che si batte per migliorare le condizioni igienico-sanitarie nel mondo e per far capire alla popolazione quanto sia stata importante, nel corso della storia, la diffusione delle pratiche igieniche e l’introduzione del wc, in particolar modo come utile strumento per la lotta contro malattie ed epidemie. Pola nel suo passato, aveva allestito parecchi “vespasiani”, che però non sono riusciti a convivere con una cultura della “public toilet” di nuova generazione.

Che cosa dovrà fare la città per crescere in questo campo? Aggiungere alle strutture già esistenti altri bagni, ossia incrementare il numero degli stalli WC, istituire un servizio di decoro e igiene, magari nominare un concessionario che provveda alla loro pulizia, alla manutenzione ordinaria e straordinaria ed a trovare inservienti che igienizzino i water. Non guasta; infine; riportare una considerazione intelligente secondo la quale la buona cultura del wc pubblico è da considerarsi un formidabile barometro della civiltà, del progresso, della ricchezza, del pudore e del costume di un Paese. Basta compiere uno sforzo per apprenderla.

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