L’Acquario di Verudella è sempre più attraente

La struttura ha inaugurato la sua seconda sede nella Batteria di San Giovanni acquistando altri 1.000 metri quadrati di superficie per ulteriori contenuti

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L’Acquario di Verudella è sempre più attraente
La Batteria richiede anche un intervento di restauro esterno. Foto: DARIA DEGHENGHI

Nell’occasione della Giornata dell’Europa e del 150º anniversario della Spedizione polare austroungarica, ieri l’Acquario di Verudella ha inaugurato la sua seconda sede nella Batteria di San Giovanni e tre nuove esposizioni: l’Acquario esotico con gli squali al centro della sala, la collezione “Gallerion” con oltre trecento modelli di navi da guerra, sorveglianza e ricognizione della Marina militare imperial-regia dell’Impero austro-ungarico e infine la mostra sui marinai dell’Adriatico della spedizione artica. Un grande evento dunque, triplice, ieri sulla terrazza estiva della Batteria di San Giovanni, che torna così a una funzione civile dopo trent’anni e rotti di chiusura forzata. In passato, come ricordano bene gli over 50, la struttura aveva ospitato anche una discoteca molto frequentata dai giovani e un Dancing vecchia scuola, piuttosto apprezzato da una clientela più avanti con gli anni e i turisti (mitiche le serate dei concorsi di bellezza, anche in topless, che oggi non si usano più). In tanti tra autorità, collaboratori nazionali e internazionali, ospiti o semplicemente amici e sostenitori dell’Acquario sono accorsi all’appello dell’oceanografa Milena Mičić, che in poco più di vent’anni, partita da zero, ha costruito un’azienda autosufficiente che investe capitali guadagnati sul mercato in attività di ricerca e protezione dell’ambiente marino d’interesse pubblico.

Due sedi complementari
Una platea di spettatori delle grandi occasioni dunque, ieri mattina, a Verudella. Milena Mičić si è circondata di ricercatori polesi, polacchi, italiani e sloveni che collaborano a progetti comuni di recupero e rivitalizzazione del patrimonio architettonico militare austro-ungarico. Cracovia ha fatto scuola in questo campo, con più di venti fortezze restaurate e convertite a uso civile, anche commerciale, e Verona sta facendo altrettanto. Pola col suo Acquario è ancora in fasce, ma come si vede, la Fortezza di Verudella insegna le regole del gioco: “Con la Batteria di San Giovanni che, è vero, nel suo aspetto esteriore è ancora un po’ malmessa, l’Aquario ora opera in due strutture vicine e complementari, che non possono fare l’una a meno dell’altra”, ha detto l’oceanografa e ribadito che ogni nuova collezione è il prodotto di un lavoro “in house” dal primo all’ultimo passo, a significare che Pola possiede tutto il sapere necessario a costruire, gestire e commercializzare un complesso autosufficiente di vasche con flora e fauna da esposizione. Il prossimo passo? L’allestimento e l’equipaggiamento di un laboratorio microbiologico molecolare e poi la fondazione di una Rete adriatica di Acquari pubblici nota con la sigla AAA (Adriatic Aquarium Alliance) operativa dall’Italia alla Grecia passando per Slovenia e Croazia.

La cerimonia inaugurale sulla terrazza estiva.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Entusiasmo, amore e impresa
L’Arena Hospitality Group, che a Verudella gestisce alberghi, villette e appartamenti turistici con piscine e campi sportivi, è un partner fedele dell’Acquario da oltre 15 anni. Manuela Kraljević del Cda, si è complimentata con lo staff della struttura che cresce ogni giorno che passa e offre un “beneficio enorme nei vari campi distinti e tuttavia interconnessi della ricerca, della protezione dei mari e del turismo”. Nataša Urošević dell’Università degli studi di Pola, si occupa di teoria e pratica del recupero del patrimonio storico, precipuamente militari ai fini della conversione a uso civile e commerciale ha detto che oggi l’Acquario di Verudella stacca più biglietti che tutte le fortezze militari dell’anello di Sebenico insieme, che pure sono un esempio eccellente di restauro del patrimonio storico. In chiusura anche i saluti e i complimenti del presidente della Regione, Boris Miletić e del vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul: il primo dei due ha espresso la sua ammirazione per “l’entusiasmo, il sapere, l’amore e l’abilità imprenditoriale”, che l’oceanografa ha impiegato per ottenere un successo davvero invidiabile anche sul piano economico e in questo supera molte altre attività apparentemente più redditizie. Impressionato dalla vastità del risultato anche il vicesindaco: “Milena ha cominciato con modestia, un passo alla volta, e ha realizzato un museo vivente di singolare bellezza, ricchezza e valore didattico e scientifico”. Per queste c’è voluta una visione del futuro, ha concluso Cergnul, che pochi possiedono e pochissimi sono in grado di realizzare.

La star è Napoleone
Ricapitolando, da ieri l’Acquario di Pola opera in due strutture distinte che si completano a vicenda: la Fortezza di Verudella ospita la sola Collezione mediterranea che ora si estende su 2.500 metri quadrati ed è nel suo genere (Flora e fauna del Mediterraneo) il più grande Acquario d’Europa. La Collezione esotica o tropicale si estende ora su altri 1.000 metri quadrati di superficie che occupano una parte della Batteria di San Giovanni. In questa sede è stata collocata la nuova dimora degli squali con 172.000 litri d’acqua. C’è voluto un sacco di tempo per completare le vasche che occupano la parete centrale all’ingresso perché hanno fatto acqua in più di una prova, ma ora sono perfette. Alla fortezza è stata allestita anche l’esposizione “Gallerion” di modelli di navi da guerra e ricognizione che l’Acquario ha acquistato dal suo titolare precedente, il collezionista e fotografo Sergio Gobbo. All’allestimento dell’esposizione dedicata alla spedizione polare austro-ungarica hanno partecipato invece l’autore Miljenko Smokvina e il collaboratore Bruno Dobrić. Ma la star della nuova collezione è certamente il pesce Napoleone (Cheilinus undulatus) con la bocca protrattile e labbra carnose, che sul capo presenta una particolare “gobba” ossia una prominenza frontale che si sviluppa con l’età e da cui l’esemplare prende il nome per la somiglianza con il cappello che era solito indossare Napoleone.

Il pesce Napoleone è il personaggio numero uno della nuova collezione.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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