La Lino Mariani non tradisce il proprio pubblico

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La Lino Mariani non tradisce il proprio pubblico

Sempre fedele e affidabile la Società artistico-culturale Lino Mariani non tradisce il proprio pubblico. Se festa non è stata lo scorso 11 novembre, proclamata giornata societaria in ricorrenza del compleanno del compianto maestro Nello Milotti, il brindisi canoro proposto alla Comunità degli Italiani di Pola ha comprovato che la tradizione non si è smentita, anzi si è arricchita di bravi propositi e d’augurio per le prossime festività di fine anno. E il pubblico, sempre generoso, ha ricambiato riempiendo la Sala spettacoli, fino a renderla troppo piccola per ospitare l’atteso evento. Immancabili le attestazioni di apprezzamento per gli attivisti che tornano a esprimere e a far rivivere emozioni canore con l’inconfondibile repertorio zeppo di “polesanità”. E, stavolta, all’allegria di coloro che ancora risvegliano el morbin dei nati drio la Rena, si sono associati il buon umore, la simpatia e la cordialità di marchio gallesanese. Graditissima ospite della serata è stata la filodrammatica della Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano, salutata con spirito dal disinvolto presentatore Vito Paoletić, Tra i presenti omaggiati, la signora Clara Belić, figlia di Lino Mariani, del cui nome la società si fregia.

L’apertura con i mandolini

L’incipit dello spettacolo è stato affidato alla mandolinistica diretta da Klara Cerin. Appalusi a “Vita beata”, all’ormai celeberrimo “Con te partirò” (di Francesco Sartori) immortalato da Andrea Bocelli, a “La canzone del sole” (Mogol, Lucio Battisti) con solista Silvano Pučić. L’acquisto di tre nuovi elementi per l’orchestra a plettri della Lino Mariani ha subito dimostrato una crescita di qualità nell’esecuzione strumentale.

Coro maschile… teatrale

A seguire, un’insolita performance del coro maschile, che sicuramente per la prima volta nella sua lunga storia, ha inaugurato una carriera teatrale. Messa in scena ambientata nell’osteria del polesan con botte e boccalette, cinque gocce alla maestra Ileana Pavletić Perosa (perché “se no, la ne dà la nota sbagliada”…) e scherzi a parte, sistemazione da taverna anche per la fisarmonica di Slava Obranović. Vai con il gioco del “sie e sette”, intonando l’intramontabile “Mora”, tra gargarismi onomatopeici che festeggiano il vino alla pari de “La patoca”, potpourri di brani popolari di casa nostra.
Via la botte e palcoscenico libero per far salire gli ospiti della filodrammatica gallesanese guidata da Sinaida Perković Matošević, molto brava nell’essere riuscita a importare e allestire a Pola “la piasa de Galesan”. Cuore della cittadella, dove si scambiano pettegolezzi e voci di corridoio, fino a ingigantire a dismisura quel che vi è di nuovo da trasmettere tramite radio cortile, dichiarare moribonda la povera Maria Pimpinela, che invece se ne va in crociera dopo l’esperienza da badante, tutt’altro che cornificata dal marito.

Un finale con brindisi

Dalle recite ai canti con la corale femminile che, diretta da Orietta Šverko e accompagnata al pianoforte dal maestro Branko Okmaca, ha intonato “Madrigale”, la bella melodia pastorale composta da Milotti, e sempre dello stesso compositore anche “Bella biondina”, seguita dal “Non ti scordar di me” (Ernesto De Curtis) e da “Dolce Paese” di Sergio Endrigo. Alle voci muliebri si sono poi unite quelle virili, crescendo in coro misto diretto da Ileana Pavletić Perosa e sempre accompagnato da Okamaca. Assieme hanno anticipato la ventura atmosfera natalizia con “Notte Santa” (Bepi de Marzi), “Nella fantasia” (Ennio Morricone), “Amore, allegria e buon vino” (parole di Valmer Cusma e musica di Bruno Krajcar) e come brillante finale “Carnevale di Venezia” (Gioachino Rossini). Lo spettacolo concertistico-recitatorio si è concluso all’insegna di piacevoli e affollati momenti conviviali nell’atrio e nel bar comunitario con brindisi e crostoli in offerta per tutti i convenuti.

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