Centro minorile di Pola: la casa degli orrori

Denunciato ancora un caso di abusi, accertamenti in corso

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Centro minorile di Pola: la casa degli orrori

Ancora particolari inquietanti e aberranti arrivabo dal Centro per l’educazione di minori e gioventù di Pola: da una fonte ben informata il sito Index viene a conoscenza di un caso di abusi su un minore di 14 anni, che sarebbe stato vittima di altri due ragazzi (di cui un dodicenne). I due “piccoli mostri” avrebbero marchiato a fuoco il malcapitato con la parte più ampia di una chiave arroventata, poi appoggiata sulla pelle in più parti del corpo del povero 14.enne. Insoddisfatti si sono “prodigati” in altri abusi, come spegnere dei mozziconi di sigaretta sul corpo della vittima e infilargli uno spazzolino da denti nell’orifizio anale, costringendolo poi a lavarsi i denti con lo stesso spazzolino. Un ragazzo avrebbe denunciato il fatto e nell’Istituto polese a riguardo ci sarebbe stata anche una riunione. Index nel tentativo di approfondire i fatti, non ha avuto alcuna risposta concreta, ma è stata confermata l’esistenza di accertamenti sulla cui entità nessuno ha voluto sbilanciarsi.
La Questura ha confermato che una settimana fa (12 maggio) c’è stata una denuncia di reato a danno di un ragazzo dell’Istituto il quale ha riportato ferite lievi. Nataša Vitasović, portavoce della Questura, ha ammesso che “è in atto un’indagine allo scopo di stabilire i fatti”, ma in base alla Legge non ha potuto riferire altri particolari trattandosi di minorenni. Anica Idžaković, responsabile dell’Istituto si è limitata ad affermare che in merito al fatto “sono state applicate tutte le misure e le attività previste dal Protocollo sulla tutela e sicurezza dei fruitori del Centro e comportamenti in caso di situazioni straordinarie o di crisi”. Nel non voler esporre altri particolari anche lei si è trincerata dietro alla segretezza dell’indagine e al fatto che si tratta di minori. “Tutte le istituzioni competenti sono state informate”, ha concluso la Idžaković.

Non nuovo a fatti del genere

Il Ministero per la Famiglia, la Demografia, i Giovani e le Politiche sociali ha confermato di essere a conoscenza della situazione all’interno del Centro polese, che non è nuovo a fatti del genere e quindi segno che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Qualcosa di simile è avvenuto nel settembre del 2010, quando un tredicenne appartenente alla comunità rom ha subito abusi pesanti (psicologici, fisici e sessuali) perché l’educatore di turno, la notte, non ha provveduto a far regolare visita ai dormitori del settore maschile. L’educatore, il 62.enne I.L. di Dignano, in sede di Tribunale polese è stato condannato a 10 mesi di carcere con la condizionale di un anno per comportamento irresponsabile durante l’orario di servizio. In questo caso la coppia di mostri ha ripreso gli abusi con un telefonino: una vera e propria tortura (durante la quale il malcapitato è stato costretto a bere la propria urina, anche lui marchiato a fuoco, ecc.) è avvenuta fra le 22 e le 2 di notte.

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