Incendio a Valdibecco: niente calamità naturale

I danni materiali causati dalle fiamme il 9 luglio sono inferiori al 20 p. c. degli introiti cittadini del 2021 per cui non esistono i presupposti legali per procedere

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Incendio a Valdibecco: niente calamità naturale
Nell’incendio a Valdibecco sono andate in fiamme anche 25 automobili di un’officina meccanica. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

L’estate polese è stata flagellata dagli incendi boschivi di cui quello particolarmente violento divampato il 9 luglio nel rione di Valdibecco, ma il disastro generato non si reputa sufficiente da poter proclamare lo stato di calamità naturale. Questo è il responso del Fiduciariato cittadino per la valutazione dei danni, riunitosi ieri a Palazzo municipale. Il punto di partenza per una perizia da farsi a tavolino è costituito dalla legge sul contenimento e la rimozione dei danni subiti nelle aree percorse dalle fiamme e danneggiate dalle stesse in base alla quale è il presidente della Regione a proclamare lo stato di calamità naturale per i territori gestiti dalle unità di autogoverno locale, su proposta dei rispettivi sindaci. La dichiarazione dello stato di calamità naturale diventa giustificata nel caso quando il valore complessivo del danno subito corrisponde ad almeno un 20 per cento del valore degli introiti diretti dell’unità d’autogoverno locale riferiti al precedente anno di gestione fiscale. Premesso che le entrate cittadine per il 2021 ammontano a 211milioni e 524mila kune, che il 20 per cento dell’anzidetto importo equivale a 42,3 milioni e che il danno diffuso all’area silvestre risulta alla fine inferiore all’anzidetta cifra, non è stato possibile dichiarare lo stato di calamità. Di conseguenza non esistono presupposti legali necessari per poter proporre al sindaco di richiedere l’avvio del procedimento di proclamazione dello stato di calamità naturale allo zupano.

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