Concorso letterario «Michele della Vedova»

A vincere la decima edizione della gara sono stati Noemi Demori (Adulti) e Thomas Leonardelli (Giovani)

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Concorso letterario «Michele della Vedova»
”Le Tabacchine” dell’Associazioe Grado Teatro. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Grande festa per la decima edizione del Concorso letterario “Michele della Vedova”, andata in scena sabato sera alla Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano. A trionfare sono stati Noemi Demori e Thomas Leonardelli. Mentre a Noemi Demori è andato il primo premio nella categoria “Adulti” per le due poesie in dialetto istrioto di Gallesano “Rento la scola” e “De istà”, Thomas Leonardelli, alunno della IV classe della sezione periferica dell’elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” di Pola, ha conquistato il primo premio nella categoria “Giovani” con la poesia in dialetto gallesanese “Co i iera a scola”. Tutti i lavori sono stati valutati da una giuria ad hoc composta da Livia Tesser, Paola Bonassin e Sinaida Perković Matošević. La vincitrice nella categoria “Adulti” è stata premiata con un assegno del valore di 750 kune, mentre Thomas si è aggiudicato un pacco regalo del valore di 350 kune, contenente un paio di cuffie, una confezione di colori, un libro e altro. Entrambi i premi sono stati consegnati da Debora Moscarda, presidente della Comunità degli Italiani di Gallesano, che ha quindi invitato sul palco e consegnato un attestato di riconoscimento anche agli altri partecipanti al concorso, che quest’anno sono stati perlopiù gli alunni dell’elementare gallesanese. Come spesso succede a Gallesano, anche questa volta la cerimonia di premiazione è stata seguita da un pubblico numeroso. La premiazione è stata la ciliegina sulla torta di una piacevolissima serata impreziosita dalla presenza dell’Associazione Grado Teatro, presentatasi al sodalizio di Gallesano con “Le Tabacchine”, una storia d’emancipazione femminile, ambientata in un’epoca soltanto parzialmente meccanizzata, nelle manifatture tabacchi, dove il confezionamento avveniva soprattutto manualmente ed era affidato quasi esclusivamente a personale femminile, che aveva mani più piccole rispetto a quelle degli uomini e quindi più adatte al lavoro. Inoltre, le donne erano pronte ad accettare salari molto inferiori rispetto agli uomini. Attraverso la rappresentazione teatrale, gli attori e le attrici di Grado Teatro hanno dunque affrontato la storia degli antichi mestieri femminili. Una storia che racconta il faticoso impegno di lavoro, che prevedeva ritmi massacranti in ambienti malsani e causa di febbre e malattie. Tuttavia, queste aziende hanno rappresentato una grande occasione d’emancipazione femminile, un’opportunità d’autonomia e indipendenza delle donne da padri e mariti, che l’Associazione Grado Teatro ha sapientemente presentato anche sul palco della CI gallesanese. “Le Tabacchine” è un’opera di Giorgio Amodeo e Tullio Svettini.

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