Salvore Cattura uno squalo di 7 metri

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Salvore Cattura uno squalo di 7 metri

SALVORE | Uno squalo elefante di circa 7 metri di lunghezza è finito sabato nella rete di un pescatore di Salvore dalla quale è stato liberato, malconcio, ma vivo. L’animale è stato trainato al largo e lasciato al destino del mare dai pescatori salvorini con la speranza che si riprenda presto.
Lo squalo viene trainato in mare aperto

A Punta Salvore, soprattutto nella zona chiamata Ligaro, spesso vengono avvistati dei pescecani e, quasi sempre, si tratta di squali elefante o volpe. Questa volta, è stato uno squalo elefante a finire nella rete di Ivan Pavelić, che si trovava appena dietro alla punta di Ligaro, a meno di cento metri dalla riva. Per la sua liberazione si sono prodigati in tanti, ma quella liberarlo vivo si è rivelata un’ impresa difficile.
Lo squalo elefante (Cetorhinus Maximus Gunnerus), è il più grande pesce del Mediterraneo. Si tratta di uno squalo robusto, con le fessure branchiali che quasi gli circondano il capo; ha occhi piccoli, muso appuntito, qualche volta col rostro che appare curiosamente deforme o curvato dorsalmente, la bocca, vasta e cavernosa, è provvista di piccoli denti ad uncino.
La pinna dorsale triangolare può perdere la rigidità verticale sulla punta in età matura mentre la seconda pinna dorsale, considerevolmente più piccola della prima, è situata leggermente in avanti rispetto alla pinna anale. La colorazione di quest’animale è solitamente scura, grigio-ardesia, o grigio-oliva, a volte nera, vicino al dorso.
La sua lunghezza, normalmente dell’ordine dei 12 metri, può raggiungere anche i 15 metri, mentre il peso può arrivare anche sino diverse tonnellate. Contrariamente a quanto si possa credere, lo squalo elefante non è affatto aggressivo. Non è, infatti, un predatore e il suo cibo preferito è costituito dal plancton marino. Per nutrirsi si serve di un interessante apparato di cui la natura lo ha fornito. Sugli archi branchiali porta numerosissimi filamenti chiamati branchicteni; lunghi una decina di centimetri, la loro funzione è quella di filtrare l’acqua marina fermando il plancton. I denti, seppur molto numerosi e disposti in cinque file parallele, sono corti e relativamente deboli; per di più affondano quasi completamente nella mucosa orale.
Qualche anno fa, a Umago, esemplari di questa specie erano stati avvistati alcune volte; la prima era stata da parte diDanilo Latin e l’altra da Primo Ossich, entrambi pescatori di Salvore. Ossich aveva addirittura preso lo squalo vivo, visto che si era impigliato nelle maglie delle sue reti di nylon, particolarmente resistenti, praticamente nello stesso posto di sabato, cioè a Ligaro.
In quell’occasione, con grande soddisfazione, lo squalo era stato liberato vivo nel porto di Salvore, dal quale aveva da solo ritrovato la via del mare aperto. Lo squalo era stato issato per la coda su un peschereccio più grande, il “Bukva”, che ha una stazza decisamente superiore e un argano più alto. A fatica, ma con decisione, Primo Ossich e sua moglie erano riusciti a liberarlo dalla rete, ma questa volta la fatica è stata ben più grande. Infatti per liberarlo dalla rete che lo soffocava, hanno operato sia alcuni sub che diversi pescatori.
La coda dello squalo

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