La festa del patrono San Pellegrino porta in piazza l’incontro delle klape

Per il secondo anno consecutivo l’evento sarà in tono minore a causa della pandemia

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La festa del patrono San Pellegrino porta in piazza l’incontro delle klape

Nonostante la pandemia e l’incertezza che l’accompagna, la Città di Umago celebrerà il Santo patrono San Pellegrino, anche se in tono minore rispetto agli anni passati, quando a quest’evento venivano dedicate decine di manifestazioni.

 

 

”Domenica 23 maggio in programma c’è soltanto la Santa messa, che sarà celebrata in piazza Libertà davanti alla chiesa parrocchiale alle ore 11 per la Santa cresima – ci ha detto Larisa Gašperini, responsabile dell’ente cittadino Festum –. L’incontro dei gruppi vocali è stato invece posticipato al 25 maggio prossimo in piazza Primo maggio alle ore 19. Alla serata, che si terrà nel rispetto delle vigenti norme epidemiologiche, parteciperanno i gruppi vocali Oleum di Crassiza, Bella istriana di Šmarie (Slovenia) e Lugomare di Umago. Si tratta della 18.esima edizione della manifestazione, che per il secondo anno consecutivo si terrà durante la pandemia, dunque in modo del tutto diverso che in passato”.

Un’immagine di una delle passate edizioni della festa patronale davanti alla chiesa di San Pellegrino

Prima della pandemia, infatti, l’incontro delle klape si teneva al Teatro cittadino, con decine di gruppi e centinaia di spettatori. Ora le cose sono cambiate: niente bagno di folla per gli eventi pubblici, anche se le cose stanno migliorando grazie alle vaccinazioni e in estate non dovrebbero mancare le grandi manifestazioni, come il torneo ATP di tennis. Umago ha una lunga storia alle spalle, una storia che è legata proprio al patrono San Pellegrino. Il Duomo di Umago è dedicato sia all’Assunzione in Cielo di Maria che a San Pellegrino. È stato progettato dall’architetto piranese Filippo Dongetti. Nell’entrata della chiesa si conserva l’effigie in pietra del Santo patrono del XIV secolo. Anche l’altare maggiore è adornato dalle statue di San Pellegrino e Santo Niceforo. L’organo risale al 1776. Il leone veneziano che oggi vediamo sul campanile era in origine posto sul palazzo comunale, che fu distrutto in un incendio nel 1924. Il campanile è alto 33 metri; fu costruito nel 400 e restaurato nel 1651. Un pò più a sud, sulla spiaggia di San Pellegrino, si trova invece l’omonima chiesa eretta nel 1401 nel luogo in cui il Santo subì il martirio e dove ogni anno la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago organizza la tradizionale gita fuori porta di Pasquetta. Evento saltato sia lo scorso anno che quest’anno, sempre a causa del Covid-19. Per l’occasione gli attori della Filodrammatica della CI rappresentavano l’arrivo di San Pellegrino in riva al mare, una tradizione molto bella che andrebbe rispolverata.

La rappresentazione dell’arrivo di San Pellegrino: una tradizione che andrebbe rispolverata

«Se fossi un gabbiano»

Purtroppo l’esodo del Secondo dopoguerra ha diviso molte famiglie, uno smembramento mai dimenticato ed estremamente sofferto sia dagli umaghesi che sono partiti, sia da quelli rimasti. A unirli oggi sono il patrono e tanti ricordi, che vivono grazie alle giovani generazioni. A Umago gli asili e le scuole celebrano il patrono anche in modo figurativo e artistico. Quest’anno, grazie alla Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” e al Museo civico è stata allestita una mostra all’aperto, per le vie cittadine, con i lavori creati dai bambini degli asili e delle scuole al concorso artistico indetto sul tema “Se fossi un gabbiano…”. I lavori rimarranno esposti fino a lunedì 31 maggio nella chiesetta di San Rocco, nelle vetrine dei negozi e dei bar in piazza Primo maggio (Pescheria, Benneton, caffè bar Luka) e sui pannelli posizionati nella stessa piazza.

Il lavoro di Ana Peklić, della Scuola elementare “Marija e Lina”

I bambini premiati da un’apposita giuria sono quest’anno Natali Milošević dell’asilo “Duga”, i piccoli del gruppo “Zvjezdice” dello stesso asilo, Timea Grbac, Arlen Brajko e Massimo Pozzecco della Scuola elementare italiana “Galileo Galilei” e Ana Peklić della SE “Marija e Lina”.

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