Albona. «Un treno in corsa che corre molto veloce»

Nella sede delle Biblioteca civica in programma un panel sul futuro dell’economia istriana nell’ambito della celebrazione dei trent’anni della fondazione della Regione

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Albona. «Un treno in corsa che corre molto veloce»
I partecipanti alla tavola rotonda. Foto: TANJA SKOPAC

Bisogna correre velocemente per rimanere nella posizione in cui si è oggi. È una delle regole per “sopravvivere” nell’odierno mondo dell’economia globale, che è stata citata ieri ad Albona nell’ambito del dibattito sul tema dei 30 anni delle attività economiche nella Regione istriana, costituita come unità di autogoverno nel 1993. Organizzato dall’Ufficio del presidente della Regione istriana, l’incontro, tenutosi nella Biblioteca civica, ha visto la partecipazione degli esponenti della Regione, della Città di Albona, come pure dell’Ente per il collocamento al lavoro, della Camera regionale dell’artigianato, della Camera d’Economia e dell’Agenzia regionale per lo sviluppo (IDA). Presenti pure alcuni degli imprenditori operanti in Istria e i rappresentanti del settore scolastico.

“C’è un valido motivo per cui Albona è stata scelta per ospitare quest’incontro”, ha sottolineato nella parte introduttiva il sindaco Valter Glavičić, dicendo che questa parte della Regione negli scorsi tre decenni ha vissuto di tutto e che forse per questo Albona può servire da modello a tutti coloro che vogliono sapere come comportarsi, soprattutto nei momenti in cui la situazione non è buona. “In quegli istanti bisogna essere svegli, vigili e pronti”, ha detto Glavičić, aggiungendo che, rispetto a 30 anni fa, oggi la situazione è molto diversa nell’Albonese. In quegli anni il territorio vide la chiusura di molte fabbriche significative per l’economia locale e si assistette a una riduzione dei posti di lavoro da 12.000 a 3.500, mentre, allo stesso tempo, circa 5.000 persone se ne andarono alla ricerca di una vita migliore.

Trattenere i giovani
“Oggi le sfide sono diverse. La disoccupazione non esiste più, ma abbiamo un deficit di forza lavoro”, ha affermato, confermando che per i lavori stagionali estivi si “importano” circa 700-800 persone e sottolineando che, anche per rispondere in modo adeguato alle novità tecnologiche, alla digitalizzazione e alla robotizzazione nel settore economico, bisogna “correre molto velocemente” per non regredire, perché anche “i cambiamenti avvengono rapidamente”. Lo hanno confermato pure i partecipanti a un incontro degli esperti del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione tenutosi di recente ad Albona.
“Dobbiamo fare di tutto per gestire sapientemente l’importazione della forza lavoro, necessaria per poter continuare ad andare avanti, e dobbiamo fare ancora di più per informare i nostri giovani riguardo a tutte le possibilità che hanno ad Albona, per far sì che rimangano a casa, anche adattando le proprie ambizioni professionali, onde evitare cambiamenti demografici indesiderati”, ha concluso.
Che sia necessario “correre velocemente”, lo ritiene pure Tulio Demetlika, vicepresidente della Regione istriana e già sindaco di Albona, secondo il quale l’economia albonese ha raggiunto il punto più alto nella storia della Regione istriana. E ora bisogna lavorare a quello che egli ha definito “sviluppo della sostenibilità”, ovvero alla creazione delle condizioni e dei presupposti per rimanere nella posizione in cui ci si trova oggi. Partecipando al panel di discussione moderato da Milan Pavlović, tenutosi dopo la parte introduttiva e in seguito alla presentazione di un film promozionale sui 30 anni della Regione istriana, Demetlika si è detto consapevole del fatto che la maggior parte dei cittadini non riconoscerebbe nella situazione odierna, “in cui tutto va bene”, i risultati di quella che, a suo avviso, era una politica regionale e locale.

Fare di più…
Alla discussione ha partecipato pure Tanja Lorencin Matić, direttrice dell’Ufficio regionale di collocamento al lavoro di Pola, secondo la quale oggi nella Regione ci sarebbero circa 3.000 disoccupati (meno anche rispetto al 1982), tra cui alcuni sono senza lavoro da diversi anni, per vari motivi. Parlando delle difficoltà che oggi si riscontrano in Istria e che sono degli ostacoli concreti all’inclusione di tutti i disoccupati nel mercato del lavoro, ha menzionato l’esempio di una donna che vorrebbe lavorare durante la stagione turistica, ma di non avere un luogo dove lasciare i bambini perché gli asili hanno poche sezioni aperte durante l’estate, come pure quello di persone che, non disponendo di un mezzo di trasporto, non hanno la possibilità di raggiungere il posto di lavoro desiderato in altre località a causa dei problemi con il sistema di trasporto pubblico. Simili questioni, come si è potuto leggere tra le righe, si potrebbero risolvere con sostegni e misure definiti dal mondo politico, il che è stato anche confermato da Demetlika.
Parlando del lavoro del suo Istituto, Tanja Lorencin Matić ha detto che tra le misure attuate con lo scopo di ridurre la disoccupazione c’è pure quella finalizzata all’incoraggiamento dell’autoimpiego, introdotta nel 2006 con sostegni per meno di 20 ditte, per arrivare a coinvolgere annualmente tra le 350 e le 400 aziende e a un sostegno complessivo di 4 milioni di euro, elargito l’anno scorso. Dal 2006 in questo modo sono stati aiutati 2.600 esercizi, di cui molti sono ancora attivi. “Trent’anni fa si poteva solo sognare una situazione in cui i lavoratori dettano le condizioni del mercato del lavoro. La viviamo oggi, anche se una parte dei datori di lavoro si oppone ancora a questi cambiamenti”, ha dichiarato.
Snežana Klarić, della Camera regionale dell’artigianato, ha detto che quest’ultima è la quarta per numero di artigiani in Croazia, dopo le Camere di Zagabria, Fiume e Spalato. Attualmente ne fanno parte 9.500 artigiani, che impiegano 8.000 dipendenti, con cui sono stati raggiunti i livelli del 2008, quando la crisi economica globale aveva portato alla chiusura di molti esercizi. “Quindi, se prendiamo in considerazione anche le famiglie, si tratta di un organismo molto significativo, che dovrebbe avere un influsso più marcante nel campo dell’economia e, in generale, per quanto riguarda gli eventi nel settore”, ha detto.

Pronti per il domani?
Damir Sirotić, della Camera d’Economia regionale, ha detto che dal punto di vista delle entrate riscontrate nello scorso periodo al primo posto c’è l’industria della lavorazione, al secondo il commercio e appena al terzo il turismo, spesso citato come attività economica chiave della Regione. Tuttavia, quest’ultima affermazione è vera se si prende in considerazione il profitto: al primo posto, il turismo, seguito dal commercio e dall’industria di lavorazione.
Parlando delle misure per l’incentivazione della piccola e media imprenditoria, il direttore dell’IDA Boris Sabatti ha menzionato i prestiti, che fino a poco tempo fa avevano un tasso d’interesse inferiore all’1 per cento.
Alla discussione hanno partecipato pure Davor Brenko, direttore della società “Istra Tech” e rappresentante del gruppo ICT dell’Istria, e Raffaele Rossi, direttore della “Carel Adriatic”, operante nella zona imprenditoriale di Vines. Secondo Rossi, oggi l’economia, anche quella istriana, “è un treno in corsa che corre molto veloce”. “La vera sfida è essere pronti per quello che succederà domani. L’economia e il mondo sono in rapida evoluzione e bisogna prepararsi prima; anche noi come azienda ci prepariamo prima per quello che succederà tra tre, quattro o cinque anni. Altrimenti saremmo in ritardo”, ha dichiarato, specificando che ciò vale sia per le infrastrutture, sia per la forza lavoro.

Gli intervenuti all’incontro nella sala multimediale della Biblioteca civica.
Foto: TANJA SKOPAC

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