Buie. Da Vinci-La Voce: a scuola per avvicinare i giovani al giornalismo

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Buie. Da Vinci-La Voce: a scuola per avvicinare i giovani al giornalismo
Christiana Babić e Ivo Vidotto alla SMSI "Leonardo da Vinci" di Buie, Foto: Nicole Mišon

Quella di oggi, 8 febbraio, per gli allievi della Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci” di Buie, è stata una mattinata dedicata al giornalismo. Infatti, la scolaresca ha partecipato all’incontro con Christiana Babić, direttore della casa editrice “Edit” e con Ivo Vidotto, caporedattore del nostro quotidiano. L’incontro è nato in seno al progetto avviato da “La Voce del popolo”, volto a coinvolgere le scuole della CNI alla realizzazione di un giornale redatto appositamente dai ragazzi e dalle ragazze delle istituzioni istruttive del nostro territorio.

A dare il benvenuto agli ospiti della redazione fiumana ci ha pensato il preside, Franko Gergović, il quale si è detto felice di poter aderire a questa iniziativa improntata a fare avvicinare i giovani al mondo delle notizie e alle sue dinamiche.

Il direttore, Christiana Babić ha salutato i ragazzi presenti all’incontro, introducendo loro il progetto e definendo, quello del giornalista, il lavoro più bello del mondo. Anche per questo motivo l’Edit ha pensato di lanciare questa proposta, rivolta a tutti coloro che ritengono di essere curiosi e nutrono delle passioni di cui vogliono parlare, o meglio scrivere.

Ivo Vidotto ha innanzitutto spiegato l’idea di base del progetto: pubblicare un giornale realizzato a tutti gli effetti dai ragazzi, con temi, articoli, interviste e fotografie interamente gestiti dagli allievi delle scuole italiane dell’Istria e di Fiume. “Ma come nasce una notizia? Come si decide che cosa scrivere? Si parte dagli interessi personali, tutti voi fate giornalismo quotidianamente: parlando di ciò che vi accade, raccontando un viaggio o un’esperienza, riflettendo su quanto vi circonda – ha sottolineato Ivo Vidotto -. Non tutto diventa una notizia, ma approfondendo un tema, ricercando le ragioni di un avvenimento e andando a fondo si possono creare articoli di interesse pubblico che incuriosiscano i lettori”.

Il compito del giornalista è quello di riportare gli eventi in modo veritiero e contemporaneamente con chiarezza e senza ambiguità. “Diffondere una falsità è facilissimo, ma smentire quella notizia è molto più difficile, qualsiasi rettifica o smentita non avrà lo stesso effetto rispetto alla diffusione di una calunnia – ha affermato Vidotto -. Basti pensare ai pettegolezzi che sanno girare a scuola, tutti sono al corrente di un chiacchiericcio falso, mentre solo il diretto interessato ne rimane all’oscuro”.

Il caporedattore ha subito messo in chiaro che la prima dote necessaria a un giornalista è la curiosità. La curiosità di arrivare al cuore delle cose, di capirne il funzionamento e i meccanismi che portato a un determinato avvenimento o a una data situazione. Tanto da non accontentarsi di una risposta qualunque, ma di insistere anche quando l’interlocutore non vuole sbilanciarsi. In un mondo in cui siamo costantemente bombardati di notizie, è importante saper riconoscere un’informazione affidabile e vera. I ragazzi hanno dimostrato di avere una buona base di partenza, conoscendo già la regola della “5 W” (Who?, What?, When?, Where?, Why? – Chi?, Che cosa?, Quando?, Dove?).

“Ma sapete qual è la cosa più bella che può fare un giornalista – ha chiesto Vidotto ai presenti –? La possibilità di migliorare il mondo. Chi riporta le notizie può ascoltare i cittadini e scrivere dei problemi che li affliggono, questa cosa può essere fastidiosa per chi viene chiamato in causa. Esiste quindi la possibilità di avviare un dialogo tra le due parti che si ‘scontrano’ fino a risolvere il problema. Ad esempio qualcosa che manca qui da voi? Che cos’è necessario per i giovani?” I ragazzi si sono trovati d’accordo nel ribadire che tra Buie, Umago e Cittanova manca un posto per i giovani in cui ritrovarsi e riunirsi, nel quale ascoltare musica, guardare un film e trascorrere del tempo assieme, trovando subito così un ottimo spunto per un’eventuale notizia da proporre.

L’incontro è proseguito spiegando ai ragazzi come deve essere strutturato e quali caratteristiche deve avere un buon articolo giornalistico e incoraggiandoli a esaminare la possibilità di partecipare al progetto in questione. I ragazzi, assieme ai loro professori, sono stati invitati a visitare la sede dell’Edit per capire meglio le dinamiche interne del giornale, per conoscere la parte grafica, incontrare i fotografi e vedere la stamperia per assistere dal vivo alla “nascita” del giornale cartaceo.

Il progetto dell’Edit si delinea come una proposta valida e innovativa per avvicinare i giovani a una realtà dinamica e stimolante come quella del giornalismo. E chissà, magari tra tutti loro c’è anche qualche futuro giornalista.

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