Tra le due marce vince la libertà

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Tra le due marce vince la libertà

La Marcia per la vita antiabortista da un lato e quella per la libertà con il diritto di scelta dall’altro. Sabato mattina Fiume si è ritrovata spaccata in due, come d’altronde lo è da anni l’intera Croazia, attorno a questioni politiche e di società.

La Marcia per la vita

Ad organizzare la Marcia per la vita (Hod za život), con circa cinquecento militanti, sono state diverse associazioni conservatrici e clericali. Il movimento promuove una visione tradizionale, conservatrice e limitativa della famiglia, nonché la soppressione del diritto all’aborto. La Marcia per la vita, manifestazione che sabato è stata organizzata in contemporanea a Zagabria, Spalato e per la prima volta anche a Fiume, è stata accompagnata anche da una discussa e controversa raccolta di firme necessarie a richiedere il referendum per l’abolizione della Convenzione di Istanbul e per limitare il diritto al voto al Sabor delle minoranze nazionali, attraverso l’iniziativa “Il popolo decide”, che riguarda anche la minoranza italiana. Il corteo clericale è sfilato dall’ex sede centrale delle Poste verso piazza Jelačić. Tra i militanti diverse personalità tra cui anche l’ex ministro della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport, Predrag Šustar.
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La Marcia per la libertà

A distanza di un centinaio di metri, circa un migliaio di fiumani hanno risposto invece all’appello all’iniziativa “Cittadini e cittadine di Fiume”, che riunisce diverse associazioni progressiste, femministe o in difesa dei diritti umani, attive nel capoluogo quarnerino, ritrovandosi in piazza Adria. Da quel punto è partita la Marcia per la libertà (Hod za slobodu), che è proseguita verso la sede di Radio Fiume, dove si è svolto un programma composto da discorsi e musica. Tra le tante canzoni interpretate anche “Bandiera rossa”, mentre nelle file del corteo c’era anche il sindaco Vojko Obersnel accompagnato dalla consorte e il presidente dell’Assemblea della Regione litoraneo-montana, Erik Fabijanić. Il primo cittadino si è rivolto al pubblico dal palco, rispondendo alle critiche mosse dai clericali per aver permesso l’organizzazione in contemporanea di due cortei contrapposti, evidenziando nella sua risposta che Fiume è una città libera dove tutti hanno il diritto di camminare.
Grazie alla presenza di polizia, agenti in borghese e in tenuta antisommossa, le manifestazioni non sono sfociate in confronti fisici e i due cortei sono proseguiti senza grossi incidenti e intoppi. L’unico “caso” di dissenso è accaduto quando una quindicina di femministe hanno impedito, soltanto con l’uso della resistenza passiva, allo spezzone della Marcia per la vita di proseguire lungo il proprio percorso. Le attiviste, si sono poste davanti al corteo munite da uno striscione con la scritta “Che cosa c’è di tanto triste nelle persone da volere limitare la libertà altrui” (Što to ima u ljudima tužno da ulaze u tuđe slobode).
La maggior parte dei partecipanti della “Marcia per la vita” ha scelto di attraversare lo stretto passaggio tra le ragazze e gli edifici antistanti, mentre Blaženka Kulić del Comitato organizzatore ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per “sgomberare” il muro umano in quanto il corteo assieme al percorso è stato precedentemente autorizzato. Dopo che le attiviste si sono rifiutate di andarsene, sono stare portate via una ad una dagli agenti antisommossa e caricate sul veicolo della polizia, così come anche diversi giovani, che hanno attaccato verbalmente gli agenti della polizia.

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