Magia di musica e parole per Pier Paolo

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Magia di musica e parole per Pier Paolo

FIUME | Splendido il concerto “Suite per Pier Paolo” tenutosi venerdì scorso nel Salone delle Feste della Comunità degli Italiani di Fiume, che ha visto in veste di protagonisti i connazionali Alba Nacinovich (voce), Glauco Venier (pianoforte e composizioni), Alessandro Turchet (contrabbasso) e Luca Colussi (batteria). Organizzato dall’Unione Italiana, il concerto ha proposto alcune liriche friulane del giovane Pier Paolo Pasolini e di altri poeti del Friuli meno noti, messe in musica da Glauco Venier in maniera estremamente suggestiva e raffinata.

La serata è iniziata con la “Cansoneta” di Pasolini, nella quale fin dalle prime note i musicisti hanno dato vita a una magia fatta di suoni e parole che ha caratterizzato tutto il concerto man mano intensificandosi. Alba Nacinovich ha dimostrato ancora una volta di essere non soltanto una bravissima cantante, bensì anche una sensibile interprete di poesie, capace di coinvolgere il pubblico nella “storia” che sta raccontando. La sua interpretazione della musica di Venier è stata ricca di sfumature e di umori, creativa e poetica. Esattamente ciò che meritano le composizioni del rinomato musicista italiano, nelle quali dolci e sognanti melodie si intrecciano con interessanti armonie, ritmi sciolti e liberi, creando un toccante insieme. Qui facciamo riferimento al brano “O glesiuta” (piccola chiesa in friulano), anche questa una poesia di Pasolini, la cui delicata melodia è stata resa da Alba Nacinovich con particolare sensibilità. La prima suite si è conclusa con la composizione “Prejera par Tualias”, di Andrea dell’Orbo.
La seconda suite si è aperta con il brano “Stelutis Alpinis”, di Arturo Zardini, definita da Venier come inno regionale del Friuli. Come spiegato dal musicista nell’introduzione alla suite, si tratta di un brano corale ben noto anche dalle nostre parti che è una sorta di preghiera dell’alpino, anche se – come ci racconta wikipedia – non fa riferimenti specifici a scritti religiosi o liturgici. È stato composto da Zardini nel 1920 a Firenze, quando era sfollato a causa dell’occupazione tedesca del Friuli nella Prima guerra mondiale.
Hanno fatto seguito “Cuan che me soi inamorat”, di Federico Tavan, quindi un interessante arrangiamento di un ballo friulano del Cinquecento, composto da Giorgio Mainerio. Molto particolare e spassoso il “Blues dai dis de la setemane”, di Amedeo Giacomini, dove Alba Nacinovich ha nuovamente sciorinato le sue notevoli doti attoriali. Molto ritmica e divertente la filastrocca friulana “A tor A tor”, mentre ha commosso in modo particolare la splendida interpretazione di Alba Nacinovich di “Gust da essi viva/come ‘Precuart”, di Novella Cantarutti. Il concerto si è concluso con “Il Poleal”, di Glauco Venier, al che il pubblico è stato premiato con un bis: “E vores”, di Federico Tavan.

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