Tensioni al «3. maj». Grattacapi per Kučan

Il direttore degli stabilimenti di Cantrida si vede respinti i resoconti per il 2023. Il 17 luglio l'Assemblea della Società deciderà sul suo destino

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Tensioni al «3. maj». Grattacapi per Kučan
Grattacapi per Edi Kučan. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La situazione è delicata e nessuno si sbilancia più di tanto. Al cantiere “3. maj” sale la tensione tra il Comitato di vigilanza e la Direzione dello stabilimento di Cantrida. Al direttore Edi Kučan starebbero per indicare la porta d’uscita. Il Comitato di vigilanza, presieduto da Juraj Šoljić, non ha approvato i resoconti della Direzione relativi al 2023 e all’Assemblea della Società verrà proposto di fare altrettanto. All’origine dell’iniziativa, maturata dopo mesi di tensione, sarebbe dovuta a inadempienze riguardanti la gestione del patrimonio e degli impegni presi. In altre parole, Kučan non avrebbe messo in atto il piano di crisi e il programma di ristrutturazione del “3. maj”. Come riporta il quotidiano Novi list, il Comitato di vigilanza riconosce a Kučan di avere operato nel rispetto della legge e dello Statuto della Società, ma che, allo stesso tempo, non avrebbe rispettato le indicazioni dell’Assemblea e del Comitato di vigilanza in relazione alla gestione dell’emergenza. Questo è in breve il contenuto della proposta del Comitato di vigilanza per la prossima riunione dell’Assemblea, in programma il 17 luglio. Šoljić ha dichiarato che il problema è rappresentato dalla commessa 527, la portarinfuse che sarebbe dovuta essere consegnata il 15 giugno. L’unità, destinata all’armatore canadese “Algoma”, è progettata per caricare e scaricare autonomamente ed è proprio questo elemento ad avere causato il ritardo, come ha detto pochi giorni fa Kučan, in occasione del varo del pontile per il cantiere “Viktor Lenac”. Anche se il braccio meccanico era stato ordinato precedentemente, la sua consegna è avvenuta con un anno di ritardo. È chiaro da un po’ di tempo che non si sarebbe riusciti a rispettare le clausole contrattuali e gli impegni presi nei confronti del Governo che lo scorso anno, per consentire la costruzione e completamento della nave, ha emesso una fidejussione per 23,45 milioni di euro, dopo i 47 milioni circa approvati nel 2022. Il direttore Kučan non commenta, dicendo di essere sorpreso e intenzionato a reagire nei confronti del Comitato di vigilanza.

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