Panachoff e Alla Roda, ristoranti «in»

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Panachoff e Alla Roda, ristoranti «in»
Al posto dell’elegante ristorante oggi c’è il palazzo dell’Erste&Steiermarkische bank. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Tra i tanti caffè e locali fiumani di inizio ‘900, ognuno con un suo colore, una sua atmosfera, una ben definita clientela e una sua storia, molto spesso intrecciata con le vicissitudini e gli umori cittadini, ha trovato spazio anche quello del Panachoff, in seguito caffetteria Delić. Sito nelle adiacenze della Fiumara, non lontano dall’ex confine statale che separava il cosiddetto corpus separatum da Sušak, a detta dello storico fiumano Irvin Lukežić (nel suo lavoro di ricerca “Dalla storia di un caffè fiumano distrutto durante l’occupazione di D’Annunzio”), all’epoca era uno dei luoghi di ritrovo cittadini più popolari, nel quale si potevano incontrare persone di ogni classe, provenienza e lingua. “La caffetteria era nota soprattutto quale luogo in cui si riunivano i fiumani croati, insieme agli appartenenti di altre popolazioni slave. Ciò accadeva in quanto la stessa si trovava proprio al confine di Stato, quindi era adatta per una sosta di coloro che viaggiavano o si fermavano per un breve soggiorno in città. Tra i suoi numerosi clienti spicca la particolare figura di un raguseo, un certo Frano Vuksan, detto “Lupo di mare”, assiduo frequentatore del caffè, nel quale usava intrattenere i presenti con le sue fantasmagoriche storie”, scrive ancora l’autore, introducendo, subito di seguito, i suoi due titolari.

I titolari
Il primo proprietario del Panachoff fu l’imprenditore della ristorazione, nonché bravissimo pasticcere bulgaro, Ivan Panahov/Panachoff (1853-1918). Nel gennaio del 1904, affiancato dall’intraprendente consorte Natalija, nel neocostruito palazzo della Banca e Cassa di risparmio sulla Fiumara, allestì un moderno caffè-pasticceria, il quale ospitava molto spesso i concerti. La clientela era costituita prevalentemente da commercianti e imprenditori, tra i quali anche svariati grossisti locali quali Mate Frančić e Ivan Zubranić, i quali vi si incontravano regolarmente e concordavano affari. Lukežić riporta che, durante uno dei loro incontri nel caffè, fossero giunti all’idea, in seguito realizzata con successo, di costruire una piscina a Bescanuova, sull’isola di Veglia. “Panahov diresse con successo il caffè-pasticceria per circa due anni. Sebbene, però, la sua attività ristorativa a Fiume fosse partita alla grande, l’imprenditore volle tentare la fortuna anche altrove. Così, nel 1905 decise di vendere l’esercizio fiumano e di trasferirsi a Spalato dove, all’età di 65 anni, venne a mancare alla fine della Prima guerra mondiale. Nel 1919 la sua vedova vendette il locale a un altro titolare”, racconta lo storico. Quest’ultimo, rileva, faceva di nome Josip Delić (1865-1937), altresì imprenditore del settore della ristorazione e della caffettiera. Originario di Sinj (Signo), si trasferì a Fiume da Zara e, nel luglio del 1905, rilevò il noto e affermato Panachoff Cafè, facendolo diventare, in poco tempo, il fulcro del pensiero croato e slavo, come pure un importante luogo d’incontro dei fiumani. Nel luglio del 1920, al tempo di Gabriele D’Annunzio, un’accanita folla distrusse completamente il Caffè Delić, cacciando Delić e la sua famiglia dal capoluogo quarnerino.

Il ristorante
“I vecchi fiumani erano portati alle gioie della tavola, ma la loro cucina era piuttosto modesta e non si distingueva da quella delle regioni limitrofe”, si legge nel suggestivo libro “Il folklore fiumano” di Riccardo Gigante. Quando, però, mettevano da parte qualche soldino, soprattutto per festeggiare qualche compleanno, battesimo o matrimonio, una delle tappe più apprezzate era il ristorante Alla Roda, uno dei più eleganti della Città.
Situato nella via omonima, via della Ruota, futura Maylender, proponeva un ambiente elegante, sobrio, in cui i camerieri e le cameriere vestivano in bianco e nero e s’approcciavano al cliente con gentilezza e professionalità. In una cartolina, (dallo “Stradario di Fiume” di Massimo Superina) viene riportata la seguente scritta: “Tre interni e un esterno pubblicizzano il ristorante Alla Roda il quale, oltre che di un’ampia salle à manger, dispone di un’affollata caffetteria. Suasive sono dal canto loro le altre due immagini, del servizio estivo all’aperto e della linda modernissima cucina. L’insegna del ristorante s’ispira al nome della via, in fondo alla quale un rivo aziona la ruota di un mulino, che a sua volta garantisce l’energia a una pompa aspirante per convogliare l’acqua in un serbatoio. L’acqua alimenta attraverso tubi sotterranei la monumentale fontana dello Stefanutti in via della Torre”. Oggi, in quello stesso luogo, è ubicata una banca.

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