Marina Manganaro. Una siciliana a Fiume

0
Marina Manganaro. Una siciliana a Fiume

Stando alle ultime stime, quest’anno la Croazia dovrebbe riuscire a sfondare il muro dell’1% per quanto riguarda la spesa del PIL nella ricerca scientifica. Tuttavia, anche così rimarrebbe relegata nei bassifondi della classifica UE, ben distante dalla media europea del 2% e lontana anni luce dai Paesi nordeuropei, che arrivano a superare il 3%. Il problema è che in Croazia il settore della ricerca, che dovrebbe essere il motore che dà slancio al Paese, viene puntualmente snobbato e dimenticato dalla politica, nonché il più delle volte inteso come una spesa che grava sui conti pubblici e non piuttosto come una necessità sulla quale puntare e investire. Per fortuna ci sono delle eccezioni. E una di queste è Fiume. Attenzione però: da qui a dire che Fiume sia un’isola felice ce ne passa, ma a differenza di altre realtà nazionali, è una spanna sopra. L’esempio più emblematico è il Dipartimento di Fisica, che negli ultimi anni ha visto rientrare molti ricercatori fiumani affermatisi all’estero, come pure autorevoli colleghi stranieri trasferirsi in riva al Quarnero. Tra questi troviamo anche l’astrofisica messinese Marina Manganaro, che poco più di un anno fa si è trasferita in città assieme al marito e ai loro tre figli.
“Sono arrivata a Fiume nel marzo del 2018 – racconta –. All’epoca lavoravo a Tenerife nell’ambito del progetto MAGIC (Major Atmospheric Gamma-ray Cherenkov Telescope, nda) e lì seppi che c’era una posizione aperta all’Università di Fiume. Ora, non è che sapevo molto dell’Università di Fiume, però conoscevo il bene il gruppo di lavoro, in particolare la dott.ssa Dijana Dominis Prester, con la quale avevo già collaborato, sempre all’interno del network MAGIC, e con la quale mi ero trovata benissimo. E così feci domanda ed eccomi qui. MAGIC è un consorzio internazionale del quale fanno parte diverse Università e istituti di ricerca, tra cui anche quelli croati, per cui se vuoi lavorarci devi avere un contratto con uno di questi centri di ricerca”.

Un marito… portatile

Quella del ricercatore è una vita da “nomade” e non a caso Marina ha girato un bel po’ per l’Europa prima di stabilirsi in città.
“Mi sono laureata a Messina, quindi ho fatto il dottorato a Grenoble, poi mi sono spostata a Bonn, successivamente a Cork, in Irlanda, prima di entrare nel 2014 nel MAGIC quando mi sono trasferita a Tenerife. Il lavoro del ricercatore è così. Una volta terminati gli studi inizi a spostarti in continuazione perché devi inseguire la possibilità di lavorare in progetti che ti interessano, anche se non ci sono tante possibilità. È infatti difficile trovare un contratto. Io sono stata fortunata, ma in tanti hanno abbandonano perché non è facile spostarsi in altri Paesi, soprattutto se hai una famiglia”.
Marina però ci è riuscita. “Ho provato a dire alla famiglia che me ne andavo, ma hanno voluto seguirmi lo stesso (ride). Scherzi a parte, è difficile ma si può fare. Mi sento privilegiata perché riesco a fare ciò che mi piace muovendomi con i miei cari. La mia fortuna è quella di avere un marito ‘portatile’, nel senso che il suo lavoro lo può svolgere ovunque. Lui è uno scrittore per cui può lavorare tranquillamente da casa. Essendo ora vicini all’Italia, e siccome lavora con molte case editrici italiane, si sposta spesso e quindi anche lui è molto contento”.

Una seconda casa

Fiume è ormai diventata la sua seconda casa. “Mi trovo benissimo. L’aspetto che mi piace di più è la natura che la circonda e ci sono tantissime cose da scoprire, tant’è che con i bambini andiamo sempre alla ricerca di posti nuovi. Anche i colleghi mi hanno accolta benissimo, ma questo era scontato perché alcuni di loro li conoscevo già. Dal primo momento sono stati molto comprensivi e parlavano con me solo in inglese per tanto tempo perché io di croato non spiccicavo una parola. Ora invece parlano tutti in italiano (ride). Un aspetto negativo? È difficile fare nuove amicizie e le persone sono un po’ diffidenti. Vabbè, io arrivo dalla Spagna e quindi da una realtà e mentalità molto più aperte…”.
Oltre a lavorare al progetto MAGIC, Marina fa anche la docente al Dipartimento di Fisica. “Insegno fisica nucleare, cosmologia, astrofisica al dottorato e tengo pure un corso di seminari in fisica in inglese che aiuta gli studenti a esprimersi, appunto, in inglese. Prima invece avevo sempre lavorato negli istituti dove ti occupi quasi esclusivamente di ricerca. Devo ammettere che insegnare mi sta regalando tante soddisfazioni, anche se all’inizio non me l’aspettavo, e poi sto anche imparando un sacco dagli studenti”.

La sfida della lingua

Più che dare la caccia ai raggi gamma, per Marina la sfida più ardua è ora quella di imparare il croato. “I miei figli lo parlano meglio di me… (ride). Ho da poco superato il livello A2, però ho ancora tanta strada da fare. È una lingua che comunque mi piace, ma con il lavoro e i bambini è molto difficile trovare il tempo per studiare. E poi sono circondata da colleghi che parlano l’italiano…”.
Ora però è tempo di vacanze, ma i parenti e gli amici in Sicilia dovranno ancora pazientare un po’ prima di riabbracciarla.
“Quest’estate vado in Spagna, tanto per cambiare… Andremo a Palma di Maiorca, dove abita il cognato. In Sicilia ci torneremo per Natale”, conclude sorridendo Marina Manganaro.

«Fare il ricercatore è difficile in tutta Europa»

A parlare delle difficoltà nel settore della scienza e della ricerca si rischia di sfondare una porta aperta: ma è più difficile fare il ricercatore in Croazia o in Italia?
“È difficile rispondere perché essendo qui da poco tempo, non mi rendo bene conto della situazione. Però posso assicurare che è difficile in tutta Europa. Dopo il dottorato ti ritrovi in una sorta di limbo che può durare anche diversi anni, in cui cerchi di trovare dei contratti per continuare il tuo lavoro, ma siccome i centri di ricerca sono spesso costretti a fare i conti con fondi limitati, allora preferiscono assumere i dottorandi che costano di meno. Molti allora mollano e decidono di andare in un’azienda dove vengono pagati di più”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display